CANINA, Luigi
Architetto e archeologo, nato a Casale Monferrato il 23 ottobre 1795, morto a Firenze il 17 ottobre 1856. Studiò a Torino con Ferdinando Bonsignore. Nel 1818 passò a Roma, dove prese stabile dimora e, divenuto architetto di casa Borghese, fu incaricato delle nuove costruzioni della celebre villa, fra le quali primeggiano i propilei dell'ingresso sul piazzale Flaminio. Costruì il casino Vagnuzzi fuori Porta del Popolo in stile egiziano e preparò il progetto per la ricostruzione della basilica del santuario di Oropa. Nel 1856 il duca di Northumberland lo chiamò in Inghilterra perché gli disegnasse il piano d'un castello. Durante il viaggio di ritorno si ammalò a Firenze, dove morì, e fu sepolto in Santa Croce. Ma i suoi meriti di studioso dell'antica architettura superano di gran lunga la sua operosità artistica.
Numerose e per lo più ponderose sono le sue opere di erudizione. Diamo la lista delle principali, secondo un approssimativo ordine cronologico di pubblicazione: Le nuove fabbriche di Villa Borghese, 1828; Indicazione delle rovine di Ostia, 1830; Pianta topografica di Roma, 1830; Indicazione topografica di Roma antica, 1831; Descrizione di Cere antica, 1838; Descrizione del luogo denominato anticamente la Speranza Vecchia, ecc., 1839; Pianta della parte media di Roma, 1840; Antichi edifizi di Santa Martina, 1840; Descrizione dell'antica Tuscolo, 1841; Supplemento all'opera sugli edif. ant. di Roma dell'arch. A. Desgodetz, 1843; Esposizione topografica di Roma antica, 1842; L'architettura antica descritta e dimostrata coi monumenti, 1834-1844; Esposizione stor.-topogr. del Foro Romano, 2ª ed., 1845; Ricerche sull'architettura più propria dei templi cristiani, 1846; L'antica città di Veji, 1847; Antica Etruria marittima, 1846-1851; La prima parte della via Appia dalla porta Capena a Boville, 1853; Gli edifici di Roma antica e sua campagna, 1848-1856.
La produzione del C., come scrittore di archeologia, è oltremodo notevole per mole e per varietà di argomenti, anche se la sua ricostruzione di monumenti antichi pecchi talora di eccesso di fantasia, sì che, in complesso, le sue opere vanno consultate con la debita circospezione. Ma non si può non riconoscergli dei meriti veramente grandi: soprattutto di essere stato uno dei primi a concepire una grande opera sull'architettura (L'architettura antica descritta) con criterio storico rimasto poi per lungo tempo abbandonato.
Bibl.: F. Noack, in Thieme-Becker, Künstler-Lex., V, Lipsia 1911; G. Cultrera, Per una storia dell'edilizia nell'antichità, Corneto-Tarquinia 1921.