BARTOLINI, Luigi
Incisore e scrittore, nato a Cupramontana (Ancona) l'8 febbraio 1892. Frequentò da giovane, con le accademie di belle arti, a Roma, a Siena, a Firenze, i corsi universitarî di lettere e di medicina. Combattente e decorato della guerra mondiale. Acquafortista dal 1914. Alla 2ª Quadriennale (1935) ebbe il premio per la migliore acquaforte; altro premio aveva vinto nel '32 a Firenze alla mostra dell'incisione italiana degli Uffizî. Sue illustrazioni apparvero su Il Bargello, Circoli, L'Italia Letteraria, Il Frontespizio, Il Selvaggio, Il Tevere, ecc.; possiedono sue acqueforti, gli Uffizî, le gallerie di Roma, Milano, Torino, la Bibliothèque Nationale di Parigi, ecc.
Da un gusto naturalistico formatosi sulla tradizione che da Rembrandt a Goya giunge ai migliori dell'Ottocento, l'arte del B. si sviluppa in un impressionismo da diario segreto, in un linearismo nervoso che sorprende la natura (campagne, specialmente, e donne, ninfe rustiche) e ostenta i segni della ricerca ed elaborazione, com'è proprio ai fogli di schizzi e studî dal vero (Festa d'un santo in campagna, Fonte S. Gennaro, Sosta di ragazze, Anna, Emma, ecc.); impressionismo e frammenti di foglio d'album destinati a risolversi, soprattutto in "interni" e "nature morte", in delicati racconti, dove a quell'improvviso dell'impaginazione d'un valore talvolta di puro arabesco, si lega un sentimento del chiaroscuro e una finezza d'indagine che fanno originali e patetiche invenzioni d'accento confidenziale e lirico (Le farfalle imbalsamate, Finestra del solitario, Lo scarabeo, Il Martin pescatore).
Come scrittore il B., movendo dalla contaminazione del bozzetto naturalistico col bozzetto carducciano, giunge ad una sorta di prosa lirica, svagata e insieme risentita, dove la sua immaginazione sensuale, certo suo fare realistico e sarcastico tra di capitolo bernesco e di libello aretinesco, e insieme certa sua nostalgia d'idillio e affettuosa ingenuità, si armonizzano di quando in quando in felici evocazioni di paesaggio agreste, in sapidi ritratti di amori e beltà rusticani.
Ha scritto: Passeggiata con la ragazza (Firenze 1930); Il ritorno sul Carso (Milano 1930); Il molino della carne (ivi 1931); L'orso ed altri amorosi capitoli (Firenze 1933); e un libro di liriche, La vita dei morti (Foligno-Roma 1931), che contiene in nuce i motivi delle prose.
Bibl.: G. Marchiori, L. B., Milano 1936 (con bibl.).