SEIANO, Lucio Elio (L. Aelius Seianus)
Prefetto del pretorio e favorito dell'imperatore romano Tiberio. Di origine etrusca, nato a Volsinio circa il 20-16 a. C., figlio di L. Seio Strabone, dell'ordine equestre, e adottato da un personaggio malcerto della gente Elia. Prestissimo nell'ambiente di corte, accompagnò Gaio Cesare nel viaggio in Oriente tra l'i e il 4 d. C.: il che è facile a comprendersi, perché suo padre giunse a essere prefetto del pretorio già di Augusto. In tale carica con privilegio raro egli fu associato al padre da Tiberio poco dopo l'assunzione al trono e restò solo, dopo che il padre ebbe l'incarico della prefettura di Egitto: già prima aveva represso la ribellione militare di Pannonia.
S. comprese presto quale strumento di predominio potevano essere i pretoriani, e persuase Tiberio a concentrarli a Roma. Con ciò pose inizio insieme alla sua e alla loro influenza politica (21-23 circa d. C.). E così di seguito egli seppe assicurarsi insieme la fiducia profonda dell'imperatore e i mezzi pratici per affermare la propria supremazia. La Lex Iulia de maiestate, con l'ampia possibilità di processi di alto tradimento e con il giuoco d'influenze e di delatori che permetteva, fu un suo strumento. Dopo la morte del figlio di Tiberio, Druso (23 d. C.: inutile ricordare qui le voci delle manovre di S. contro di lui) si rivolse contro la famiglia di Germanico, che costituiva il maggiore ostacolo perché egli potesse praticamente succedere a Tiberio come tutore del figlio di Druso, Tiberio Gemello. Mentre l'imperatore, forse non senza suggestione del suo favorito, si era ritirato a Capri - e dopo la morte di Livia, la vedova di Augusto, che manteneva l'unità della famiglia (29 d. C.) - erano banditi Agrippina, la vedova di Germanico, e il figlio Nerone, poco di poi era imprigionato l'altro figlio Druso (Nerone si uccideva nel 30). S. ottenne il consolato ordinario per il 31 accanto all'imperatore e la potestà proconsolare. Ma in sostanza errò nei suoi calcoli. Errò psicologicamente nel supporre che Tiberio si sarebbe così distaccato dalla famiglia di Germanico da permettere che se ne facesse scempio e che ciò potesse avvenire senza reazioni dell'aristocrazia in Roma; errò politicamente nel ritenere che i pretoriani gli dessero una base di potere bastante. Per quanto essi tendessero già a sentirsi arbitri degl'imperatori, dimostrarono poi con i fatti che il loro lealismo era assai forte. Messo in sospetto, soprattutto dalla madre di Germanico, Antonia, Tiberio, dopo comprensibili esitazioni, si decise infine ad agire. Sostituì abilmente S. nella prefettura del pretorio e nello stesso giorno (18 ottobre 31) lo denunciò al Senato di sorpresa. S. fu arrestato e subito ucciso. La fine di Seiano ebbe ancora seguito di uccisioni (il figlio maggiore) e di processi di seianiani: tanto più che Tiberio ne riportò una impressione incancellabile. Ma l'importanza della figura di Seiano sta (a parte i suggerimenti in politica interna ed estera non documentati, ma probabili) nelle possibilità che essa dimostrava aperte ai prefetti del pretorio e quindi nella nuova era di intrighi di palazzo che iniziava.
Bibl.: I dati biografici in Rohden, Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 529 segg.; A. Stein ed E. Groag, Prosopographia imperii romani, 2ª ed., I. Le più recenti valutazioni in E. Ciaceri, Tiberio successore di Augusto, Roma 1934; F. B. Marsh, The reign of Tiberius, Londra 1931; M. P. Charlesworth, in Cambridge Ancient History, X (1934), p. 624 segg. V. inoltre tiberio.