TIRABOSCHI, Lucrezio
– Nacque ad Asola Bresciana. Non si hanno notizie riguardo alla famiglia di origine né alla sua infanzia.
Divenne frate carmelitano della Congregazione mantovana, nella quale avrebbe professato il 15 agosto 1530 (Vaghi, 1725, p. 206). Studiò nello studium generale carmelitano del convento bolognese di S. Martino Maggiore, dove conseguì il magistero in teologia. Fu a lungo lettore di scienze e teologia nell’abbazia mantovana dei benedettini di S. Benedetto di Polirone (Roma, Archivio generale dell’Ordine carmelitano, AGOC, II.Mantuana, 10, Series..., ca. 1585; Calvi, 1664, p. 374; Bernoni, 1863, p. 193).
Nel 1573, era priore del convento di S. Paolo in Ferrara, gravemente danneggiato dal terremoto del 1570. In tale veste, incaricò l’architetto Alberto Schiatti di procedere alla ricostruzione della chiesa e del convento (Cittadella, 1868). Nello studium generale di Ferrara, Tiraboschi insegnò teologia prima di trasferirsi a Bologna, dove gli vennero affidate le cattedre di oratoria e lingue orientali (Bernoni, 1863, p. 193). Partecipò al terzo periodo del Concilio di Trento, in qualità di teologo del patriarca di Venezia, Giovanni Trevisan. Tiraboschi risulta presente dalla sessione 19a alla 23a, ma non è escluso che abbia partecipato anche alle ultime (Seiger, 1943-1945, pp. 160-162, 166). Inoltre, tenne un’orazione in occasione della quarta domenica di Quaresima, il 21 marzo 1563; il discorso venne pubblicato a Brescia «ad instantiam Ioannis Baptistae Bozolae» e probabilmente per i tipi dello stampatore ebreo Jacob ben Marcario, stando alla marca tipografica sul frontespizio.
Partecipò a diversi capitoli della Congregazione e fu eletto definitore nei capitoli di Bergamo (Vaghi, 1725, p. 133) e Reggio Emilia (p. 143). Il 2 maggio 1575, il capitolo radunato a Bologna lo elesse vicario generale; la consultazione delle comunità fatta in precedenza e giunta per lettera non aveva avuto esito positivo, per cui si procedette all’elezione in capitolo: Tiraboschi risultò eletto con 47 voti su 55 (ibid.). Il 9 giugno seguente, durante il capitolo generale di Piacenza, fu confermato nell’ufficio dal priore generale, Giovanni Battista Rossi (Roma, AGOC, I.C.O.1[3], Regestum Ioannis Baptistae de Rubeis, cc. 453v-454r). I rapporti tra la Congregazione e l’Ordine però non erano facili: venivano sollevate di continuo questioni di giurisdizione soprattutto riguardo i limiti di autonomia dell’Osservanza (ibid., II.Mantuana, 2, commune, 1576, 1577). Il 9 settembre 1577, il capitolo della Congregazione riunito a Macerata elesse vicario generale Lattanzio Domanino; alcuni giorni dopo il priore generale dichiarò Tiraboschi decaduto dall’ufficio per essersi introdotto senza averne facoltà nei monasteri di Brescia, Parma e Reggio in occasione dell’elezione delle priore (ibid., 1577). Tiraboschi fece appello al pontefice Gregorio XIII, che gli diede ragione; quindi Rossi procedette a reintegrarlo assolvendolo con formula piena (ibid., II.C.O.6, Jurium Ordinis in Congregationem Mantuanam, cc. 155-156 e 309-310).
Mentre insegnava nell’abbazia di S. Benedetto di Polirone, nel marzo del 1566, Tiraboschi scrisse un commento spirituale al salmo 118 (119), intitolato Ethica Spiritus Sancti (Saggi, 1954, p. 257 nota 15).
Questa operetta di 56 pagine conobbe diverse edizioni, la prima delle quali uscita a Brescia per i tipi di Lorenzo Savio nel 1566. Il salmo 118 costituiva l’ossatura delle ore canoniche minori; l’opera è un esempio interessante della pratica dell’antica consuetudine carmelitana di meditare la Scrittura in continuità con il contesto liturgico.
Tiraboschi riprese poi questo commento inserendolo nella più ampia opera sul salterio pubblicata a Venezia presso Cristoforo Zanetti nel 1572. Altre opere di carattere esegetico furono Rationes textus heb. et editionis Vulgatae... (Venetiis 1572) e i due Commentaria sull’Apocalisse e il profeta Ezechiele.
Le Rationes sono un’interessante opera esegetica, in cui Tiraboschi offre, oltre alla traduzione dei vocaboli ebraici di ciascun salmo, anche un breve commento, nel quale dove è necessario si fanno rilevare le incongruenze o incoerenze della Vulgata rispetto al testo masoretico. La conoscenza dell’ebraico e delle lingue antiche, oltre a costituire materia d’insegnamento, favorì il contatto di Tiraboschi con alcuni rabbini. Tali rapporti non furono necessariamente sempre polemici, ma suggeriscono anche un dialogo neppure troppo sotterraneo tra i carmelitani e ambienti culturali ebraici, d’altra parte attestato in varie città nello stesso periodo.
Morì a Mantova dopo il 1578 (Roma, AGOC, II.Mantuana, 10, Series..., ca. 1585; Saggi, 1954, p. XXXII nota 40), non risulta infatti confermata da fonti sicure la data del 21 febbraio 1583 (Vaghi, 1725, p. 206).
Opere. Oratio habita ad patres in Concilio Tridentino. Quarta dominica quadragesimae anno Domini MDLXIII, Brixiae, ad instantiam Io. Baptistae Bozolae, 1563; Ethica Spiritus Sancti in omnium horarum canonicarum psalmo absolutissime complexa. Omnibus quidem, & precipue, horarias preces exoluentibus, apprime utilis, Brixiae, apud Vincentium Sabiensem, 1566; Ethica Spiritus Sancti in psalmo CXVIII absolutissimi complexa. Omnibus quidem, & precipue, horarias preces exoluentibus, apprime utilis, Brixiae, apud Vincentium Sabiensem, 1566; Expositio in omnes psalmos, totius successus Ecclesiae sanctae: affluentissimaeque pro tempore doctrinae Spiritus Sancti, mysteria continens: necnon apposita verborum, et sententiarum textura intexens, Venetiis, apud Christophorum Zanettum, 1572; Rationes textus heb. et editionis Vulgatae. Differentiarum ferè sexmillium verborum in Psalmis omnibus existentium, Venetiis, apud Christophorum Zanettum, 1572; Ethica Spiritus Sancti in psal. 128 [sic!]. Qui est omnium horarum canonicarum, absolutissime complexa, Venetiis, apud Ioan. Baptistam, et Melchiorem Sessam, et fratres, 1575; Commentaria in Apocalypsim e Commentaria in Ezechielem, mss. perduti già nella biblioteca carmelitana di Mantova.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generale dell’Ordine carmelitano, AGOC, I.C.O.1(3), Regestum Ioannis Baptistae de Rubeis Generalis ab anno 1563 usque 1578; II.C.O.6, Jurium Ordinis in Congregationem Mantuanam; II.Mantuana, 2, commune (1576, 1577); II.Mantuana, 10, Series virorum illustrium Congregationis antiquae observantiae et regularis professionis Fratrum Beatae Mariae Sacri Ordinis Carmelitarum Mantuae de anno 1425 ad haec usque tempora (ca. 1585).
P. Lucius, Carmelitana bibliotheca, siue illustrium aliquot carmelitanae Religionis scriptorum, & eorum operum cathalogus..., Florentiae, apud Georgium Marescottum, 1593, p. 62r; G.M. Pensa, Teatro de gli huomini piu illustri della famiglia carmelitana di Mantova, Mantova 1618, p. 192; D. Calvi, Scena letteraria degli scrittori bergamaschi, I, Bergamo 1664, pp. 374 s.; L. Cozzando, Libraria Bresciana prima, e seconda parte nuovamente aperta, Brescia 1694, p. 166; C. Vaghi, Commentaria fratrum et sororum Ordinis Beatissimae Mariae Virginis de Monte Carmelo Congregationis Mantuanae, Parmae 1725, pp. 133, 143, 192, 206 s.; G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante, IV, Venezia 1747, p. 298; C. de Villiers, Bibliotheca Carmelitana, II, Aurelianis 1752 (ed. anast. a cura di G. Wessels, Romae 1927), coll. 264 s.; D. Bernoni, Notizie biografiche dei ragguardevoli asolani, Oneglia 1863, pp. 191-194; L.N. Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara ricavate da documenti ed illustrate, I, Ferrara 1868, pp. 33 s.; S. Seiger, Carmelitae in Concilio Tridentino, in Analecta Ordinis Carmelitarum, XII (1943-1945), pp. 147-166; L. Saggi, La Congregazione Mantovana dei Carmelitani sino alla morte del B. Battista Spagnoli (1516), Roma 1954, pp. XXXII, 257.