LUDOVICO da Vicenza
Nato a Vicenza agli inizi del XV secolo, entrò, probabilmente in giovane età, nell'Osservanza francescana; i biografi, per deduzione, legano questa circostanza al ciclo di omelie che Bernardino da Siena tenne nella città nel 1423. Si ignorano le origini familiari di L., anche se tradizioni tarde lo indicano come appartenente ora alla nobile famiglia Volpe, che ricoprì un ruolo importante nella promozione degli osservanti a Vicenza, ora alla famiglia Aleardi. Il primo dato certo è l'elezione di L. a vicario provinciale della vicaria veneta durante il capitolo celebrato a Schio nel gennaio del 1447. Su questo evento si conserva un'affettuosa lettera a L. di Alberto Berdini, che da Brescia si congratulava con il confratello più giovane per l'inattesa elezione. L'incarico, che L. ricoprì fino al 1450, fu confermato per un secondo triennio nel capitolo tenuto nel 1453 nel convento di S. Biagio, presso Vicenza, durante il quale L. si fece promotore di una serie di regole disciplinari, elencate in un codice del XV secolo conservato nella Biblioteca di Zara (Golubovich).
Nel maggio del 1455 L. partecipò a Bologna al capitolo generale dell'Osservanza cismontana che doveva nominare il nuovo vicario generale, entrando nel novero dei candidati. Eletto Battista Tagliacarne, L. fu scelto in quell'occasione, insieme con Giovanni da Capestrano, Giacomo della Marca, Marco da Bologna, Antonio da Bitonto, Giovanni da Prato, tra coloro che, su richiesta di Callisto III, dovevano predicare per la crociata contro i Turchi. Il nuovo ufficio lo fece decadere dalla carica di vicario provinciale, che passò a Pietro Morosini. Dopo aver partecipato, nel novembre dello stesso anno, alla congregazione convocata ad Assisi da Callisto III, il cui scopo, non raggiunto, era quello di trovare un accordo tra conventuali e osservanti, L. fu nominato, con bolla pontificia del 19 genn. 1456, esattore apostolico delle decime e delle usure degli ebrei in Romagna, nei domini estensi (Modena, Reggio e Ferrara) e nel Mantovano, al fine di reperire mezzi economici per la lotta contro i Turchi.
Dopo una terza nomina a vicario generale ottenuta nel 1457 a Vicenza, nel maggio del 1461 L. fu eletto vicario generale della provincia cismontana nel capitolo generale tenuto nel convento dell'Annunziata di Osimo. Durante il suo governo dovette affrontare l'acuirsi della decennale controversia tra le due vicarie provinciali della Bosnia e della Dalmazia in merito ai confini e alla giurisdizione sulla raccolta delle elemosine: il 13 maggio 1462 ricevette dal pontefice Pio II l'ordine di recarsi in quelle zone con il compito di imporre provvedimenti drastici che prevedevano tra l'altro la sottomissione delle due regioni a un solo vicario provinciale di nazionalità italiana e di nomina triennale, al fine di scoraggiare le spinte autonomistiche. La missione di L. non fu risolutiva, soprattutto a causa delle forti resistenze incontrate all'interno della provincia bosniaca, che era più popolosa e che poteva vantare una migliore situazione economica rispetto a quella dalmata, tanto che lo stesso papa, con una lettera del 16 febbr. 1463, si trovò costretto a minacciare di scomunica i frati che non avessero ottemperato a tali disposizioni.
Scaduto il suo mandato, che passò nelle mani di Marco da Bologna in occasione del capitolo generale tenutosi in Assisi il 20 maggio 1464, L. ricoprì nel decennio successivo una serie di incarichi che lo portarono dapprima in Sardegna, quindi, nel 1469, in Austria, Polonia e Boemia, dove svolse le funzioni di commissario con poteri equivalenti a quelli di vicario generale, e infine in Calabria, in qualità di visitatore degli osservanti su incarico confermato da Sisto IV il 2 marzo 1472. Nel maggio di quell'anno L. fu chiamato con breve pontificio insieme con il confratello Giacomo della Marca, che però non riuscì a essere presente, a presiedere il capitolo generale che si tenne all'Aquila in occasione della traslazione del corpo di Bernardino da Siena nella nuova chiesa osservante a lui titolata.
Tra le questioni più urgenti vi era la separazione dalla provincia di Milano dei cosiddetti "capriolanti", osservanti della diocesi di Brescia seguaci di Pietro da Capriolo i quali avevano ottenuto, con la bolla pontificia del 18 febbraio Circa felicem statum, l'autonomia dalla provincia di Milano entrando alle dirette dipendenze del ministro generale dei francescani e avevano rivolto accuse contro il vicario generale Marco da Bologna.
Eletto Angelo Carletti vicario generale, L. si recò con questo a Roma per rendere omaggio al pontefice. Abbiamo notizia di un secondo viaggio a Roma nel 1477 insieme con il nuovo vicario generale Pietro da Napoli in occasione del quale L. si sarebbe fatto portavoce della richiesta di una indulgenza plenaria in articulo mortis per tutti i familiari dei frati e delle monache dell'Ordine.
Nel 1481 partecipò al capitolo generale di Ferrara durante il quale gli fu affidato l'incarico di comporre una biografia ufficiale di Bernardino da Siena.
La Vita sancti Bernardini Senensis, dedicata al cardinale Gabriele Rangone, fu data alle stampe a Vicenza presso il tipografo Jacques de la Douze intorno al 1482 (Indice generale degli incunaboli [141], 5897) e tradotta in italiano a Venezia con il titolo Legenda de sancto Bernardino nel 1513 per i tipi di Simone da Luere (o da Lovere). Nella lettera dedicatoria, L. espone il piano dell'opera, suddivisa in tre parti: nella prima descrive la vita di Bernardino dalla giovinezza fino all'entrata nell'Ordine, nella seconda la sua opera pastorale e omiletica, nella terza infine la canonizzazione, la traslazione del corpo e i miracoli post mortem. L'opera fu prescelta durante il capitolo generale dell'Alverna, celebrato il 4 giugno 1484, per essere letta, opportunamente suddivisa in lezioni, durante l'ufficio proprio del santo senese e in occasione dell'anniversario della traslazione.
I bollandisti la pubblicarono nel 1685, come opera anonima e senza l'epistola al Rangone, nel quinto volume degli Acta Sanctorum di maggio. Se ne conserva una copia manoscritta nella Biblioteca nazionale di Napoli (Mss., VII.G.59, cc. 55r-78v).
Nel 1484 fu nuovamente eletto vicario provinciale; di questo terzo mandato, che durò pochi mesi, ci rimangono solo alcuni documenti relativi alla costruzione di due chiese con conventi nei comuni di Marostica e di Piove di Sacco, che fu concessa a L. da papa Innocenzo VIII con bolla del 24 novembre.
L. morì presumibilmente negli ultimi anni del XV secolo: deve essere infatti esclusa l'identificazione di L. con un altro Ludovico da Vicenza che nel 1506 ricoprì la carica di vicario provinciale e che morì nel 1528.
L. godette anche di una certa fama di santità, come dimostrano l'inserimento del suo nome nell'Index sanctorum et beatorum urbis Vicentiae, composto da Giulio Carcano nei primi anni del Seicento, dove è raffigurato insieme con il fondatore del Monte di pietà di Vicenza Marco da Montegallo (cfr. F. Barbaran Mironi, I), e la breve biografia compilata dallo storico vicentino Francesco Barbaran Mironi per il secondo volume della sua Historia ecclesiastica(, dedicato ai beati della diocesi.
Fonti e Bibl.: A. Berdini, Vita et opera, a cura di F. Harold, Romae 1688, pp. 429 s.; Bernardino da Fossa, Chronica fratrum minorum Observantiae, a cura di L. Lemmens, Romae 1902, p. XXI; Bullarium Franciscanum, n.s., II, a cura di J.M. Pou y Martí, Ad Claras Aquas 1939, pp. 65, 529 s., 539, 562; III, a cura di J.M. Pou y Martí, ibid. 1949, pp. 67 s., 93 s., 97, 823 s.; IV, 1, a cura di C. Cenci, Grottaferrata 1989, p. 97; Supplementum ad Bullarium Franciscanum, a cura di C. Cenci, I, ibid. 2002, p. 692; F. Barbarano de' Mironi, Historia ecclesiastica della città, territorio, e diocese di Vicenza, Vicenza 1649, I, p. 17; II, pp. 166-170; G. Vossio, De historicis Latinis libri III, Lugduni 1651, p. 595; Acta sanctorum Aprilis, II, Antverpiae 1685, p. 841; Acta sanctorum Maii, V, ibid. 1685, pp. 262-276; Amadio da Venezia, Vita di s. Bernardino da Siena propagatore della Osservanza nell'Ordine de' minori, Venezia 1744, Prefazione, pp. III-V [n.n.]; A. Zeno, Dissertazioni vossiane, I, Venezia 1752, pp. 360-362; P. Calvi, Biblioteca e storia de' scrittori vicentini, II, 1, Vicenza 1772, pp. 175-178; O. Ronconi, Per l'onore di tre beati, Vicenza 1908, pp. 266-272; G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, I, Romae 1908, p. 69; II, ibid. 1921, pp. 197 s.; P.M. Sevesi, La Congregazione dei capriolanti e le origini della provincia dei frati minori della Regolare Osservanza di Brescia, in Archivum Franciscanum historicum, VII (1914), pp. 108-120; G. Golubovich, Descriptio codicis Iaderensis n. 1552, ibid., X (1917), pp. 220-226; P.M. Sevesi, La Congregazione dei capriolanti sotto il titolo di S. Bernardino da Siena, in Studi francescani, IX (1923), 3, pp. 249-272; L. Wadding, Annales minorum, Ad Claras Aquas 1932, XII, 1438-56, pp. 322, 335; XIII, 1457-71, pp. 220 s., 503 s.; XIV, 1472-91, pp. 3-6, 186, 440; M.M. Frison, La santità nella provincia veneta di S. Antonio, in Le Venezie francescane, IV (1935), 1, pp. 221 s.; A.M. Berengo Morte, S. Bernardino da Siena nelle Venezie, Verona 1945, pp. 5 s.; Id., Fr. Lodovico da Vicenza, in Le Venezie francescane, XVII (1950), pp. 57-64, 100-113; C. Piana, Processi di canonizzazione di s. Bernardino, in Archivum Franciscanum historicum, XLIV (1951), p. 102; C. Cenci, Manoscritti francescani della Biblioteca nazionale di Napoli, II, Grottaferrata 1971, p. 620 e ad ind.; B. Brogliato, 750 anni di presenza francescana nel Vicentino, Vicenza 1982, pp. 146-149; G. Mantese, L'Osservanza francescana del sec. XV a Vicenza nel generale contesto dell'Osservanza monastica vicentina, Vicenza 1984, pp. 16-18; G.P. Pacini, Predicazione di minori osservanti a Vicenza, in Predicazione francescana e società veneta nel Quattrocento: committenza, ascolto e recezione. Atti del Convegno, Padova( 1987, in Le Venezie francescane, n.s., VI (1989), pp. 253-264; M. Montesano, La memoria dell'esperienza di Bernardino da Siena nell'agiografia del XV secolo, in Hagiographica, I (1994), pp. 271-286; Bibliotheca hagiographica Latina, nn. 1193 s.; Repertorium fontium historiae Medi Aevii, VII, p. 365.