BARBIERI, Ludovico
Nacque a Vicenza il 24 giugno 17 19 dal conte Ottavio e dalla nobildonna Laura Grassi. Perduto il padre, trascorse la fanciullezza, insieme con altri tre fratefli, sotto la guida dello zio, conte Giandomenico Barbieri. All'età di dieci anni fu mandato a Padova, dove rimase fino a ventitré anni, dedicandosi prima agli studi di grammatica e di retorica, e successivamente a quelli filosofici sotto la direzione di Alberto Calza e di Giovanni Graziani, interessandosi in seguito con un fervore erudito anche alla letteratura, alla medicina e alla fisica "per dar lume e regola alla quale si applicò eziandio alla Teologia".
Al soggiorno padovano risalgono alcune opere, che rispecchiano la varietà degli interessi del Barbieri. Nel 1739 usciva a Padova la Dissertazione accademica sopra l'Eneide di Virgilio e nel 1741,sempre a Padova, appariva il Discorso sopra la generazione, e natura de' fulmini (argomento sul quale il B. ritornò in una Lettera al molto rev. sig. D. Domenico S. Della generazione e natura de' fulmini,Vicenza 1748),ove si tentava di spiegare il fenomeno con l'ipotesi di un "aereo volume di esalazioni", che "non possono appressarsi oltre misura e mescolarsi senza acquistare una forza di repulsione, senza contrarre una valida fermentazione * (Discorso..., pp. 307 S.), per cui, "crescendo la focosa loro effervescenza, rotta la inferior parte della nube all'ingiù scoppiando si portano, o per la naturale tendenza della composizione fuhninea, o per la forza di alcun vento verticalmente sopra la nube spirante (pp. 309 S.).
Nel 1742, dopo la morte dello zio, il B. ritornò a Vicenza dove, nel 1744, sposò una nobildonna della città. Negli anni che seguirono, "affollato di spinosi affari e litigi", come egli stesso ebbe a dire, si distrasse in parte dai prediletti studi, o, comunque, riuscì a dedicarsi ad essi in un modo che riteneva insoddisfacente. Le numerose opere di argomento filosofico e scientifico, pubblicate nel periodo compreso tra il 1742 e il 1787, attestano tuttavia che l'attività del B. proseguì e fu, anzi, feconda.
Nel 1742 usciva a Venezia il De coniunctione animae et corporis,inteso a dimostrare che la causa della unione e della separazione dell'anima e del corpo doveva ricercarsi unicamente nella volontà divina, mentre il Saggio filosofico, o sia Dissertazione sopra la natura del piacere e del dolore (Venezia 1742)dichiarava l'identità del piacere con la virtù e del dolore con il male. Nel 1743 apparivano a Bassano le Verità filosofiche fondamentali,in cui il B. si proponeva di "convincere della Divina Esistenza" coloro che ne dubitassero e di trattare il problema relativo alla natura del corpo e alla natura dell'anima, al fine di dimostrame l'immortalità; allo stesso anno risale la Lettera fisico-medica intorno a, cibi pubblicata a Venezia.
Si ricordano ancora del B.: De Corporum principiis,Patavii 1744; De motus natura, ac legibus specimen novum, Venetiis 1746, in cui il moto era definito come "successiva creatio corporis in diversis temporibus" (p. 21); De Communicatione motus et virium aestimatione,ibid. 1747; Nuovo saggio intorno ai vapori e alle meteore,ibid. 1748; Nuovo sistema intorno l'anima delle bestie con la rigezione degli altri sistemi fin'ora proposti,Vicenza 1750 (il B. sosteneva "che i moti macchinali de' Bruti dipendono occasionalmente dalle volizioni di un'Anima possibile, e queste volizioni dipendono dalla previsione, che Dio ha delle affezioni, e impressioni, che quest'anima riceverebbe, se fosse in un dato corpo inesistente e dalla previsione eziandio di quella imperfetta libertà, che quest'anima eserciterebbe in certi casi", p. CXVII); Trattato della origine delle sorgenti e de' fiumi,Vicenza 1750; De Immacolata Deiparae Virginis conceptione,ibid. 1751; Nuovo saggio di metafisica e di fisica generale. Parte prima,ibid. 1752; De nativa maris salsedine,Venetiis 1753; Intorno alla filosofia degli stoici,ibid. 1754; Trattato di psicologia,ibid. 1756 (ove la natura dell'anima è definita come "potenza attiva", che nulla può conoscere senza "il concorso divino"); Dissertazione e parere su la controversia intorno alla natura della felicità,ibid. 1763; Della volontà o sia dell'amore del bene,Vicenza 1770; Della divinità e de' primari capi della religion naturale,ibid. 1775 (opera intesa a provare come i principi costituenti "il fondamento della vera Filosofia" - l'esistenza di Dio, l'immortalità dell'anima, la libertà dell'arbitrio, la provvidenza di Dio - siano i medesimi della "Religion naturale"); Riflessioni pratiche sopra gli abusi del Nome Santissimo di Dio,ibid. 1777; Errores maximi circa scientiam de motu detecti" ibid. 1779; Nuova scoperta e dichiarazione della vera corrispondenza ed analogia del colorito coi suoni chiamati vocali, e del chiaroscuro co, tuoni musici, con la espressione de' caratteri dei vari linguaggi,ibid. 1780; Della eternità divina e del tempo nostro,ibid. 1781 (mentre il concetto di tempo è valido relativamente all'esistenza dell'uomo, inteso come potenza attiva, esso non è valido relativamente a Dio, inteso come atto puro, cui l'esistenza "è presente tutta intiera" e non "successivamente"); Brevissimo saggio della immaterialità e della prestanza dell'anima umana,ibid. 1782; Storia del mare,Venezia 1782; Propositiones quadraturam circuli demonstrantes,Vicenza 1787;opere che, nell'insieme, caratterizzano abbastanza chiaramente il pensiero del B. ostile al razionalismo, avverso alle correnti sensistiche e materialistiche, ancorato ad una impostazione tradizionale dei problemi fìlosofici, dei quali propose soluzioni sempre concordanti con i principi fondamentali della religione cattolica, che a suo giudizio erano anche conformi ai principi naturali.
Altri suoi scritti si leggono nella Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici di A. Calogerà: cfr. soprattutto XXVI, Venezia 1742, pp. 183-235;XXIX, ibid. 1743, pp. 423468;XXX, ibid. 1744, pp. 291-338; XXXIV,ibid. 1746, pp. 1-88;XXXVI, ibid. 1747, pp. 305-434;XXXIX, ibid. 1748, pp. 371-470;XLI, ibid. 1749, pp. 179-246;XLVIII, ibid. 1753, pp. 143-165.
Il B. morì a Vicenza il 19 sett. 1791.
Bibl.: Novelle Letterarie [Venezial'XIV (1753), p. 644; XXIII (1762), p. 66; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 310313; G. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII fino ai nostri giorni,Venezia 1806, I, p. 210; IV, p. 89; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinauant'anni. Appendice,Venezia 1857, p. 85; G. Gasparera, I Musicisti vicentini,Vicenza 1880, pp. 54 s.; G. Gasi)ari, Cat. della Bibliot. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 17; Memorie dell'I. R. Accademia di scienze lettere ed arti degli Agiati in Rovereto...,Rovereto 1901-1905, p. 373; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono,in Miscellanea di storia veneta, s. 2, XI (1905-1908), pp. 66, 438.