BÖRNE, Ludwig
Nacque a Francoforte sul Meno, da genitori ebrei, il 6 maggio 1786. Studiò prima medicina a Berlino e a Halle, poi giurisprudenza a Heidelberg e a Giessen, dove si addottorò. A Berlino abitò presso il medico Herz, la cui intellettualissima moglie, Henriette, accese di passione non corrisposta il giovane studente, che le diresse una serie di lettere, pubblicate nel 1861 (Briefe des jungen Börne an Henriette Herz). Nel salotto di lei ebbe occasione di conoscere lo Schleiermacher, il Fichte, F. Schlegel, la Rachel e altri romantici. Tornato nel 1811 a Francoforte, costituita in granducato, poté ottenere un impiego come attuario di polizia, ma appena due anni dopo, mutate le condizioni politiche della città per il ritorno degli alleati, dovette abbandonare l'impiego, . a causa della sua religione, finché, permanendo le difficoltà create agli ebrei, si convertì, senza convinzione, al protestantesimo, cambiando anche il suo vero nome di Löb (Luigi) Baruch in quello di Ludwig Börne.
Divenuto pubblicista, fondò e diresse due riviste: Die Wage e Zeitschwingen, poco dopo soppresse dalla polizia, nelle quali scrisse di politica e di critica drammatica. Nel 1819 fu la prima volta a Parigi, corrispondente della Allgemeine Zeitung; tornato in patria, dopo aver subito per breve tempo la prigione, dimorò in varie città tedesche, collaborando a parecchie riviste, fino al '30, quando di nuovo fu attratto a Parigi dallo scoppio della rivoluzione di luglio. Da questo momento la sua attività diventa quasi esclusivamente politica: fonda La Balance, in cui combatte i reazionarî e specialmente il Raumer; legato al movimento della Giovane Germania, ne è considerato uno dei dottrinarî più autorevoli. E notevolissimo influsso esercitarono realmente su questo movimento i suoi Briefe aus Paris (1832) e Neue Briefe aus Paris (1813-34); attaccato dai conservatori, si difende e a sua volta attacca violentemente il Menzel col mordace libello: Menzel, der Franzosenfresser, in cui, meglio che altrove, si trovano come riassunte le sue idee filosofiche e politiche. Ma invano si cercherebbe anche qui vera e propria organicità di pensiero; egli è contro la politica dinastica tedesca e contro ogni residuo di istituzioni feudali; ma il suo temperamento, più che a una concezione liberale, lo porta a un gretto e astratto radicalismo. Il bisogno e anche la voluttà d'una lotta incessante, di difesa e d'offesa, impedirono senza dubbio lo svolgimento e, con esso, una maggiore chiarificazione del suo pensiero politico. Tuttavia la sua costante aspirazione, nonostante incoerenze e ondeggiamenti, fu sempre volta a un avvenire migliore. E, contro ogni apparenza, amò veramente la sua patria e sognò un'ideale e concreta intesa fra la Germania e la Francia. Né, certo, meritò l'ingeneroso postumo attacco di Herine, per quanto egli stesso, e apertamente e nelle lettere a Jeannette Wohl, non si mostrasse affitto indulgente nel giudicare il carattere e gli atteggiamenti politici del poeta dei Reisebilder.
Il B. ha lasciato molti scritti, ma nessuna opera veramente organica e di largo respiro. Spirito impetuoso, ardente, aperto ed essenzialmente caustico, scrittore chiaro, acuto, brillante, passionale e non di rado paradossale, egli preferisce, e vi riesce soprattutto, lo schizzo rapido, l'articolo sintetico e vivace, il libello pungente e spietato. I nuovi scritti politici e letterarî risentono tutti di queste qualità del suo spirito e, mentre sono originalissimi nella forma, la loro sostanza, assolutamente aderente alle contingenze politiche del tempo e all'ambiente in cui lo scrittore vive, ce li fa oggi apparire superati e lontani. Tuttavia alcuni schizzi satirico-umoristici, come Der Esskünstler, Monographie der deutschen Postschnecke, Der Narr im weissen Schwan, Die Kunst in drei Tagen Originalschriftsteller zu werden, Die Carbonari und meine Ohren si leggeranno sempre con diletto per il loro stile vario, vivo e scintillante. Alla stessa maniera interessanti sono anche i Dramaturgische Blätter, come documento d'uno scrittore d'ingegno e di spirito indipendente. Straordinariamente aspri sono i giudizi del B. sul Goethe die Nationalgarde der Egoisten (v. Briefwechsel mit einem Kind), al quale egli non sa perdonare la sua indifferenza prima e dopo gli avvenimenti del 1815. Le critiche ad alcuni drammi dello Schiller, "il timido idealista", sono vere e proprie stroncature. Pieno d'ammirazione. invece, è per Jean Paul (Denkrede auf. J. Paul).
Il B. morì a Parigi il 12 febbraio 1837, assistito dall'amica J. Wohl. I suoi amici politici gl'innalzarono nel 1847 un monumento al Père Lachaise e un altro, nel 1877, i suoi concittadini a Francoforte.
Bibl.: Börnes Gesammelte Schriften, voll. 12, Francoforte e Amburgo 1862; nuova ed. nel 1868; altra ed. curata da A. Klaar, voll. 8, Lipsia 1899-900; Börnes Werke, historisch-kritische Ausgabe, ed. L. Geiger, voll. 12, Berlino 1905; K. Gutzkow, Börnes Leben, Lipsia 1840; H. Heine, Über L. Börne, 1840; G. Gervinus, Über Börnes Briefe aus Paris, in Historische Schriften, Darmstadt 1838; M. Holzmann, L. Börne, Berlino 1888; S. Brunner, Zwei Buschmänner, Börne u. Heine, Lipsia 1891; Prölls, Das junge Deutschland, Stoccarda 1892.