Vedi LUCUS FERONIAE dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
LUCUS FERONIAE
Città dell'agro capenate, al 180 km della via Tiberina, presso Scorano (località Bambocci).
La ubicazione del centro antico, già lungamente discussa, è resa certa da scavi iniziati nel 1952. L'abitato si è sviluppato intorno al bosco ed al santuario arcaico della divinità sabina Feronia (v.). Centro di incontro e famoso mercato già in età regia (Liv., xxxvi, 2, 8), era situato fra i territori latino, sabino, etrusco e falisco, vicino al Tevere ed alla via Amenna, allo sbocco delle vie di comunicazione con le regioni picena e teramano-aquilana, le future vie Salaria e Caecilia. Rapporti culturali con queste aree sono rintracciabili fin dall'età arcaica. Del santuario si è rinvenuta una grande stipe, con ex voto riferentisi alla fecondità e all'abbondanza, databile in età ellenistica. Importanti alcune dediche in latino arcaico, con elementi sabini. Il tempio può forse riconoscersi in un edificio su un lato breve del Foro, in rifacimenti di età successive al saccheggio annibalico (Liv., loc. cit.; 211 a. C.). Su due cippi appaiono gli epiteti, da riferirsi a Feronia, di Salus e Frugifera.
Anche prima dell'insediamento di veterani in età augustea (Colonia Iulia Felix Lucus Feroniae) il centro doveva essere di una certa consistenza urbanistica e possedere un Foro. Si può ipotizzare una precedente colonizzazione sillana, di cui sarebbe testimonianza l'attributo di Felix conservato nella denominazione della successiva colonia.
Le numerosissime epigrafi onorarie del Foro testimoniano una florida vita dall'età giulio-claudia alla flavia, giungendo poi fino al 266. Poche monete si sono rinvenute dell'età tetrarchica, che sembra segnare la fine di questo centro.
Gli scavi hanno portato in luce sino ad ora solo l'area del Foro; di forma rettangolare allungata, fiancheggiata sul lato O da un lungo portico, dietro al quale si apre una fila di botteghe, interrotta a metà circa da una larga strada lastricata che corre con direzione E-O. Il lato opposto è delimitato da un alto muro in opera reticolata al quale si appoggia, dalla parte della piazza, una lunga e stretta vasca (fontana-abbeveratoio); un po' rientrante, e corrispondente alla strada E-O, è un ampio basamento di tufo, all'incirca quadrato, precedente alla sistemazione del Foro, di ignota destinazione. Il lato breve N del Foro è delimitato da un alto podio in bei parallelepipedi ortogonali di calcare, al quale si appoggiano i due pilastri recanti ciascuno una dedica alla dea Feronia, considerata come Salus e Frugifera. L'alta piattaforma (altezza m 2,20) che contiene in sé l'aerarium chiuso verso la piazza con una saracinesca, conserva al di sopra tracce di un edificio rettangolare con colonne di incerta destinazione che presenta almeno due rifacimenti; vi si accedeva in un primo tempo da S per mezzo di una scalinata, poi sostituita da un accesso a O, mentre al posto della scalinata precedente venne addossato al muro di facciata della piattaforma un pulpito (?) di uguale altezza, rivestito di lastre marmoree. A N dell'area colonnata (l'identificazione come tempio pare poco probabile) sono resti di un tempietto repubblicano, di un'aula absidata; dietro ad essi è un compitum, costituito da due strade incrociantisi, con una piccola latrina pubblica addossata al muro terminale dell'insula.
Negli ultimi scavi si sono messi in luce un piccolo anfiteatro, alcuni tratti di strade con case, e nell'area a N-E del Foro si è trovato materiale dal V sec. a. C. in poi (anelli, bronzetti, monete).
Tra i rinvenimenti più notevoli sono una serie di statue acefale togate e panneggiate, quasi tutte provenienti dall'aula absidata a O del tempietto repubblicano, una statua frammentaria di Augusto e un ritratto di Vespasiano.
Fra le istituzioni e collegi, si trovano menzionati la Iuventus, i Seviri Augustales, i Decuriones, e il corpo delle Mulieres Feronenses.
Bibl.: Philipp, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, s. v.; D. Vaglieri, in Diz., III, 2, 1897, s. v.; R. Bloch, in Compt. Rend. Ac. Inscr., 1952, pp. 620-628; R. Bloch-G. Foti, in Rev. Phil., XXVII, 1953, pp. 63-77; G. Mancini-G. Foti, in Not. Scavi, 1953, p. 13 ss.; A. Degrassi, Inscr. Lat. Liberae Reipublicae, Firenze 1957, p. 74 s., nn. 59 a e b; R. Bartoccini, in Nuova Antologia, 1954, pp. 79-88; F. Barreca, in Bull. Com., XXV, 1953-55, p. 16; R. Bartoccini, in Atti III Congr. Int. Epigr. Gr. e Lat., 1957, 1959, p. XXXVII; G. Colonna, in Arch. Class., X, 1958, pp. 37-49; id., in Annali Ist. It. di Numismatica, 1955, p. 185; id., Colonia Julia Felix Lucus Feroniae, in Atti II Congresso Intern. Arch. Class., 1958, Roma 1960 (dell'estratto).