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CARNERA, Luigi

di Antonio Garibaldi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
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CARNERA, Luigi

Antonio Garibaldi

Nacque a Trieste il 14 aprile 1875 da Giuseppe e da Luigia Aite. Studiò matematica all'università di Pisa, avendo come maestri L. Bianchi, U. Dini, E. Bertini e G. A. Maggi; conseguì la laurea nel 1898. Testimonianza di un suo non marginale interesse per la matematica pura è il lavoro Sui sistemi tripli ortegonali le cui superfici sono tutte a curvatura totale costante (in Giorn. di matematiche di Battaglini, XXXIX [1901], pp. 61-80).

Il C. iniziò la sua carriera di astronomo nel febbraio 1899, presso l'osservatorio astronomico di Torino, diretto da F. Porro, che aveva assunto il compito di rielaborare il catalogo stellare fatto da P. Piazzi quasi un secolo prima. Il Porro mise quindi il suo giovane allievo a contatto con i problemi di astronomia posizionale, che divennero poi l'orientamento essenziale della sua attività scientifica. Dal 1900 al 1903 il C. andò all'estero per compiere studi di perfezionamento. Dapprima si recò a Heidelberg, dove conobbe Max Wolf, direttore di quell'osservatorio; tale fu l'influenza del Wolf sul C. che questi considerò sempre l'astronomo tedesco come suo vero maestro. Poi si recò a Strasburgo, dove fu in contatto con E. Becker e F. Kuenster. Così il C. poté apprendere a fondo la tecnica strumentale e la meccanica d'officina, indispensabili per la ricerca astronomica avanzata, spesso alle prese con difficoltà ed errori sottili.

Tornato in Italia nell'autunno del 1901, il C. passò alla stazione internazionale per lo studio delle latitudini di Carloforte (Cagliari), dove cominciò a mettere a profitto le sue conoscenze e le sue doti organizzative, tanto che fu designato come l'elemento capace di curare la fondazione di una nuova stazione, necessaria al complesso progetto internazionale dello studio delle latitudini. Dopo un soggiorno, a scopo preparatorio, presso l'Istituto geodetico prussiano di Potsdam, sotto la guida di F. R. Helmert, il C. si recò nel 1905 a Oncativo (Argentina), per curarvi la fondazione e l'avviamento della nuova stazione, gemella di quella australiana di Bayswater, da cui distava 180ºgradi di longitudine. Questo lavoro, di grande impegno e responsabilità, durò circa tre anni ed è descritto con entusiasmo dal C. stesso in Ricordi di un astronomo quasi ottuagenario (in Coelum, XIX [1951], pp. 1-6; XXI [1953], pp. 82-84 e 108-114) in cui narra la sua esperienza giovanile fino al ritorno da Oncativo, avvenuto nel 1908.

Dal 1910 al 1918 il C. insegnò astronomia al R. Istituto idrografico della marina a Genova. Passato a Trieste nel 1919, ebbe dal 1924 la direzione dell'osservatorio astronomico. Nel 1932 si trasferì a Napoli come direttore dell'osservatorio di Capodimonte, insegnando anche astronomia generale e sferica e astronomia geodetica all'università e all'istituto navale di Napoli. Dal 1933 fu corrispondente dell'Accademia dei Lincei; nel 1946, alla ricostituzione dell'Accademia dopo la caduta del fascismo, fu socio nazionale. Il C. andò in pensione, per raggiunti limiti di età, nel 1950.

Morì a Firenze il 30 luglio 1962.

Le sue ricerche comprendono anzitutto molte analisi di osservazioni: Coppie di Battermann osservate al telescopio zenitale di Carloforte negli anni 1901-08, in Astr. Nachr., CLXXX (1909), pp. 169-80; Orbita definitiva della cometa 1912a (di Gale), in Atti d. Accad. delle sc. di Torino, LVI (1920-21), pp. 107-119; Osservazioni di pianetini, in Astr. Nachr., CCXXV (1925), pp. 173-76; Eclisse totale di Luna del 1936, in Rend. d. Acc. d. scienze fis. e matem. di Napoli, VI (1936), pp. 7-9; Eclissi di Luna e di Sole del 1942,ibid., XIII (1943-45), pp. 91-94. Ai Fondamenti delle riduzioni per un nuovo catalogo di stelle dedicò una memoria nel vol. VIII (1935, pp. 427-34) delle Memorie della Soc. astronomica italiana.

Gran parte dell'attività, sia scientifica sia organizzativa, del C. fu dedicata al Servizio internazionale delle latitudini; dal 1936 al 1948 fu direttore dell'Ufficio centrale e, come tale, curò la pubblicazione del volume IX dei risultati del Servizio, relativi agli anni 1935-1941.Tra le sue ricerche personali vanno segnalate: Risultati tratti dallo studio delle variazioni di latitudine negli anni 1936-37, in Rend. d. Accad. d. Lincei, s. 6, XXVII (1938), pp. 421-26; Ricerche sulle variazioni della latitudine osservate nella Stazione di Batavia, in Atti d. Accad. d. scienze fisiche e matematiche di Napoli, s. 3, I (1940), 6, pp. 1-31; Il problema delle variazioni di latitudine e le Stazioni internazionali, in Memorie della Società astronomica italiana, XIV (1941), pp. 149-53. Sulla questione del movimento del Polo, il C. espose i risultati delle osservazioni ottenuti dalle Stazioni internazionali, relativamente agli anni 1936-37, in Astr. Nachr.CCLXIII (1937), pp. 17-32; CCLXVI (1938), pp. 181-96. Espose poi nel Bull. géodésique (1948), pp. 269-84, i risultati dello studio compiuto nel periodo 1938-48.

Da questo tipo di attività il C. fu indotto a studiare delicati problemi tecnici relativi agli organi di misura degli strumenti di osservazione; in gioventù fece osservazioni sul micrometro di livello dello strumento zenitale di Carloforte (opuscolo pubblicato a Milano nel 1910). Poco dopo, trovandosi a Genova, avuti in prestito dal Gabinetto di geodesia di Torino fili di acciaio invar per certe misure, si preoccupò di eseguire su di essi approfonditi controlli, che pubblicò in Atti d. Accad. delle scienze di Torino, L (1914-15), pp. 85-96.Ormai entrato nella dinamica del progetto internazionale delle latitudini, tornò a fondo sulla questione dei micrometri dei telescopi zenitali delle Stazioni internazionali per lo studio delle latitudini in due memorie lincee (Atti d. Accad. naz. d. Lincei, memorie della classe di scienze fisiche, mat. e nat., s. 8, I [1947], pp. 73-192; IV [1953], pp. 91-136).

Fonti e Bibl.: Oltre ai Ricordi, indicati nel testo, si vedano i necr. di T. Nicolini, suo successore a Capodimonte, in Atti d. Accad. Pontaniana di Napoli, n.s., XII (1963), pp. 349-52, e in Coelum, XXX(1962), p. 152. Il C. non volle esser commem. ai Lincei. Un elenco dei lavori si trova in J. C. Poggendorff, Biographisch-lit. Handwört. für Mathematik…, V, p. 205; VII b, fasc. 2, pp. 720 s.; G. Abetti, Storia dell'astronomia, Firenze 1963, pp. 371, 393 s., illustra diffusamente i contributi dati dal C. al rinnovamento degli osservatori astronomici di Trieste e di Napoli-Capodimonte.

Vedi anche
Wolf, Max Astronomo (Heidelberg 1863 - ivi 1932), fondatore e direttore dell'osservatorio di Heidelberg, che egli specializzò nella fotografia celeste. Pioniere nella ricerca dei pianetini (Wolf, Max e i suoi allievi ne scoprirono circa un migliaio). Scoprì la cometa periodica che porta il suo nome. Ebbe notorietà ... cometa Corpo celeste gravitante intorno al Sole secondo le leggi di Keplero, come i pianeti, dai quali però differisce sia per le caratteristiche fisiche sia per quelle orbitali. Nella forma tipica, la cometa appare composta di un nucleo, più o meno brillante, circondato da una sorta di nebulosità luminosa ... asteroide astronomia  Denominazione, introdotta nel 1802 da F.W. Herschel, di astri planetari, componenti del Sistema Solare, detti oggi preferibilmente pianetini (➔). matematica Curva piana, a forma di stella a 4 punte, la cui equazione cartesiana può mettersi sotto la forma: x2/3 + y2/3 = l2/3. Si può definire ... orbita anatomia Ciascuna delle due cavità dello scheletro della testa, separate tra loro dalle fosse nasali, che contengono i globi oculari con i loro principali annessi. L’insieme dell’orbita e delle parti molli in essa contenute o che la rivestono (palpebre) costituisce la regione orbitale. ● Le orbita ...
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    Astronomo italiano (Trieste 1875 - Firenze 1962), già assistente a Heidelberg (dal cui osservatorio ha scoperto 17 pianetini) e Strasburgo, fu poi alla stazione astronomica di Carloforte in Sardegna. Dopo un periodo trascorso in Argentina (1905-08) e alcuni anni d'insegnamento a Genova (1910-18), fu ...
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Vocabolario
carnèra
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