ANICHINI, Luigi
Figlio di Francesco, nacque probabilmente a Venezia, nel primo decennio del 1500; nel 1531 Pietro Aretino cita una sua medaglia rappresentante "Marte" (lettera a Massimiliano Stampa dell'8 ott. 1531) e in una lettera del 25 sett. 1537, allo stesso A., lo dice "giovane". Visse per lo più a Venezia, ma fino al 1540 ebbe una casa a Ferrara (L. N. Cittadella) e mantenne costantemente buone relazioni con la corte estense, come risulta da una lettera che lo stesso A. scrisse nel 1559 ad Ercole II (Venturi), scusandosi di non potersi recare a Ferrara per eseguire i lavori richiestigli, essendo impegnato a fare due corone regali per la Repubblica Veneta.
A Venezia fu in rapporti di familiarità con Tiziano (lettera dell'Aretino a Tiziano del dicembre 1547), con il Sansovino (lettere dell'Aretino a Sansovino dell'ottobre 1549, gennaio 1550, febbraio 1550) e con Pietro Aretino. Quest'ultimo fu con lui in costante corrispondenza e dimostrò di avere grande stima della sua arte "di così sottile intaglio che veruna acutezza di vista lo penetra", esaltandolo come "inventore" degli strumenti che gli permettevano di raggiungere tali effetti straordinari (lettera a L. A. dell'aprile 1548); lo lodò anche nel Marescalco come "inventore d'intagliare gli orientali Cristalli" e nella Cortigiana lo ricordò fra gli uomini illustri di Venezia.
Dopo il 1559 non si hanno più notizie dell'A.; si ignora l'anno della sua morte, avvenuta a Ferrara; ebbe sepoltura in Sant'Apollinare (Guarini).
Oltre le opere già citate si ricordano ancora un "Ganimede" in lapislazzulo eseguito nel 1540 e molto lodato da Pietro Aretino (lettera all'A. del dicembre 1540); un sigillo con la testa di "Medusa" eseguito per lo stesso Aretino (lettera a Lodovico Cremona dell'apr. 1547) e forse anche un cammeo col ritratto di Giovanni delle Bande Nere (lettera all'A. del nov. 1544). Inoltre nel 1543 una corniola rappresentante un "Apollo saettante" era nella collezione Contarini di Venezia (Michiel). Ma nessun'opera è giunta a noi.
Un giudizio positivo sulla sua arte lasciarono anche il Vasari e l'Orlandi. In seguito (Borsetti, Giulianelli - Mariette, ecc.), fu spesso confuso con Francesco, suo padre. Dissiparono l'equivoco il Morelli, con una più attenta lettura delle fonti, e L. N. Cittadella col rinvenimento di nuovi documenti.
Fonti e Bibl.: P. Aretino, Il Marescalco, Venezia 1533, Atto V, scena III; Id., Cortigiana, ibid. 1534, Atto III, scena VII; G. Vasari, Vite..., a cura di C. L. Ragghianti, II, Milano-Roma 1942, p. 517; IV, ibid. 1949, p. 461, n. 59; P. Aretino, Lettere, I, Parigi 1609, pp. 24, 196; II, p. 190; III, p. 82; IV, pp. 133, 180, 181; V, pp. 201, 227, 235; M. A. Guarini, Compendio Historico, Ferrara 1621, p. 292; P. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 271; F. Borsetti, Historia Almi Ferrariae Gymnasii, Ferrara 1735, pp. 430 s.; A. P. Giulianelli-P. Mariette, Memorie degli intagliatori moderni,Livorno 1753, pp. 29, 43 s.; A. F. Gori, Historia glyptografica, II, Venezia 1767, p. 257; C. Cittadella, Catalogo istorico de' Pittori e scultori ferraresi, I, Ferrara 1782, pp. 101 s.; [M. Michiel], Notizie d'opere di disegno nella prima metà del sec. XVI..., pubblicata da D. J. Morelli, Bassano 1800, pp. 85, 243, 245; L. Cicognara, Storia della scultura, II, Venezia 1816, pp. 418 s.; L. N. Cittadella, Documenti e illustrazioni, Ferrara 1868, pp. 236-239; A. Venturi, Una lettera di L.A., in Arch. stor. dell'Arte, II(1889), pp. 159 s.; E. Babelon, La gravure en pierres fines, Paris 1894, p. 255; J. Meyer, Künstlerlexikon, I, p.70; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p.526.