ALDEMORESCO, Luigi (Aldomoresco, Moresco, Moriske, Luigi, Lodovico)
Napoletano, figlio di Matteo, funzionario di Giovanna I, e della sua seconda moglie Gisolda Loderica, favorito della regrna, partecipò nell'aprile 1384 alla spedizione al seguito di Carlo III di Durazzo, diretta contro Luigi d'Angiò in terra di Bari. Dal 1398 marescallus del Regno, fu uno dei più importanti personaggi della corte di Ladislao, che lo mise a capo della spedizione di Dalmazia inviata contro Sigismondo, re d'Ungheria, nel giugno 1402.
Profittando delle difficoltà interne di Sigismondo, aggravate dall'ostilità del papa Bonifacio IX, i malcontenti ungheresi, capeggiati da Emerico Bebek, priore di Vrana, erano riusciti ad ottenere dal pontefice il riconoscimento di Ladislao a re d'Ungheria e la noniina a diocesi ungheresi di prelati favorevoli a Ladislao; inoltre l'arcivescovo di Spaiato, Andrea Benzis, venne trasferito e sostituito dal papa con lo spagnolo Pellegrino d'Aragona. Ladislao, d'altra parte, riuscì ad ottenere la neutralità benevola di Venezia, facendo le più ampie promesse di libero traffico con le città dalmate.
L'A., con la dignità di capitano generale, si presentò a Zara verso la fine di agosto, chiedendo ed ottenendo il riconoscimento della sovranità di Ladislao. Ottenuto poi l'appoggio del duca di Bosnia, Hervoje, l'A. si preoccupò di procurare al re anche il riconoscimento di Aurana l'11 ottobre, del castello di Giuba il 18 ottobre, di Traù il 19 novembre e di Sebenico il 25 novembre 1402. Non riuscendo poi a vincere l'opposizione di Spaiato, Ragusa e Cattaro, decise di agire militarmente, riuscendo a far riconoscere come re Ladislao, il 21 dicembre a Spalato, ed a Cattaro poco dopo. Nel gennaio del 1403 con l'adesione al re angioino di Arbe e Cherso-Ossero, l'A. esercitava la sua autorità di vicario su tutta la costa dalmata (eccettuata Ragusa, tenacemente decisa a mantenere la sua autonomia, e Veglia, rimasta in feudo ai Frangipane).
Rimasto al fianco di Ladislao quando questi venne in Dalmazia nel luglio del 1403, il 3 agosto dello stesso anno era a Bari, ove sottoscrisse le clausole patrimoniali e politiche previe alla consumazione del matrimonio precedentemente contratto tra Guglielmo d'Austria e la sorella di Ladislao, Giovanna.
Ritornato a Napoli, dopo il crollo di ogni speranza sul regno d'Ungheria da parte di Ladislao nel 1407 ebbe affidata ad interim la carica di grande ammiraglio.
Morì nel 1414.
Nel 1421 lo scultore Antonio Bambocci da Piperno gli erigeva in S. Lorenzo Maggiore un monumento, in cui un'iscrizione francese esaltava i suoi meriti.
Fonti e Bibl,: G. Filangieri, Documenti per la storia delle arti e delle industrie delle province napoletane, II, Napoli 1884, pp. 95ss.; I Durnali del duca di Monteleone, a cura di N. F. Faraglia, Napoli 1898, pp. 26, 58 n.; G. Canestrin, Discorso sopra alcune relazioni della Repubblica Fiorentina col re d' Ungheria e con Filippo Scolari, in Arch. stor. ital., IV (1843), p. 218; A. Cutolo, Re Ladislao d'Angiò-Durazzo, Milano 1936, I, pp. 254-261; II, p. 123; H. Bálint, Gli Angioini di Napoli in Ungheria. 1290-1403, Roma 1938, pp. 519-521; G. Praga, Storia di Dalmazia, Padova 1954, pp. 135-137.