ARNIM, Ludwig Achim von
Poeta romantico, nato il 26 gennaio 1781 a Berlino d'antica famiglia baronale del Brandeburgo. Morta la madre poco dopo il parto, ritenuto il padre in provincia dall'amministrazione del pericolante patrimonio, il fanciullo venne educato severamente a Berlino in casa della nonna materna. Mostrò nel ginnasio propensione per le matematiche; all'università di Halle (dal 1798) si diede a studî di fisica. Un Tentativo d'una teoria dei fenomeni elettrici sulle orme del Galvani, pubblicato a 18 anni, e altri scritti del genere facevano presagire in lui uno scienziato; in realtà annunziavano il romantico. La conoscenza del musicista Reichardt e di L. Tieck e poi, a Göttingen (dal 1800). quella del Goethe e di Clemente Brentano lo decisero per la poesia. Il primo, acerbo, frutto letterario fu Hollins Liebeleben (pubblicato nel 1802), un romanzo epistolare di derivazione wertheriana. ln esso e nelle non meno caotiche Ariels Offenbarungen (1802, pubbl. 1804) si rivelava già la personalità di A., cavalleresco, patriota, più fermo di cuore che di spirito, nordicamente guerriero e religioso. Già allora innamorava di sé con la sua bellezza, la sua grazia signorile, la sua calma fiduciosa quanti lo avvicinavano, e già allora poteva valere per i suoi scritti il giudizio posteriore di Goethe: "È come una botte a cui il bottaio abbia dimenticato di mettere i cerchî, che perde da ogni banda".
Alla fine del 1801 iniziò col fratello il gran viaggio europeo, che doveva, come di prammatica, coronare la sua educazione. Fu in Austria, nella Germania meridionale (a Francoforte conobbe la sua futura sposa, Bettina Brentano), in Svizzera; toccò due volte brevemente l'ltalia (in una gita a Milano per il lago di Como e dal Moncenisio traversando il Piemonte per passare da Genova e Nizza in Francia); visse alcuni mesi a Parigi, alcuni altri in Inghilterra. Appena ritornato a Berlino, verso la fine del 1804, ebbe la visita dell'amico Clemente Brentano e con luì gettò le basi della celebre raccolta di canti popolari tedeschi, il Des Knaben Wunderhorn. Ne espose il programma in un saggio Von Volksliedern steso in quei mesi: intendeva di fare opera non scientifica, ma patriottica, per ricondurre al popolo gli accenti dimenticati della sua poesia, sì da ridestare in esso le antiche virtù e richiamarlo all'antica sincerità e forza di vita spirituale. Un atto d'accusa contro il suo tempo è il saggio arnimiano; e la effettuazione dell'annunciato programma, il Wunderlhorn (Heidelberg 1806-08,3 voll.) rompendo audacemente l'evoluzione in corso, che pareva dovesse portare senza arresti dal mito alla scienza del canto popolare (dal Herder all'Uhland), fu una battaglia contro lo spirito del tempo. Il civismo di A. si rivela anche nella scelta (non limitata al canto popolare propriamente detto; anche Lutero, Opitz, ecc., sono accolti) e nell'elaborazione dei materiali, trattati spesso con un arbitrio che repugnava al Brentano più artista di lui. L'effetto non fu poi quale l'A. aveva sperato; nondimeno la Germania vide nel Wunderhorn uno specchio del suo migliore passato, e tutta una nuova generazione di poeti (Uhland, Eichendorff, Heine, Lenau, ecc.) e di musicisti se ne nutrì.
Dopo una serie di peregrinazioni, che lo portarono fino a Königsberg per seguire il suo re fuggitivo, nel 1808 nel suo secondo soggiorno a Heidelberg A. dava vita alla Zeitung fur Einsiedler, intorno alla quale si strinse il gruppo dei cosiddetti secondi romantici (Cl. Brentano, J. Görres, Creuzer, ecc.). Il programma era ancora quello di restaurazione dello spirito nazionale attraverso la poesia. Il risultato maggiore fu d'avere indicato nel Medioevo, "l'Eden del Romanticismo", la nuova terra da scoprire. Nacquero da quei fermenti di entusiami politici religiosi e patriottici le scienze storiche e filologiche del nuovo secolo.
Quasi un'ultima variazione del tema del Wunderhorn fu il Wintergarten, un volume di racconti pubblicati (1809) dopo il ritorno a Berlino, prevalentemente tratti dalla vecchia letteratvra tedesca. Era l'inizio della maggiore produzione letteraria arnimiana. Nel 1810 appariva il romanzo Armut, Reichtum, Schuld und Busse der Gräfin Dolores, e nel 1811 il dramma Halle und Jerusalem.
Il romanzo, uno zibaldone assai eterogeneo, è importante soprattutto per il quadro che offre della Germania nell'epoca della dominazione napoleonica, e per l'idea morale che l'informa; una parte dell'azione si svolge in Italia. Il dramma conserta ricordi della vita studentesca dell'A. in una larga trama fantastica, i cui primi motivi gli erano stati suggeriti dal Cardenio und Celinde del secentista Gryphius. La vita dell'A. s'era intanto fatta più stabile e felice per il matrimonio (1811) con Bettina Brentano, dalla quale ebbe 7 figli. Non meno di prima però egli soffriva della schiavitù della sua patria e lavorava alla sua indipendenza. Aveva l'anno innanzi fondata la Christlich-deutsche Tischgesellschaft, a cui aderivano parecchi dei migliori patrioti scrittori, e s'era stretto d'amicizia con Adamo Müller, le teorie mistico-feudali del quale rispondevano bene ai suoi sentimenti, e con H. von Kleist, ai cui Berliner Abendblätter collaborava. Negli anni della riscossa firmata, 1813-14, rifiutato come soldato, volle almeno contribuire alla lotta contro Napoleone con drammi patriottici (Schaubühne) e, per alcuni mesi, con un giornale (Preussischer Korrespondent).
Il corso della politica dopo la guerra fortunata fu tale da deludere profondamente le speranze arnimiane di rigenerazione nazionale. L'amarezza e il bisogno materiale lo consigliarono a ritirarsi nei suoi possessi di campagna, a Wiepersdorf, dove da allora visse prevalentemente. Divise tutto il suo tempo tra l'agricoltura e la poesia, cercando di dar l'esempio di ciò che avrebbe voluto propagandare. Aveva già nel 1812 con un volume di novelle intitolato, dalla prima e maggiore, Isabella von Ägypten, trovato il mondo fantastico caro al suo spirito. Vi s'immerse ora sempre più profondamente con numerose altre novelle, con diversi drammi (di questi e di quelle pubblicò appena dei saggi in vita), con svariati scritti critici e con la sua massima opera Die Kronenwächter (I parte 1817, II parte incompiuta 1854). Il suo è il regno d'uno spirito fantastico, che non esita a sprofondarsi in tutti gli abissi del maraviglioso e che tuttavia resta sempre materiato di reale. È il senso del reale che, fecondando il fondamentale ottimismo dell'A., alimenta la bella vena umoristica, la quale avviva un po' dappertutto la sua opera; germanico e romantico egli resta per l'insaziabilità della sua fantasia e l'intensità del senso religioso. Ciò che lo distingue dagli altri romantici, però, è quella salda coscienza morale che lo mantenne tenacemente attaccato alla fede dei suoi padri, immune dalle convulsioni mistiche dell'epoca e della scuola, tetragono ad ogni influenza puramente letteraria, e quel semplice ma ardentissimo amor della sua terra, che gli prescrisse i compiti della sua attività e, distogliendolo presto dai miraggi dell'ormai convenzionale Medioevo, gli fece innalzare nei Kronenwächter, attraverso la rievocazione della Germania rinnovata del sec. XVI, la profezia del grande avvenire del suo paese.
La morte lo colse improvvisamente il 21 gennaio 1831.
Ediz.: Ludwig Achim's von Arnim sämmtliche Werke, ed. da W. Grimm, Berlino 1839 segg. Nuova edizione, Berlino 1853 segg. (vi è compreso il IV vol. mancante nella preced. ediz.); 3ª ediz., Berlino 1857, in 21 voll. ora così riordinati: I-V, Novellen; VI-X, Schaubühne; XI-XIV, Wunderhorn; XV-XVI, Kronenwächter; XVI-XVIII, Gräfin Dolores; XIX, Landhausleben; XX, Päpstin Johanna; XXI, Gedichte. Scelte di M. Morris (Lipsia 1906, 1916, II), Monty Jacobs (Berlino 1908); R. Steig (Lipsia 1911), A. Schier (Lipsia 1920). Lettere: R. Steig e H. Grimm, Achim von Arnim und die ihm nahe standen (3 voll.); A. v. A. und Clemens Brentano, Stoccarda 1894; A. v. A. u. Jacob u. W. Grimm, Stoccarda e Berlino 1904; A. v. A. u. Bettina Brentano, Stoccarda e Berlino 1913.
Bibl.: Cfr. oltre la Geschichte d. poet. Liter. Deutschlands di J. Eichendorff (1857), la Romantische Schule del Heine (1835), i principali studî sul Romanticismo tedesco (Haym, Walzel, Farinelli, Stefansky, Mehlis, ecc.), la conferenza di W. Scherer, A. v. A., in Kleine Schriften, II, Berlino 1893; Herma Becker, A. v. A. in den wissenschaftlichen und politischen Strömungen seiner Zeit, Berlino 1912; J. Nadler, Die Berliner Romantik, Berlino 1921: K. Bode, Die Bearbeitung der Vorlagen in Des Knaben Wunderhorn, Berlino 1909; H. Levin, Die Heidelberger Romantik, Monaco 1921; A. Stockmann, Die jungere Romantik, Monaco 1923. Ha dato una bibliografia arnimiana fino al 1924 Otto Mallon, Arnim-Bibliographie, Berlino 1925.