BORRO, Luigi
Scultore, nato a Ceneda (ora Vittorio Veneto) il 29 luglio 1826, morto a Venezia il 6 gennaio 1886. Di modestissima condizione, studiò all'accademia di Venezia sotto Ludovico Lipparini e Luigi Zandomeneghi. Nel 1848 una borsa di perfezionamento gli consentì di recarsi a studiare in Roma. Tornato nel 1852 a Venezia, dove poi rimase sempre, ebbe un periodo di fortunata attività, anche se il suo successo fu negli ultimi anni alquanto ineguale e contrastato. L'arte sua lo rivela talvolta un accademico sapiente ed un riproduttore di vecchi stili pieno di risorse; talaltra è ispirata a un generico romanticismo, mentre più tardi non gli mancano spunti di vigore e di realismo, assieme a una notevole e schietta intimità d'osservazione. L'opera sua più importante è il monumento a Daniele Manin eretto a Venezia nel 1875, la cui figura è veramente nobile e piena di poesia, oltre a quello di Treviso ai caduti della patria. Di lui sono poi notevoli alcuni ritratti, come quello caratteristico di Antonio Catullo al Museo di Treviso; quelli di Natale Schiavoni, Mirabeau, Goodrich, che stanno nelle gallerie d'arte moderna di Venezia e di Roma; quello del doge Loredano nei loggiati del palazzo ducale di Venezia; il busto di Marco Foscarini al Liceo omonimo di Venezia; quello di Caterina Percoto al Museo di Udine. All'Accademia di Venezia si conservano inoltre i due fini bassorilievi della Deposizione e della Liberazione dell'ossesso.
Bibl.: C. Boito, Scultura e pittura d'oggi, Torino 1877; M. Orio, Vita e opere di Luigi Borro, Venezia 1887; L. Barbantini, Borro Scultore, in Dedalo, II, (1921-1922), pp. 495-820; id., Il ritratto veneziano dell'Ottocento, Venezia 1928.