PODOCATARO, Ludovico
PODOCATARO, Ludovico. – Nacque tra il 1430 e il 1431 a Nicosia, nell’isola di Cipro, da un esponente di una illustre famiglia di origine greca strettamente legata alla dinastia dei Lusignano e da Giovanna Urri.
In giovane età giunse a Ferrara, probabilmente assieme con il fratello Filippo. Qui intraprese una formazione in lingue classiche e filosofia ed ebbe tra i suoi insegnanti il celebre umanista Guarino Guarini. Quindi si trasferì a Padova, presso il Collegio dei ciprioti, e frequentò lo Studio, dove seguì le lezioni del filosofo Gaetano da Thiene sr. e del medico Mattiolo Mattioli. Nel 1460 fu nominato rettore della facoltà di medicina e arti partecipando alla riorganizzazione delle sue Constitutiones (Facciolati, 1757, p. 86).
Dopo gli studi giunse a Roma, dove esercitò la professione medica e intraprese la carriera ecclesiastica, entrando al servizio di Rodrigo Borgia in qualità di segretario e medico. Nel 1479, sotto Sisto IV, era tra gli abbreviatori apostolici. Il 14 novembre 1483 fu nominato vescovo di Capaccio. Innocenzo VIII lo volle come suo archiatra per tutta la durata del pontificato, accettando che continuasse a prestare le sue cure anche al cardinale Borgia (Marini, 1784, II, p. 229) . Con l’elezione di Alessandro VI la sua carriera ecclesiastica raggiunse l’apice. Il pontefice Borgia non solo lo incluse nella sua familia come medico, ma lo nominò segretario pontificio, accogliendolo tra i suoi più stretti collaboratori. Nelle vesti di segretario svolse un’intensa attività diplomatica seguendo da vicino importanti affari internazionali, tra cui la stipula del trattato di Tordesillas (1494) o il divorzio di Luigi XII (1498), o, ancora, partecipando a una commissione per la riforma della Chiesa nominata nel 1497. Il suo coinvolgimento nelle politiche ecclesiastiche divenne ancora più intenso dopo che nel concistoro del 28 settembre 1500 fu insignito della porpora.
Nel conclave che seguì la morte di Borgia e portò all’elezione di Pio III, ricevette quattordici voti grazie al sostegno della fazione spagnola (von Pastor, 1925, p. 526). Quando, dopo il breve pontificato di Pio III, fu eletto Giulio II Della Rovere nel novembre 1503, la sua prossimità con gli ambienti spagnoli, invisi al nuovo pontefice, lo mise in difficoltà e lo portò a progettare un trasferimento in Spagna. Morì a Roma il 25 agosto 1504.
I maestri di cerimonie Paride Grassi e Johannes Burckard descrissero nel dettaglio il cerimoniale funebre (Marini, 1784, II, pp. 255 s.). I funerali solenni ebbero luogo il 7 ottobre a S. Maria del Popolo, chiesa prediletta dal defunto Alessandro VI, che ospitava le tombe di alcune personalità dello stretto entourage del papa spagnolo. Qui, su commissione del nipote Livio, fu eretto un elegante mausoleo scolpito da collaboratori di Andrea Bregno. Durante le esequie, Tommaso ‘Fedra’ Inghirami, che era stato segretario e familiare di Podocataro, pronunciò una lunga orazione funebre (edita in Galletti, 1773, pp. 275-333).
Oltre che abile medico e personalità della Curia, Podocataro fu insigne umanista ed erudito collezionista. Durante la sua lunga permanenza in Italia costituì una cospicua biblioteca e una collezione antiquaria. Esse vennero ospitate all’interno di un palazzo in via di Monserrato, cuore della comunità catalana romana, che egli acquistò il 10 dicembre del 1499 (Finocchi Ghersi, 2002 pp. 884-889). Tra i manoscritti e gli incunaboli appartenuti a Podocataro spiccano un codice delle Odi di Orazio già appartenuto a Francesco Petrarca e un esemplare dell’edizione a stampa della Divina Commedia commentata da Cristoforo Landino (Firenze 1481). La sua collezione antiquaria è ricordata invece da Pierio Valeriano negli Hieroglyphica (Basilea 1567, l. XXVIII, dedica) e da Iacopo Mazzocchi negli Epigrammata antiquae urbis (Roma 1521, c. CVr-v). Attorno alla dimora di Podocataro e alle sue collezioni si radunarono celebri umanisti, tra i quali Inghirami e Teodoro Gaza (Marini, 1784, I, p. 226).
Il nipote Livio, vescovo di Nicosia tra il 1524 e il 1552, ereditò la casa romana ed entrò in possesso dell’archivio e delle collezioni. Parte dei libri e degli incunaboli furono donati alla Biblioteca Vaticana, mentre i documenti cancellereschi confluirono nelle collezioni della Biblioteca Marciana e dell’Archivio di Stato di Venezia. Il fondo Podocataro qui conservato, che Livio incrementò a sua volta, oltre ad alcuni documenti relativi alla famiglia, contiene la corrispondenza ufficiale di numerosi pontefici quattro e cinquecenteschi.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Collezione Podocataro, s. I-III; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. lat., X, 174-176 [3621-3623]; G. Garimberti, Vite, ovvero fatti memorabili d’alcuni papi, et di tutti i cardinali passati, I, Venezia 1568, pp. 14, 128 s., 138 s., 410; A. Chacón, Vitae et res gestae pontificum Romanorum et S.R.E. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae usque ad Urbanvm VIII. Pont. Max, II, Roma 1630, coll. 1336, 1388; N.M. Papadopoli, Historia Gymnasii Paravini, Venezia 1726, I, p. 36; II, p. 32, 34 s.; B. de Montfaucon, Bibliotheca bibliothecarum manuscriptorum nova..., Tomus Primus, Parigi 1739, p. 310; J. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, I, Padova 1757, p. 86; T. Inghirami, Laudatio in obitu Ludovici Podocathari, in P.L. Galletti, Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta, I, Roma 1773, pp. 275-333 ; G. Marini, Degli archiatri pontifici, Roma 1784, I, pp. 218-227; II, pp. 229, 255 s., 344 s.; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, III, Roma 1793, pp. 287 s.; M. Sanuto, I diarii, a cura di R. Fulin, III, Venezia 1880, ad ind.; IV, a cura di N. Barozzi, Venezia 1880, col. 484; V, a cura di F. Stefani, Venezia 1881, col. 85; L.G. Pélissier, Catalogue des documents de la collection Podocataro, in Zentralblatt für Bibliothekswesen, XVIII (1901), pp. 473-493, 521-541, 576-598; L. Célier, Alexandre VI et la Réforme de l’Eglise, in Mélanges d’archéologie et d’histoire, XXVII (1907), pp. 72-87; L. von Pastor, Storia dei papi, III, Roma 1925, ad ind.; R. Orazi Ausenda, Podocatharo, Ludovico, in Enciclopedia cattolica, IX, Città del Vaticano 1952, coll. 1644 s.; C. Eubel - G. van Gulik, Hierarchia Catholica, II, Padova 1960, pp. 24, 66, 104, 118; III, Padova 1960, p. 132; T. de Azcona, Relaciones de Inocencio VIII con los Reyes Catolicos según el Fondo Podocataro de Venecia, in Hispania sacra, XXXII (1980), pp. 3-30; Id., Relaciones de Alejandro VI con los Reyes Catolicos segun el fondo Podocataro de Venecia, in Dalla Chiesa antica alla Chiesa moderna. Miscellanea per il cinquantesimo della Facoltà di storia ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana, a cura di M. Fois et al., Roma 1983, pp. 145-174; L. Finocchi Ghersi, Opere di architettura e scultura per il cardinale L. P. vescovo di Cipro, in Roma di fronte all’Europa al tempo di Alessandro VI. Atti del convegno... 1999, a cura di M. Chiabò - S. Maddalo, III, Roma 2002, pp. 873-894; E. Parlato, Memorie romane del cardinale cipriota L. P. e dei suoi eredi, in Cyprus and the Renaissance, 1450-1650, a cura di E. Chayes, Turnhout 2012, pp. 67-96.