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OPIMIO, Lucio

di Plinio Fraccaro - Enciclopedia Italiana (1935)
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OPIMIO, Lucio (L. Opimius Q.f.Q.n.)

Plinio Fraccaro

Personaggio politico romano di tendenze decisamente aristocratiche. Pretore nel 125 a. C., egli prese e distrusse la colonia latina di Fregelle, che s'era ribellata. Presentatosi al consolato per il 122, rimase soccombente; riuscì invece per il successivo anno 121, e in seguito a speciale decreto del senato, che proclamava lo stato di guerra, diresse in Roma con spietata energia le operazioni, che condussero alla strage di C. Gracco e dei suoi compagni; presiedette poi la commissione che giudicò e fece giustiziare molti altri partigiani di Gracco. Dedicò quindi un tempio alla Concordia, che egli si vantava di avere in tal modo ristabilita. Nel 120 fu perciò accusato dinnanzi al popolo per violazione delle leggi sulla provocazione dal tribuno della plebe P. Decio; difeso dal console C. Papirio Carbone, già partigiano di Gracco, fu assolto. In questo processo, si dibatté la questione, rimasta poi all'ordine del giorno sino alla fine della repubblica, se il senatusconsulto proclamante lo stato di guerra sospendesse o no il diritto dei cittadini alla provocatio ad populum. Nel 115, inviato a capo di una commissione di nove personaggi per regolare gli affari di Numidia, si sarebbe lasciato corrompere da Giugurta; accusato perciò nel 109 dinnanzi al tribunale speciale stabilito dalla legge Mamilia, fu condannato dai giudici democratici e morì a Durazzo in esilio.

Bibl.: Pauly, Real-Encycl., V, Stoccarda 1848, p. 946; A. H. J. Greenidge, A History of Rome, I, Londra 1904, passim; Th. Mommsen, Storia di Roma, vers. L. di S. Giusto, II, Torino 1904, passim; Platner-Ashby, A topographical Dictionary of ancient Rome, Oxford 1929, p. 81.

Vedi anche
Gaio Sempronio Gracco (lat. C. Sempronius Gracchus). - Tribuno della plebe romano (154-121 a.C.), figlio di Tiberio Sempronio Gracco, console nel 177 e nel 163, e di Cornelia, figlia di Scipione l'Africano. Ideò leggi che miravano al ristabilimento della sovranità del popolo: confermò la legge agraria di Tiberio, e propose ... Giugurta (lat. Iugurtha). - Principe di Numidia (160 circa - 104 a. C.), figlio di Mastanabale; dallo zio Micipsa (rimasto dopo la morte dei fratelli unico re) ebbe parte del regno insieme con i figli di lui, Iempsale e Aderbale (118 a. C.). Giugurta uccise (secondo la tradizione) Iempsale, e vinse Aderbale, ... Quinto Fàbio Màssimo Allobrògico Fàbio Màssimo Allobrògico, Quinto (lat. Q. Fabius Maxĭmus Allobrogĭcus). - Figlio di Fabio Massimo Emiliano, fu questore nel 134 a. C. in Spagna; console nel 121, condusse a termine, insieme con Gneo Domizio Enobarbo, la guerra contro gli Allobrogi e gli Arverni. Trionfò nel 120 e prese il titolo di ... Quinto Cecilio Metèllo Macedònico Metèllo Macedònico, Quinto Cecilio (lat. Q. Caecilius Metellus Macedonĭcus). - Figlio o nipote del Metello Macedonico, Quinto Cecilio console nel 206, nacque non molto dopo il 190 a. C. Partecipò alla battaglia di Pidna (168); nel 148, pretore, sconfisse presso Pidna quell'Andrisco che, spacciandosi ...
Altri risultati per OPIMIO, Lucio
  • Opìmio, Lucio
    Enciclopedia on line
    Pretore (n. 125 a. C.), distrusse Fregelle che si era ribellata; console (121), diresse con energia le operazioni che portarono alla strage di Gaio Gracco e dei suoi compagni; l'anno seguente fu accusato della violazione delle leggi sulla provocazione al popolo, ma, difeso da Papirio Carbone, fu assolto; ...
Vocabolario
opimo
opimo agg. [dal lat. opimus, di origine incerta], letter. – Grasso, pingue: offrire in sacrificio agli dèi vittime o.; Ci ungemo i corpi di quel grasso opimo Che ritroviamo all’intestina intorno (Ariosto); D’opima carne e di vin vecchio...
lùcio
lucio lùcio s. m. (f. -a) [prob. voce di origine fonosimbolica]. – Nome pop. tosc. del tacchino.
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