CATTOZZO (Catozzo), Luigi (Nino)
Nato ad Adria (Rovigo) il 22 luglio 1886 da Antonio e da Anna Biasioli, dimostrò fin da giovanissimo, una spiccata tendenza per la musica, tanto che la famiglia – che non aveva particolari tradizioni in questo campo – lo avviò allo studio del canto all’età di cinque anni. Fu poi allievo del liceo musicale Marcello di Venezia, avendo come maestri G. Bernardi per il canto e l’armonia, A. Ponzilacqua per la fuga e M. Agostini per la composizione.
Il C. si diplomò nell’anno 1911 conseguendo anche la laurea in legge presso l’università di Padova. Già dal 1904 aveva iniziato quella attività di maestro sostituto e direttore di cori che continuò a svolgere fino al 1914, anno in cui, nella nativa Adria, cominciò a occuparsi sistematicamente di composizione. Nel 1928 fu nominato direttore del liceo musicale di Verona. Dal 1930 al 1938 tenne la carica di segretario nella direzione artistica del teatro alla Scala di Milano. Dal 1947 al 1951 fu infine soprintendente del teatro La Fenice di Venezia.
Morì a Roma il 3 ott. 1961.
Il C. trattò vari generi musicali, ma i suoi interessi furono rivolti prevalentemente al teatro. La prima opera significativa in tal senso è il Mosè, definito dallo stesso autore “coreologia sacra” (Venezia, teatro Marcello, 1911); seguì nel 1921 il dramma lirico Roma e nel 1923 il dramma lirico I misteri gaudiosi (Venezia, teatro La Fenice, 6 giugno; poi replicato a Parigi, Opéra-Comique, marzo 1927). Nel 1929 il C. compose I misteri dolorosi (Venezia, teatro La Fenice, 7 sett. 1929), nel 1934 L’alba della rinascita (Milano, teatro alla Scala, 24 genn. 1934), nel 1952 infine I misteri gloriosi (Venezia, teatro La Fenice). Da I misteri dolorosi trasse un intermezzo sinfonico che venne eseguito a Montecarlo nella stagione concertistica invernale 1933-34, diretto da E. Cooper; successivamente, con il titolo Orazione nell’orto, ebbe anche una esecuzione italiana il 1º apr. 1934 (direttore V. Gui) al teatro Comunale di Firenze. Tra le composizioni di rilievo del C. si ricordano: Fiat voluntas tua (oratorio); Il transito di s. Giuseppe; Afra (cantata per coro e orchestra); 2 Ouvertures; 2 Suites per orchestra; madrigali, composizioni per canto e pianoforte e per quartetto d’archi.
Appare evidente, anche da una semplice enumerazione delle opere del C., quale fosse il criterio fondamentale che lo guidò nel suo iter compositivo. Le opere furono infatti concepite secondo un preciso ordine che le collegava l’una all’altra: dopo il dramma lirico Roma, il C. volle elaborare un vasto ciclo di carattere storico-mitologico in cui trattare il problema dei momenti cruciali della storia umana, quelli in cui l’uomo aveva manifestato la sua capacità di plasmare il mondo ascendendo sempre verso più alte mete. La temperie culturale di quegli anni proponeva implicitamente come tema paradigmatico quello di Roma e delle sue lotte secolari, e infatti il ciclo, che doveva comprendere opere eseguibili in quattro giornate, ricevette il titolo Nel solco di Roma. Successivamente il progetto si dilatò (fermo restando il fatto che le opere si sarebbero potute eseguire indipendentemente l’una dall’altra), arrivando a comprendere nove drammi lirici, anche con parti danzate: un prologo, Roma, I misteri gaudiosi, I misteri dolorosi, Lucilla, La statua d’oro, L’alba della rinascita, L’età nova, La corona. In seguito (quando cioè il C. compose I misteri gloriosi) venne a crearsi un secondo ciclo comprendente i tre misteri. Le opere del ciclo romano non furono composte tutte (il prologo, per esempio, La statua d’oro e La corona) e al mutare del quadro politico e culturale dopo la fine della guerra il C. preferì dedicarsi a un aspetto diverso: quello appunto, della riesumazione della sacra rappresentazione illustrata nei tre misteri (bisogna osservare che tra le sue composizioni furono soprattutto I misteri gaudiosi a ottenere un largo consenso critico).
Il C. fu anche poeta e, come Wagner, cui indubbiamente il suo programma culturale s’ispirò, scrisse egli stesso il testo delle sue opere. Il ciclo romano fu da lui concepito come opera religiosa e civile che fosse simbolo della storia universale alla luce del messaggio cristiano: egli ideò pertanto un tipo di rappresentazione in cui i fatti storici erano collegati con il mito, e Roma divenne il simbolo della conciliazione tra particolare e universale. I personaggi sono in parte figure storiche, in parte emblemi dal significato eterno: così per esempio L’uomo, il quale è nel contempo Caino e Faustolo (il C. aveva inizialmente progettato di inserire nel ciclo un dramma intitolato L’uomo). Altro elemento simbolico è quello di Antiroma, in cui si compendia il concetto del male e che si incarna nella figura del mago ne L’alba della rinascita. Il ciclo, muovendo dai primordi, si sarebbe così dovuto sviluppare attraverso l’illustrazione dell’ascesa del cristianesimo (il C. aveva a questo riguardo progettato un S. Paolo, poi sostituito da Lucilla), culminando nell’immagine di una rinnovata civiltà cristiana. Mistico per temperamento, il C. condivise in sostanza alcune istanze culturali della generazione dell’Ottanta, e, in particolare, tentò un recupero del gregoriano inteso come elemento tipicamente italiano su cui fondarsi per un progresso armonico-melodico eccentrico rispetto alla crisi cromatica tipicamente germanica e il conseguente uso di forme connesse al principio modale greco ecclesiastico. Questi elementi lo portarono nelle sue prove migliori a uno stile ricco di intimo sentimento, illuminato da un notevole gusto, che gli consentì di giungere a una misurata ed equilibrata concezione della scena. Il C. mostrò di prediligere soprattutto tali situazioni spirituali, anche se non disdegnò verso la fine della sua attività di trattare materie più drammatiche e teatrali (Alba della rinascita).
Fonti e Bibl.: A. Lualdi, Il rinnovamento musicale italiano, Milano 1931; G. Cordella, Orientamenti e formaz., II, Il ciclo musicale romano di N.C., Roma 1931; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 215 s.; A. Caselli, Catal. delle opere liriche pubbl. in Italia, Firenze 1969, p. 96; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 175; Suppl., p. 312; The Macmillian Encyclopedia of music and musicians, London 1938, p. 304; Enc. d. Spett., III, col. 247; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 273; H. Riemanns Musik Lexikon, p. 200; Encicl. della musica Ricordi, I, p. 438; La Musica, Diz., I, p. 371; Enc. della Mus. Rizzoli-Ricordi, II, p. 37.