LUDOVICO Milanese (Lodovico da Milano, Ludovico de Mediolano alias Zoppino, Lodovico de Bossinis)
Nacque intorno al 1480, probabilmente a Milano o nei dintorni, come è desumibile dall'appellativo. Sacerdote, cantore e compositore, fu maestro di cappella e organista della chiesa di S. Michele a Lucca dal 1512 al 1514 con uno stipendio annuo di 50 ducati d'oro (cfr. il documento del 15 maggio 1512 citato in Nerici, p. 154 e n. 60).
Nell'agosto 1512 fu convocato a Siena dai sovrintendenti dell'Opera della cattedrale per un'audizione come organista: essi provvidero alle spese per il viaggio di andata e ritorno, avvenuto ai primi di settembre (D'Accone, 1997, p. 757), e gli offrirono il ragguardevole salario di 100 fiorini annui, ma per ragioni che si ignorano l'accordo non andò a buon fine e L. rimase a Lucca.
Qui, il 3 nov. 1514, fu eletto canonico della cattedrale di S. Martino. Il 7 sett. 1519 il Senato lucchese decretò in suo favore un supplemento allo stipendio di 2 ducati al mese per tre anni "pro instruendo musicam multos adulescentes, qui eam vehementer desiderant" (Nerici, n. 62).
L'ultima notizia pervenutaci riguardo a L. risale al luglio del 1537, quando gli fu revocato l'incarico.
Il teorico G.M. Lanfranco, nella dedica del primo libro delle Scintille di musica (Brescia, L. Britannico, 1533), ricorda di averlo avuto come insegnante d'organo: "se l'organo, col qual si loda Iddio, fusse morto con Tubal, come si udirebbono le così belle lodi, che manda a Iddio lo eccellente Cavaliere da l'organo (nome veramente, che allui si conviene) M. Lodovico Melanese, di questo stromento mio precettore, come che tardamente i' l'habbia seguito?". Non è chiaro se questo apprendistato tardivo di Lanfranco abbia avuto luogo durante il periodo lucchese o in epoca precedente.
Se l'identificazione di L. con il Lodovico Millias (o Milliare) del manoscritto frottolistico della Bibliothèque nationale di Parigi appare erronea (Fonds du Conservatoire, Rés.Vm7, 676: cfr. Ch. Hamm, s.v. Sources, MS, IX, 9, in The New Grove dict., XXIII, p. 909), e quella con il personaggio omonimo che intorno al 1525 risiedeva nel rione Ponte a Roma non è plausibile (ipotesi formulata da Jeppesen, I, p. 157), assai più interessante è l'asserzione di Nerici (p. 155) che dichiara di aver esaminato nell'archivio del marchese A. Guidiccioni a Carignano una lettera indirizzata da Girolamo Centelles, arcivescovo di Reggio Calabria tra il 1529 e il 1537, a un "Lodovico de Bossinis cavaliere regio ed organista degnissimo in Lucca" in data 27 apr. 1533. La coincidenza di data, nome, carica onorifica e professione lascia intendere che questa indicazione, pur bisognosa di un riscontro, offre un dettaglio, altrimenti ignoto, sul cognome del musicista.
D'Accone (1995, p. 337) ha ipotizzato che il "Ludovico S" (probabilmente "Ludovico Senese") menzionato nella raccolta Canzone sonetti strambotti et frottole, libro primo edita da P. Sambonetto (Siena, 1515) come autore di due barzellette sia L.; non sono, in effetti, noti in area senese compositori con questo nome e L. era, come si è visto, ben conosciuto in città; tuttavia, non risultando alcuna notizia di un suo periodo di attività a Siena, l'ipotesi va accolta non senza riserve.
Opere di L. sono presenti in raccolte a stampa pubblicate da Ottaviano Petrucci e altri editori tra il 1507 e il 1519; le pubblicazioni più tardive suggeriscono che la sua attività di frottolista sia proseguita durante il periodo lucchese, dopo la tuttora sconosciuta fase norditaliana della sua carriera, e possono costituire pertanto una testimonianza della diffusione della frottola in area toscana.
La lauda a quattro voci A te drizo ogni mio passo / in te sola è el pregar mio è una barzelletta di argomento mariano, dalla tipica ed efficace quadratura melodica sostenuta e assecondata ritmicamente dalla parte di basso, mentre le voci centrali sono leggermente più fiorite. Le otto frottole appartengono a diverse tipologie metriche (strambotto, oda, barzelletta) e hanno argomento prevalentemente melanconico-amoroso. Lo strambotto "in forma d'ottava toscana" Ameni colli, aprici monticelli a cinque voci offre un esempio di quelle frottole in cui la parte superiore domina il tessuto compositivo, al punto da favorire un'esecuzione per voce sola e accompagnamento strumentale. La melodia quasi recitativa, articolata in due frasi (da ripetere per intonare tutti i versi dell'ottava) con coda e prolungata extensio melodica, è intessuta di note ribattute e formule cadenzali: Disertori, con enfasi non pienamente condivisibile, ha voluto vedervi addirittura un'anticipazione del linguaggio monteverdiano. In altre frottole, come l'oda Serà chi per pietà si adopra aitarme, emerge una scrittura polifonicamente più complessa che ricorre anche all'uso espressivo della dissonanza.
Opere (a 4 voci salvo dove indicato): lauda A te drizo ogni mio passo, in Laude [(] libro secondo, Venezia, O. Petrucci, 1508 (Répertoire international des sources musicales [RISM], s. B/1, Recueils imprimées XVIe-XVIIe siècles, 1508/3), in Die mehrstimmige italienische Laude um 1500, a cura di K. Jeppesen - V. Brøhndal, Leipzig-København 1935, pp. 84 s.
Frottole: Ameni colli, aprici monticelli, a 5 voci, in Frottole [(] libro octavo, Venezia, Petrucci, 1507 (RISM, s. B/1, 1507/4); poi in Tenori e contrabassi intabulati col soprano in canto figurato per cantar e sonar col lauto. Libro secundo, Fossombrone, Petrucci, 1511: ed. moderna, in Le frottole per canto e liuto intabulate da Franciscus Bossinensis, a cura di B. Disertori, Milano 1964 ("Istituzioni e monumenti dell'arte musicale italiana", n.s., 3), nonché in Frottole. Libro octavo. Venezia 1507 / Ottaviano Petrucci, a cura di L. Boscolo, Padova 1999; Alme celeste che riposo date (ed. moderna, in Le frottole(, Milano 1964, cit.), Quando mi mostra amor per consolarme, Serà chi per pietà si adopra aitarme (ed. moderna, ibid.), in Frottole(, Venezia 1507 (tutte presenti anche in Frottole(, Padova 1999, cit.); Benigno e grave aspecto, Haimè né mo' né mai, Vinto da passion, in Canzoni sonetti strambotti et frottole. Libro quarto, Roma, A. Antico e N. Giudici, 1517 (RISM, s. B/1, 1517/2); ried., Venezia, A. Antico, 1520; Hor che serà di me, in Fioretti di frottole, barzelette, capitoli, strambotti e sonetti libro secondo, Napoli, G.A. De Caneto, 1519 (RISM, s. B/1, 1519/4).
Fonti e Bibl.: L. Nerici, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879 (ed. anast., Bologna 1969), pp. 46, 154 s. e note; G. Cesari - R. Monterosso - B. Disertori, Le frottole nell'edizione principe di O. Petrucci, Cremona 1954, pp. LIX, LXI, LXIV; B. Lee, G.M. Lanfranco's "Scintille di musica" and its relation to 16th-Century music theory, diss., Cornell University, Ithaca, NY, 1961, pp. 14 s.; K. Jeppesen, La frottola, Århus-København 1968-69, I, pp. 156 s. e passim; II, ad ind.; F. Luisi, La musica vocale nel Rinascimento, Torino 1977, pp. 92 s.; F.A. D'Accone, Instrumental resonances in a Sienese vocal print of 1515, in Le concert des voix et des instruments à la Renaissance, a cura di J.-M. Vaccaro, Paris 1995, p. 337; Id., The civic muse: music and musicians in Siena during the Middle Ages and the Renaissance, Chicago 1997, pp. 313 s., 757; L.L. Perkins, Music in the age of the Renaissance, New York 1999, pp. 409-411; R. Eitner, Quellen Lexikon, VI, pp. 199 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, VIII, coll. 1255 s.; La musica, Diz., II, p. 154; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 513; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 280.