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BORSARI, Luigi

di Arianna Scolari Sellerio Jesurun - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BORSARI, Luigi

Arianna Scolari Sellerio Jesurun

Nacque a Ferrara il 28 ag. 1804, da Giuseppe e da Anna Cenami. Compiuti i primi studi a Ferrara, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Bologna, ove nel 1824 ottenne la laurea col massimo dei voti. Tornato a Ferrara, vi esercitò con successo l'avvocatura, ricoprendo tra l'altro la carica di avvocato dei poveri.

Vinta la cattedra di diritto romano il 18 sett. 1845 fu nominato professore di tale disciplina presso la pontificia università di Ferrara; le sue lezioni riscossero grande successo tra gli studenti che vi accorsero numerosissimi.

Di ferma fede cattolica, ma di sentimenti liberali, fu favorevolissimo all'atteggiamento assunto da Pio IX nei primi due anni di pontificato, ma ben presto si rese conto dei limiti delle riforme governative e, nel giugno 1848, in un articolo sulla Gazzetta ferrarese, criticò vivacemente la prudenza del governo pontificio in materia di riforme e, più particolarmente, la legge sulla libertà di stampa che giudicò insufficiente ed evasiva (cfr. Gazz. ferr., 12 giugno e 14 giugno 1848; e anche l'articolo, ibid., 13 giugno 1848, illustrativo della sua posizione politica).

Eletto deputato di Ferrara al Consiglio dei deputati il 18 giugno 1848, Si fece notare per i suoi interventi in favore della concessione della parità di diritti agli israeliti; su tale argomento scrisse anche un opuscolo, La questione israelita (Ferrara 1848), dedicato a M. d'Azeglio che per primo aveva sollevato la questione: in esso, con argomentazioni strettamente giuridiche, confutava le teorie di quanti difendevano lo stato di soggezione degli israeliti. Pronunciò, inoltre, veementi discorsi contro l'inerzia del governo nei giorni in cui Ferrara veniva minacciata dagli Austriaci. Convintosi infine che, a causa delle divisioni interne e delle reciproche rivalità, i principi regnanti in Italia non sarebbero mai giunti a stringere una alleanza in funzione antiaustriaca (cfr. Gazz. ferr., 2 nov. 1848), rassegnò, il 12 novembre dello stesso anno, le sue dimissioni da deputato.

Ritornato a Ferrara, fece parte della magistratura cittadina che il 6 maggio 1849 si rifiutò di riconoscere la restaurazione del governo pontificio imposta dagli Austriaci. Rientrato a Ferrara con l'appoggio austriaco il nuovo delegato pontificio conte Filippo Foligatti e abrogata da questo, insieme con molte altre innovazioni, la concessa parità agli israeliti, il B., per quanto già malvisto dalle autorità, non esitò a prendere apertamente posizione contro il nuovo provvedimento. In seguito a tale atteggiamento il Consiglio di censura, su istigazione del Foligatti, lo dichiarò, il 1º apr. 1850, decaduto dalla cattedra universitaria e da ogni altro impiego, sì che venne costretto a esercitare nuovamente l'avvocatura.

Dopo la guerra del '59 fu chiamato da M. d'Azeglio, commissario governativo per le Romagne, a prendere il portafoglio di ministro di Grazia e Giustizia. Rifiutò, accettando invece il posto di consigliere di Corte d'appello a Bologna; fu, contemporaneamente, professore di diritto civile in quella università e deputato per il collegio di Argenta (1860). Trasferito nel 1862 a Firenze e successivamente a Genova, Torino e nuovamente Firenze come consigliere di Corte d'appello, rimase in servizio fino al 1878, anno in cui andò a riposo per limiti di età.

Il B. morì a Ferrara il 19 apr. 1887.

Notevole anche la sua opera di commento alla nuova legislazione civile e penale post-unitaria, in cui egli poté mettere a frutto la sua duplice esperienza scientifica e forense. In particolare vanno ricordati il suo Commentario del Codice Civile italiano, in sei volumi (Torino 1871-78), e le annotazioni al Codice it. di procedura civile, in quattro volumi (Torino 1878-82).Altre opere: Il contratto d'enfiteusi, Ferrara 1852; Dell'azione penale, Torino 1866; Codice di commercio del Regno d'Italia annotato, Torino 1868-69.

Bibl.: G. Martinelli, Relaz. del rettore sull'anno accad. 1886-87, in Annuario della libera Università di Ferrara, 1888, pp. 10-13; G. Turbiglio, Commemorazione di L. B., in Quinto centenario di fondazione della libera università degli studi di Ferrara, 1892, pp. 105-121; Commemorazione di L. B., in Gazz. ferr., 21 apr. 1887; A. Aquarone, L'unificazione legislativa..., Milano 1960, pp. 473 s.

Vedi anche
deputato Membro della Camera dei deputati. In Italia è eleggibile a deputato ogni elettore che, nel giorno delle elezioni, abbia compiuto i 25 anni di età, salvi i casi di ineleggibilità e incompatibilità. Il termine è usato anche per indicare i membri del Parlamento europeo (cioè dell’assemblea della Comunità ... laurea Riconoscimento ufficiale del compimento di un corso di studi universitario, con cui si conferisce il titolo di dottore. Secondo il regolamento sull’autonomia didattica degli atenei (d.m. 509/3 novembre 1999), che ha riordinato l’insieme dei titoli di studio rilasciati dalle università, la laurea di primo ... conte Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di marchese. ● A Roma, nell’età repubblicana, il conte (comes) assisteva e consigliava i magistrati preposti al governo delle province. Con Costantino il termine indicò una serie di pubblici funzionari: alcuni dirigevano importanti uffici centrali ... Pio IX papa Giovanni Maria Mastai Ferretti (Senigallia 1792 - Roma 1878). Il suo pontificato (1846-78) è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa: furono decenni particolarmente densi di avvenimenti che videro la nascita dello Stato italiano e la fine del potere temporale del papa. Il 3 sett. 2000 P. IX ...
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Vocabolario
borsàrio
borsario borsàrio s. m. [der. di borsa1], ant. – Cassiere che riscuoteva per conto di un ente pubblico.
borsaro
borsaro s. m. (f. -a) [der. di borsa2]. – Di origine romanesca (più com. b. nero), neologismo nato durante la seconda guerra mondiale, per indicare chi esercitava il mercato clandestino (borsa nera) di generi contingentati. Con lo stesso...
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