Calligrafo (n. a Cornedo Vicentino, vissuto nella seconda metà del sec. 15º e nella prima metà del sec. 16º). Fu copista di codici di presentazione, disegnatore di caratteri corsivi intagliati in legno e di tipi per la stampa, tipografo ed editore.
Se assai scarse sono le notizie sulla sua vita, numerosi sono i manoscritti e le edizioni che illustrano la sua opera. Dal 1510 operò a Roma come amanuense (codice firmato e datato dell'Itinerario nello Egypto di L. da Varthema, dedicato a V. Colonna) e come editore della stessa opera stampata da E. Guillery ed E. Nani a sua istanza. Altri due codici sottoscritti sono l'Etica di Aristotele (1517) in traduzione latina e il Missale Romanum (1520), eseguito per G. de' Medici, poi Clemente VII. Dalla primavera-estate 1524 al giugno 1527 lavorò come editore a Roma; a questi pochi anni appartengono tutti i tipi disegnati dal V. e tutte le edizioni uscite dalla sua officina: dopo il sacco di Roma scompare ogni sua traccia. Si sa che nel 1523 o nel 1525 soggiornò per breve tempo a Venezia. Il V. introdusse nei manoscritti una cancelleresca all'antica, e si ritiene che fu proprio la versione a stampa di questa lettera a divenire il capostipite dei corsivi moderni. L'esemplificazione calligrafica di essa si ha nelle due opere del V., La operina di L. V., da imparare di scrivere littera concellerescha (Roma, 1522) e Il modo da temperare le penne con le varie sorti de littere ordinato per L. V. (Roma, 1523), che è la raccolta completa di tutti i tipi disegnati dal V. e delle edizioni uscite dalla sua officina. La personalità artistica del V. ha influito su numerosi stampatori tra cui A. Blado, nelle cui mani, secondo alcuni, sarebbero pervenuti i tipi del V. dopo il sacco di Roma.