BOFFI, Luigi
Figlio di Andrea e di Carolina Canziani, contadini, nacque a Monello, frazione di Binago (Como), il 20 sett. 1846. Studiò a Brera, frequentando prima l'Accademia di Belle Arti e quindi il corso superiore di architettura, al quale risulta iscritto nel 1866-67.
Terminati i corsi, ottenne la borsa del legato Oggioni, che veniva assegnata alternativamente ad architetti, scultori e pittori, per consentire il perfezionamento negli studi. Vinse quindi, con il progetto di un mercato, un premio Vittadini, assegnato tra gli architetti per un tema di interesse edilizio cittadino, proposto dal comune di Milano. Esercitò la libera professione a Milano.
Accettò senza eccezioni l'eclettismo stilistico venato di romanticismo che dominava il suo tempo, e si pose solo il problema di una corretta applicazione dei principi e degli stili ai più diversi temi: dall'edilizia al restauro, dimostrando di preferire i modelli romanici e gotici. Fu disegnatore abilissimo e raffinato, come era richiesto dai temi da illustrare e da una concezione più grafica che spaziale dell'architettura.
Realizzò soprattutto ville: Lessa a Cannobio, Luoni a Stresa, Cattaneo a Gignese; a Ghiffa progettò la villa Pozza (oggi Zoia) che fu uno dei centri della Scapigliatura lombarda (cfr. Ghiffa, senza l. né d., pp. 13, 28, 92). Per i Saint Leger studiò la scenografica sistemazione di due isole del Lago Maggiore, presso Brissago (Svizzera). Partecipò senza successo ai concorsi per il monumento alle Cinque Giornate a Milano e a quello per l'ossario di Custoza. Nel 1884 ottenne invece un buon risultato arrivando secondo a pari merito, dopo G. Sacconi, B. Schmitz e N. Manfredi, nel secondo concorso nazionale (bando del 1882) per il monumento a Vittorio Emanuele II, con un progetto molto simile a quello vincente. Nel 1887 partecipò al concorso per la facciata del duomo di Milano.
Il B. presentò una sola tavola, di metri 2,30 × 1,45, proponendo un cambiamento completo; le porte erano ridotte a tre, e sopra la centrale si apriva una grande finestra ogivale. Al centro della facciata si elevava la torre, più alta di quella realizzata sulla crociera. Ma, malgrado gli apprezzamenti molto favorevoli, il progetto non fu scelto.
Degli ultimi anni della sua vita sono la cooperativa di Binago e la stazione ferroviaria di Domodossola, edificata postuma (1905-1906). Questa, realizzata in occasione della costruzione della linea del Sempione, è a corpo unico allungato, caratterizzato da inserimenti eclettici. Nel campo del restauro effettuò un rilievo molto accurato del palazzo Vitelleschi a Corneto Tarquinia, che gli valse un riconoscimento del Collegio degli ingegneri ed architetti di Torino. Nel 1878 ebbe una menzione onorevole all'Esposizione universale di Parigi. Morì a Milano nel 1904, e fu sepolto a Binago, in una tomba in stile egizio, di sua progettazione.
Nonostante il successo ottenuto in vita, il B., figura secondaria di uno dei periodi meno felici della nostra storia dell'architettura, è oggi completamente dimenticato dagli studiosi.
Fonti e Bibl.: Milano, Arch. della Veneranda Fabbrica del Duomo, Lavori Duomo, cartella 20, fascicolo 6, libro B, bollettario n. 59 (datato 14 apr. 1887; il progetto fu ritirato il 28 giugno 1887 da tale Ambrogio Castelli, per conto del B.); Ibid., Arch. Ferrovie dello Stato, Ufficio Progetti, Divisione Lavori, sez. II, gruppo 211 (tutti i disegni della stazione di Domodossola); A. Melani, L. B. (necrologio), in Arte e Storia, XXIII (1904), pp. 85 s.; Ricordi di Architettura, I (1878), n. 4, tav. II (porta della chiesa dell'Annunziata in Corneto Tarquinia: rilievo); 8, suppl., (concorso per l'ossario di Custoza); IV (1881), n. 8, tav. V (concorso per il monumento delle Cinque Giornate); V (1882), n. 9, tav. IV (monumento sepolcrale nel cimitero di Varese); VII (1884), n. 2, tav. VI (concorso per il monumento a Vittorio Emanuele II); IX (1886), n. 6, tav. I (concorso per la facciata del duomo di Milano); G. Mongeri, I concorsi per la facciata del Duomo di Milano..., estr. da Il Politecnico, maggio-giugno 1887 (facciata n. 59); A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, pp. 61 s.; A. Calza, Il mon. a Vittorio Emanuele II, in L'Illustr. ital., 4 giugno 1911, pp. 548, 551; G. De Maurizi, L'Ossola e le sue valli, Domodossola 1931, p. 80; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, IV, p. 213.