DE TORRES, Ludovico
Nacque a Malaga (Spagna) il 6 nov. 1533, da Juan, di antica famiglia nobile; il nonno Hernando aveva ottenuto il titolo di "regidor perpetuo" della città di Malaga. Nel 1550 il D. venne in Italia, chiamatovi dallo zio paterno Ludovico, arcivescovo di Salerno, il quale gli procurò subito un protonotariato apostolico e una prepositura nella Chiesa di Valencia con "grossa entrata"; in seguito conseguì un analogo beneficio anche sulla Chiesa di Talavera.
Fu lo zio a spianargli la carriera in Curia: all'inizio del 1552 il D. era già cappellano e familiare del papa e, nel gennaio di quell'anno, Giulio III lo nominò chierico della Camera apostolica, col particolare privilegio di entrarvi a solo diciotto anni; della Camera apostolica sarebbe divenuto poi decano e presidente. Nel 1553 fu nominato referendario delle due Segnature. Il 6 marzo 1570 Pio V gli affidò una nunziatura straordinaria presso le corti di Spagna e di Portogallo, con il compito principale di trattare la costituzione di una lega tra Spagna, Venezia e S. Sede contro i Turchi.
Nel marzo di quell'anno, di fronte alla possibilità sempre più incalzante di un attacco turco contro Cipro, la S. Sede era infatti riuscita a fare accettare a Venezia, che da tempo chiedeva aiuti, l'idea di una lega offensiva e difensiva con la Spagna, aperta a tutti gli altri Stati cattolici; compito del D. era di ottenere approvvigionamenti di grano siciliano per i veneziani e l'invio, a breve scadenza, della flotta spagnola in Sicilia. Il D. doveva anche promuovere presso Filippo II l'investitura di Cosimo de' Medici a granduca di Toscana e sollecitare aiuti per l'opposizione cattolica inglese che, nel novembre dell'anno precedente, si era ribellata contro la regina Elisabetta.
La scelta del D., come notava l'ambasciatore spagnolo J. de Zuñiga, era stata dettata soprattutto dal desiderio di nominare una persona ben introdotta alla corte di Spagna, in grado di offrire buone garanzie al re; e il D., pensava l'ambasciatore, era appunto uno dei vassalli del re che "mejor han cumplido en el mundo esta obligación" (Serrano, Correspondencia, pp. 252 s.).
Partito il 16 marzo, il D., dopo una breve sosta presso Cosimo I, si imbarcò a Genova, sulla nave dell'ambasciatore veneto L. Donà. Il 22 aprile si incontrò per la prima volta con Filippo II a Cordova. Mentre le richieste circa l'invio della flotta e gli approvvigionamenti vennero accettate subito, per la questione della lega le cose furono rimandate. Un secondo incontro avvenne il 4 maggio, e in quella occasione il D. consegnò un suo memoriale al re. Intanto il Consiglio di Stato, dopo essersi riunito undici volte, diede parere favorevole: il D., per il successo della sua richiesta, poté contare sull'appoggio del principe di Eboli Ruy Gómez de Silva, del cardinal D. de Espinosa e del segretario di Stato A. Perez, che dei Torres era amico di famiglia. Il 16 maggio Filippo II accettò la proposta di costituzione di una lega offensiva e difensiva e il D. inviò immediatamente il suo segretario Vergara a Roma con la notizia.
A convincere il re fu, in parte, la paura di un possibile aiuto turco ai Moriscos e, soprattutto, la prospettiva delle sostanziose entrate che sarebbero potute provenire dalla conferma del "sussidio" e dalla concessione della "cruzada" e dell'"excusatio". Inoltre le stesse concezioni politico-religiose del re lo portavano a ritenere la lotta al Turco a fianco della Chiesa cattolica un dovere fondamentale della Corona di Spagna. Fu accettata anche la proposta di nominare negoziatori per le trattative della lega l'ambasciatore Zuñiga, il cardinal P. Pacheco e il cardinale A. Perrenot di Granvelle.
Dopo essersi fermato a Malaga per visitare la sua famiglia, il D. all'inizio di giugno proseguì per il Portogallo. Ma re Sebastiano non volle saperne di aderire alla lega. La missione portoghese del D. comprendeva anche un altro punto segreto, molto importante per la diplomazia pontificia: si trattava di convincere il re al matrimonio con Margherita di Valois, per impedire così che prendesse corpo l'ipotesi di un progetto di nozze con l'ugonotto Enrico di Borbone.
Proprio rispetto a questa questione, però, il D. ritenne che le credenziali ricevute non fossero sufficienti. Pertanto nel luglio tornò a Madrid e mandò a chiedere a Roma nuove lettere credenziali e, ricevutele, nel settembre tornò in Portogallo. Tuttavia il re portoghese, oltre a escludere di nuovo un suo intervento nella lega sostenendo che la flotta doveva proteggere le coste dai pirati ugonotti e dai possibili attacchi dei barbareschi, rifiutò decisamente anche l'idea del matrimonio francese. Il 4 ottobre il D. fece ritorno a Madrid e il 21 dello stesso mese partì alla volta di Roma.
Nel 1571 il D. fu nominato prefetto dell'Annona, carica che ricoprì anche nei due anni successivi. Il 9 dic. 1573 fu creato arcivescovo di Monreale, ma raggiunse la sua sede solo nel maggio dell'anno seguente. Succedeva al cardinale Alessandro Farnese, che però continuava a serbare per sé non solo la ricca rendita di 40.000 ducati, ma anche la giurisdizione temporale della diocesi, riservando al D. 3.000 ducati annui. Il D. chiamò subito presso di sé il nipote Ludovico e lo nominò suo vicario. Nel 1575 celebrò un sinodo e, nel settembre, si recò a Roma per il giubileo.
A Monreale compì vari lavori di sistemazione sia nel paese sia nel duomo; il più notevole fu il rifacimento del sepolcro di Guglielmo il Buono. Nel febbraio del 1578 fu incaricato da Gregorio XIII di recarsi a Malta per consacrarvi la nuova chiesa di S. Giovanni Battista.
A Malta il D. fece ritorno nel luglio del 1579, inviatovi nuovamente da papa Gregorio, questa volta per una missione di carattere diplomatico: doveva cercare di dirimere la violenta controversia sorta tra il vescovo Tomaso Gargallo e il gran maestro J. Levesque de la Cassière, per questioni economiche e giurisdizionali. Il D. non riuscì a riconciliarli e si limitò pertanto a istruire il processo.
Nel novembre il D. tornò in Sicilia, e, all'inizio del 1580, chiamatovi dal papa, si recò a Roma dove nel febbraio fu nominato assistente al Soglio: tornò in sede alla fine dell'anno. Qui, preoccupandosi di rafforzare le sue prerogative vescovili, entrò in contrasto col vescovo di Catania che non voleva riconoscersi suo suffraganeo. Il D. continuò a interessarsi delle vicende dell'isola, specie delle questioni inerenti alla sua difesa dai Turchi. Aveva scritto anche una relazione su Malta (Libro delle cose di Malta), edita da P. Collura nell'Archiviostorico di Malta (1937-1940).
Divenuto lo Zuñiga viceré di Napoli, il D. gli scrisse per chiedergli sei galere in prestito per i cavalieri gerosolimitani, richiesta che però non fu gradita allo stesso gran maestro che pensava questo fosse solo un modo per aumentare il peso politico della Spagna nell'isola. La cosa era in effetti plausibile poiché il D. fu sempre un fedelissimo del partito spagnolo, come più volte testimoniò lo Zuñiga, e "como son buenos testigos los embaxadores que aqui han estado" (Serrano, p. 252). Nel 1583, malato, il D. tornò a Roma dove morì il 31 dic. 1584.
Fonti e Bibl.: La maggior parte dei documenti relativi al D. sono nell'Archivio Dragonetti De Torres, accorpato all'Archivio di Stato dell'Aquila. Altri documenti nei fondi della Biblioteca Torres e nel Tabulario del duomo in Monreale. A proposito dell'Archivio Dragonetti De Torres cfr. P. Collura, L'Archivio Dragonetti De Torres in l'Aquila, in Notizie degli Archivi di Stato, X (1950), pp. 135-142; Arch. segr. Vaticano, A.A. Arm. I-XVIII, nn. 2309, 2310, 2317; Ibid., Arm. XXX, 243, f. 184r; 246, ff. 19r-21r, 30, 130r; 251, ff. 9, 56r-59v; Ibid., Arm. XLII, 29, ff. 106r-111v; 34, ff. 449r-450v; Ibid., Fondo Borghese, I, 11, ff. 77r-79v; Ibid., Reg. Vat. 1722, ff. 54r-56v; Bibl. ap. Vaticana, Ferr. 283: G. P. Caffarelli, Notizie della famiglia Torres, ff. 165v-167r; Ibid., Ottob. lat. 2232, f. 103v; Ibid., Urb. lat. 841, ff. 55r-291v; Ibid., Vat. lat. 6946, f. 134v; Lettere di principi, Venezia 1577, pp. 260-265; U. Folieta, De sacro foedere in Selimum, Genuae 1585, pp. 20, 26-32; G. Catena, Vita del gloriosissimo papa Pio Quinto, Roma 1586, pp. 152 s., 225-252; L. De Torres, Historia della Chiesa di Monreale, Roma 1596, pp. 121-135; Tesoro politico, Milano 1600, pp. 506-552; A. Gabutio, De vita et rebus gestis Pii V Pont. Max., Romae 1605, pp. 125 s., 128 s.; A. Possevino, Apparatus sacer, II, Venetiis 1606, p. 364; F. Goubeau, Apostolicarum Pii Quinti Pont. Max. Epistolarum, Antverpiae 1640, pp. 302-320, 337-357; J. Laderchi, Annales ecclesiastici, Romae 1737, pp. 12-18, 27-38; B. Sereno, Commentari della guerra di Cipro e della Lega dei principi cristiani contro il Turco, Monte Cassino 1845, pp. 45, 394, 427-431; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e edifizi di Roma, III, Roma 1873, p. 238; IV, ibid. 1874, pp. 335, 393; VIII, ibid. 1877, p. 129; L. Serrano, Correspondencia diplomatica entre España y la Santa Sede durante el pontificado de s. Pio V, III, Madrid 1914, pp. 25, 251 ss., 260 s., 268-275, 276, 279, 294 s., 299, 302 ss., 314 s., 321 s., 324-329, 331, 335, 337 ss., 359 s., 365-374, 378, 388, 390, 393, 397 ss., 401, 406, 409-412, 438, 461, 482-486, 490-493, 501, 510; A. Dragonetti De Torres, La lega di Lepanto nel carteggio diplomatico inedito di Don Luys D. nunzio straordinario di s. Pio V a Filippo II, Torino 1931; G. Bentivoglio, Memorie e lettere, Bari 1934, p. 84; J. Oloarra Garmendia-M. L. Larramendi, Indices de la correspondencia entre España y la Santa Sede durante el reinado de Felipe II, I, Madrid 1948, pp. 119, 121-127, 129, 131, 134, 136; R. Pirro, Notitiae Siciliensium ecclesiarum, Panormi 1630, pp. 433 ss.; G. Garampi, Saggi di osservazione sul valore delle antiche monete pontificie, Roma 1766, pp. 298, 303 s.; G. Millunzi, Storia del seminario arcivescovile di Monreale, Siena 1895, pp. 6-10; R. Hinojosa, Los despachos de la diplomacia pontificia en España, Madrid 1896, pp. 188-193; G. Millunzi, L'ospedale civico e le istituzioni sanitarie in Monreale nel sec. XVI, Palermo 1901, pp. 8-10, 27 s.; Id., Il Tesoro, la Biblioteca ed il Tabulario della chiesa di S. Maria Nuova in Monreale, Palermo 1904, pp. 27 s., 43 s., 89 s., 157-159; Id., Decreti e regolamenti della Maramma di S. Maria Nuova di Monreale, Palermo 1906, pp. 23 ss.; L. Serrano, La Liga de Lepanto entre España, Venecia y la Santa Sede, I, Madrid 1918, pp. 50-59, 72 s., 324; L. von Pastor, Storia dei papi, VIII, Roma 1924, pp. 308, 523-526, 531; P. Collura, Le due missioni di mons. L. I D. in Malta (1578-1579), in Arch. stor. di Malta, VIII (1937), pp. 33-39, 40-43 (pubbl. la prima parte del Libro delle cose di Malta del D.); Id., Ancora sull'inchiesta di mons. D. in Malta, ibid., X (1939), pp. 178 ss.; Id., La difesa militare di Malta nel sec. XVI, ibid., XI (1940), pp. 177-193, 194-203 (seconda parte del Libro delle cose di Malta).