FLAMINIO (Flaminius, Flamminius), Lucio
Si ignora la data di nascita di questo professore di retorica che, nel 1486, ancora in giovane età, approdò al seguito dell'ammiraglio Federico Henriquez dalla Sicilia in Spagna con il conterraneo Lucio Marineo, nel cui epistolario si possono leggere cinque sue lettere (VI, 9, 11, 12, 14, 15).
Mentre la corrispondenza fra i due siciliani appare tutta concentrata nel 1503, una lettera del 1504 indirizzata dal Marineo al consigliere di Ferdinando il Cattolico, Martino Angulo (IV, 16), testimonia dell'intercessione dell'alto flmzionario in favore del F., che poté così ottenere a Salamanca la cattedra "linguae latinae", condivisa con il lusitano Arias Barbosa (X, 6).
Il F. alloggiava in quel periodo di carestia presso un suo nobile allievo: Francesco Bobadilla (VI, 10). In precedenza aveva insegnato a Siviglia (VI, 8); quindi aveva affrontato a Salamanca la lettura della Naturalis historia di Plinio, suscitando ammirazione e invidia. Già nel 1503, infatti, evidentemente in vista dell'incarico universitario (Marineo nella lettera del marzo di quell'anno [VI, 8] gli consigliava di scrivere personalmente ad Angulo), aveva pubblicato, come riferisce all'amico: "in Plinii prohemium commentariolum et orationes quas fecimus et nonnulla carmina in quibus te insigni epigrammate invenies decoratum" (VI, 9). Nello stesso anno, in occasione dell'arrivo del generale dei domenicani, fu scelto per recitare una delle due orazioni in onore dell'illustre personaggio e dello Studio di Salamanca (VI, 14). In altra circostanza dovette fare una perorazione sulla quale dissertò il collega Barbosa (XI, 1).
Il F. sottolinea più volte la sua amicizia per Marineo, da lui eletto a secondo padre. Da parte sua Marineo, enumerando a Cataldo Parisio (V, 18) i siciliani secondo lui degni di nota, pone il F. fra gli oratori e i vati; nei distici che compose per Giovanni Guzmán, comandante di Metinma (dove Marineo abitava), conferma al dedicatario la superiorità dell'amico nella poesia: "At tibi si reliquos vates qui praestet habendus, / Quaerito Flamminium, qui tua gesta canat" (II, 1).
Quando il Marineo fu informato da Iacobo Fontio della morte del F. a Salamanca nell'agosto del 1509 (X, 6), pianse la perdita di un figlio che avrebbe dato onore alla Sicilia e giovamento agli studenti di Salamanca.
Nella Bibliotheca Hispana nova N. Antonio confonde la figure del F. e di Antonio Flaminio di Mineo (Catania). Il fatto che Marineo scriva anche a quest'ultimo induce l'autore ad accostare ai corsi e alle Orazioni del F. gli elogi per Antonio e i suoi spostamenti, così come si rilevano da una lettera del Marineo (VI, 4). Qualcuno ha creduto di individuare il luogo di nascita del F. in Vizzini (Catania), patria del Marineo (Mira).
Le sue opere sono registrate nel catalogo della Biblioteca nazionale di Parigi, benché senza indicazioni di luogo e data, ma almeno per la seconda possiamo far riferimento al 1503: si tratta di un Epigramatum libellus (forse i "nonnulla carmina") e degli Opuscula dedicati al Bobadilla, contenenti due Orazioni (De summo bono ... ; De laudibus eloquentiae) e il Commentariolus in Plinii prohemium.
Fonti e Bibl.: Lucii Marinei Siculi Epistolarum familiarium libri decem et septem..., Brocarius, Vallisoleti 1514, Epist. VI, 9, 11, 12, 14, 15 (lettere del F.); VI, 8, 10, 13, 16, 17, 18 (risposte del Marineo); il F. è citato anche nei libri IV, 16; V, 18; X, 5, 6, 7; XI, 1; Carm. II, 1 (distici a G. Guzmán). Si veda inoltre: A. Mongitore, Bibliotheca Sicula..., II, Panormi 1714, App. I, p. 30; N. Antonio, Bibliotheca Hispana nova… II, Matriti 1788, pp. 366 s.; G.M. Mira, Bibliografia siciliana, I, Palermo 1875, pp. 359 s.; G. Pennesi, Pietro martire d'Anghiera e le sue relazioni sulle scoperte oceaniche, in Raccolta di doc. e studi pubbl. nel quarto centenano della scoperta dell'Amenca, V, 2, Roma 1894, p. 18 n.; P. Verrua, Nel mondo umanistico spagnolo..., Rovigo 1906, pp. 13-17; Id., Cultori dellam poesia latina in Ispagna… Adria 1906, pp. 10 s., 16, 20, 44; Id., Precettori italiani in Spagna..., Adria 1907, pp. 16 s.; Catalogue général de livres imprimés de la Bibliothèque nationale, LII, Paris 1913, p. 354; P. Verrua, L'eloquenza di Lucio Marineo Siculo, in Raccolta di studi ... dedicata a F. Flamini da' suoi discepoli, Pisa 1918, pp. 221, 223; Id., Tideo Acciarini e la corte dei sovrani cattolici, in Giorn. stor. della lett. italiana, LXXXII (1923), pp. 351, 354, 356; Id., Umanisti ed altri "studiosi viri" italiani e stranieri di qua e di là delle Alpi e del mare, Genève 1924, p. 136; C. Lynn, A college professor of the Renaissance: Lucio Marineo Siculo among the Spanish humanists, Chicago 1937, pp. 48 n. 12, 53, 104, 135-142; P. Verrua, Lucio Marineo Siculo 1444-1533?, San Gabriele, Isola del Gran Sasso d'Italia 1984, ad Indicem.