LUDOVICO (Lodovico) da Casoria
Chiamato al secolo Arcangelo Palmentiere, nacque a Casoria presso Napoli l'11 marzo 1814. Nel 1832 entrò nei frati minori alcantarini, e più tardi istituì una congregazione a parte del terz'ordine francescano, detta dei "frati della carità", o "frati bigi" dal colore dell'abito, diffusi oggi in cinque città d'Italia. Morì a Napoli (Posillipo) il 30 marzo 1885.
Datosi tutto ad opere di carità, aprì ospizî, scuole, collegi popolari, chiese, a Roma, Assisi, Firenze, ma specialmente a Napoli: ivi nel 1882, settimo centenario della nascita di S. Francesco, aprì un ospizio marino per i marinai vecchi e i fanciulli scropolosi, inaugurandovi il monumento a S. Francesco attorniato dai terziarì francescani Dante, Giotto e Colombo; e diede da mangiare a cinquemila poveri in memoria dei 5000 frati convenuti al celebre Capitolo delle Stuoie. Prima aveva pensato anche all'Africa, e andato a raccogliervi i "moretti" aveva aperto un istituto per essi a Napoli nel 1852. La sua carità e la sua santa vita gli conciliarono l'ammirazione generale che gli permise d'influire anche in questioni politiche. Egli indusse Ferdinando II, ammalatosi in Bari, a tornare a Napoli. Caldeggiò l'unità d'Italia in accordo col papa, e scrisse in tal senso a Umberto I esortandolo a difendere "il papa con armi italiane"; come pure sostenne le parti dell'abate Luigi Tosti, quando per il suo opuscolo sulla conciliazione fu violentemente attaccato dagli avversarî d'un accordo tra il Vaticano e l'Italia. Fu tra i più autorevoli membri di quel gruppo neo-guelfo napoletano, cui appartennero Alfonso Capecelatro, Enrico Cenni, Alfonso della Valle di Casanova, Federico Persico e altri. La sua causa di beatificazione fu introdotta a Roma nel 1907.
I "frati bigi", estesi da Napoli in cinque altre città d'Italia, continuano nella missione del loro fondatore.
Bibl.: A. Capecelatro, Vita del p. L. da C., 2ª ed., Roma 1893.