Uomo politico italiano (Pavia 1827 - Pistoia 1890); figlio di un impiegato della polizia austriaca, fu nel 1848 volontario in Lombardia, poi alla difesa di Roma, ove fu fatto prigioniero dai Francesi, e infine cospirò a Mantova con E. Tazzoli. Arrestato il 22 apr. 1852, schivò la morte facendo gravi rivelazioni; amnistiato l'anno successivo, combatté nella guerra del 1859 e seguì Garibaldi nel 1860, nel 1866 e nel 1870 in Francia. Deputato nel 1884, la sua convalidazione fu contrastata per le rivelazioni fatte nel 1852. Scrisse romanzi (tra cui il popolare Tito Vezio, 1867) e novelle con lo pseudonimo di Anselmo Rivalta.