MATTIOLI, Ludovico
– Figlio di Francesco Maria e di Angela Barbieri, nacque a Crevalcore (nei pressi di Bologna) il 2 genn. 1662.
Trasferitosi nella città felsinea con la famiglia in giovane età, studiò presso i gesuiti e frequentò il convento dei padri dell’Annunziata perché desiderava diventare francescano; ma in seguito abbandonò quest’idea.
Dalle fonti (Zanotti; Crespi; Atti) si evince che il M. realizzò da autodidatta i primi disegni raffiguranti paesaggi; ma fu solo dopo la morte del padre, per mantenere la famiglia, che si dedicò interamente alla produzione grafica e proprio per incrementare i guadagni decise di accostarsi all’arte incisoria, specializzandosi nella realizzazione di piccoli paesaggi e ritratti già dal 1684.
La sua produzione comprende un elevato numero di paesaggi, ma anche soggetti sacri e storico-allegorici, ritratti, apparati scenici per feste e illustrazioni per libri; stilisticamente il suo percorso denota un andamento discontinuo e non sempre qualitativamente elevato. Degna di nota è la celebre serie che riproduce in controparte 14 disegni di paesaggi di G.F. Barbieri (il Guercino), tratti dalle stampe dell’incisore francese Jean Pesne: le realizzazioni rivelano una resa raffinata ed elegante, in modo
particolare nel fogliame e negli alberi agitati dal vento; mentre i contorni fermi e definiti denotano uno stile preciso e analitico.
Tra le numerose incisioni di soggetti sacri si ricordano per buona esecuzione: la Madonna del Latte da A. Allegri, detto il Correggio (Budapest, Museo di belle arti); la Morte di s. Giuseppe di M. Franceschini; l’Assunzione della Vergine di D. Creti. Tra i ritratti si segnala quello di Laura Bassi Verati, la più illustre tra le donne laureate a Bologna, nonché prima docente universitaria in Europa.
Zanotti lo dice anche pittore assegnandogli l’affresco raffigurante un Paesaggio con s. Bartolomeo dipinto sullo scalone dell’oratorio di S. Bartolomeo di Reno a Bologna.
L’opera è realizzata con eleganza e precisione in modo particolare nella resa del paesaggio, caratteristiche che si riscontrano anche nella produzione incisoria; della sua attività pittorica non si hanno altre informazioni e anche le fonti lo citano quasi esclusivamente come incisore. Tuttavia su base stilistica gli sono stati attribuiti due dipinti raffiguranti Paese con aratura e Paese con viandanti della collezione Leoni di Bologna (Buscaroli). Inoltre nell’inventario del conte Pietro Francesco Castelli, datato 10 dic. 1694, sono citati 6 piccoli quadri del Mattioli (Morselli). Alcuni suoi disegni sono conservati presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi di Firenze: si tratta di una Madonna con Bambino (20324 F); di un S. Giobbe, copia da Guido Reni (20325 F); di una Maria Vergine in gloria con santo frate in adorazione del Bambino (20326 F); di una Visione di s. Bruno con paesaggio (20327 F); di un Vecchio mendicante (20328 F).
Fondamentale per lo sviluppo dell’attività del M. fu l’incontro con il pittore Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo, con cui avviò una proficua collaborazione, tanto che Crespi riportò il nome dell’incisore nel dipinto Il corriere (Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle; Merriman, p. 298).
La frequentazione della bottega di Crespi, che raggiunse il culmine tra il 1710 e il 1715, consentì al M. di migliorare le sue capacità di incisore e di produrre una elevata quantità di stampe (ibid., p. 148). Sembrerebbe, addirittura, che il M. firmasse come proprie alcune incisioni elaborate da Crespi: «il bel rametto della Presentazione al Tempio, dallo Spagnolo intagliato in figure piccole, porta sotto il nome Mattiolus» (Crespi, p. 239). Crespi incise inoltre per il M. i dipinti della cappella Gessi nella chiesa di S. Bartolomeo a Bologna, due Resurrezioni, di cui una probabilmente tratta dal dipinto ora nel North Carolina Museum of art di Raleigh, un’acquaforte realizzata nel 1710, anno dell’entrata del M. nell’Accademia Clementina di Bologna.
Tra le numerose incisioni realizzate dal M. da dipinti di Crespi si annoverano: S. Girolamo nel deserto con gli angeli del 1711, S. Antonio di Padova del 1714, S. Filippo Neri e S. Carlo Borromeo del 1724 e S. Vincenzo Ferreri del 1742.
Il sodalizio con Crespi permise al M. di realizzare una serie di acqueforti, molto probabilmente già a partire dal 1710, per l’opera intitolata Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Giulio Cesare Croce continuata da Camillo Scaligeri Della Fratta (A. Banchieri).
Le immagini illustrano i momenti salienti delle peripezie dei tre personaggi all’interno di paesaggi o di edifici dall’architettura elementare. Sull’attribuzione al M. di questa serie permangono, tuttavia, molte incertezze, per via della testimonianza di Luigi Crespi, figlio del pittore, secondo cui il padre avrebbe realizzato le incisioni che illustravano la storia di Bertoldo, e in seguito le avrebbe messe in vendita sotto il nome del M. (Merriman, p. 148). Non appare ancora chiarita la relazione che intercorse tra i due artisti nell’esecuzione delle acqueforti, perché le due serie originali del Bertoldo, identiche tra loro, rispettivamente di proprietà della Pinacoteca e della Biblioteca comunale di Bologna, mostrano alcune incisioni con due firme, quella del M. e quella di Crespi, mentre altre presentano solo la firma di quest’ultimo.
Ciò che invece appare certo è che Crespi concesse al M. la possibilità di incidere nuovamente la serie del Bertoldo, negli anni Trenta del Settecento, per lo stampatore Lelio Della Volpe: l’opera con le incisioni del M. fu pubblicata a Bologna nel 1736.
Proprio in questa nuova serie il M. esprime tutta la sua abilità incisoria, conferendo alle singole raffigurazioni una sobria eleganza grazie, ancora una volta, alla resa meticolosa e precisa dello sfondo paesaggistico.
Il M. morì a Bologna il 15 ott. 1747.
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Mss., B.911 [1767-1811]: B. Carrati, Li morti e sepelliti in varie chiese di Bologna, c. 554; G. Zanotti, Storia dell’Accademia Clementina di Bologna, I, Bologna 1739, pp. 21-26; L. Crespi, Felsina pittrice. Vite de’ pittori bolognesi…, III, Roma 1769, pp. 223, 238-241; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degl’intagliatori, II, Siena 1808, pp. 218-222; G. Atti, Vita di L. M. di Crevalcore, incisore del sec. XVIII, Bologna 1836; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, p. 509; Mostra del Settecento bolognese (catal.), a cura di G. Zucchini - R. Longhi, Bologna 1935, pp. 87 s., 117, 123, 135 s., 151; R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, p. 377; A. Ottani Cavina - R. Roli, Commentario alla Storia dell’Accademia Clementina di G.P. Zanotti, Bologna 1977, p. 142; M.P. Merriman, G.M. Crespi, Milano 1980, ad ind.; L’arte del Settecento emiliano. Architettura, scenografia, pittura di paesaggio (catal.), a cura di A.M. Matteucci et al., Bologna 1980, p. 218 n. 331; P. Bagni, Il Guercino e il suo falsario. I disegni di paesaggio, Bologna 1980, ad ind.; The illustrated Bartsch. Italian masters of the seventeenth century, XLIII, New York 1982, pp. 36-215; M.A. Chiari, Incisioni da Tiziano: catalogo del fondo grafico a stampa del Museo Correr, Venezia 1982, p. 160 n. 186; P. Milesi, Diz. degli incisori…, Bergamo 1982, p. 162; D. De Grazia, Le stampe dei Carracci con i disegni, le incisioni, le copie e i dipinti connessi, Bologna 1984, pp. 236, 346; M. Lolli, Le acqueforti di L. M. (1662-1747), in Il Carrobbio, X (1984), pp. 184-197; In Presepio. Immagini della Natività nelle incisioni dei secoli XVI-XIX (catal.), a cura di I. Olivieri - A. Vicini Mastrangeli, Roma 1987, pp. 120 s.; A. Czére, F. Bosio, L. M., and A.M. Monti: eighteenth-century Bolognese landscape drawings, in Master Drawings, XXIX (1991), 4, pp. 385-409; G.F. Barbieri il Guercino 1591-1666. Disegni (catal.), a cura di D. Mahon, Bologna 1992, pp. 273, 275 s.; P. Bellini, Diz. della stampa d’arte, Milano 1995, p. 354; M. Mussini, Correggio tradotto, Milano 1995, p. 155 n. 223; J. Turner, in The Dictionary of art, XX, London-New York 1996, pp. 848 s.; R. Morselli, Collezioni e quadrerie nella Bologna del Seicento: inventari 1640-1707, Santa Monica, CA, 1998, ad ind.; R. Cristofori, Agostino, Annibale e Ludovico Carracci. Le stampe della Biblioteca Palatina di Parma, Bologna 2005, ad ind.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 267.