GETA, Lucio o Publio Settimio (L. o P. Septimius Geta)
Imperatore romano. Era il secondogenito di Settimio Severo e Giulia Domna, nato nel 189. Quando il fratello M. Aurelio Antonino (Caracalla), fu nominato augusto, nel 198, G. gli succedette nel nome di Cesare. Tra i due fratelli esistevano acerbe rivalità (v. caracalla): furono uniti soltanto nell'avversione al prefetto del pretorio Plauziano. Il padre si adoperò in tutti i modi per metterli d'accordo: nel 205 e poi nel 208 ebbero entrambi il consolato. Nel 209 anche G. fu nominato augusto, come era già da un decennio il fratello, e divenne perciò anch'egli partecipe dell'impero. Quando il padre morì in Britannia, nel febbraio 211, lasciò i due figli imperatori in pari grado. Essi tornarono a Roma ugualmente diffidenti e sospettosi. Si divisero la casa imperiale del Palatino, chiudendone tutte le comunicazioni, e ciascuno si circondò d'una guardia propria. Il loro dissenso intralciava tutta l'amministrazione dello stato: cosicché, ad eliminare il dissidio, fu proposta una divisione dell'impero: Caracalla avrebbe preso l'Occidente, G. l'Oriente. Si oppose però la madre. Accettando i suggerimenti di Caracalla, essa si persuase a chiamare presso di sé a colloquio i due figli: e G. fu ucciso, avvinghiato alla madre, da centurioni fatti appostare da Caracalla (febbraio 212). G. era, al contrario del fratello, d'indole affabile e aperta e raccoglieva maggiori simpatie.
Bibl.: H. Schiller, Gesch. d. röm. Kaiserzeit, I, Gotha 1883, pp. 721-740 seg.; H. Dessau, in Pros. imp. Rom., III, n. 325; H. Cohen, Monnaies impér., n. 217 seg.; Fluss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 1565 segg.