CRASSO, Lucio Licinio
L. Licinius L. f. C. n. Crassus, nato nel 140 a. C., seguì prima la parte democratica e nel 118, contro il parere del senato, fece approvare la deduzione della colonia di Narbona; ma il suo tribunato del 107 fu più calmo, e nel 106, quando sostenne la legge Servilia che restituiva in parte ai senatori i posti di giudice, egli era passato alla parte senatoria. Console nel 95, fece approvare col collega Scevola una legge sugli alleati, che contribuì a far scoppiare la loro rivolta contro Roma. Censore nel 92 con Cn. Domizio Enobarbo, fece espellere da Roma i rhetores latini, pare per ragioni politiche. Morì nel 91. Fu il più grande oratore romano prima di Cicerone, che gli fece esporre nel De oratore la propria teoria sull'oratore ideale. Fu dotto giureconsulto.
I fr. in H. Meyer, Orat. rom. fragm., 2ª ed., Zurigo 1842, p. 291 e in M. Krüger, M. Antonii et L. Licinii Crassi fragmenta, Breslavia 1909.
Bibl.: W. Drumann e P. Groebe, Gesch. Roms, IV, Lipsia 1910, p. 72 seg.; Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, col. 252; A. Cima, l'eloquenza latina prima di Cicerone, Roma 1903, p. 158 seg.; F. Leo, Gesch. d. röm. Liter., Berlino 1913, p. 310 seg.; M. Schanz-C. Hosius, Gesch. d. röm. Liter., I, 4ª ed., 1927, p. 224 seg. (con letter. e i passi più importanti delle fonti).