BIBULO, Lucio Calpurnio (L. Calpurnius M. f. C. n. Bibulus)
Terzo figlio di M. Calpurnio Bibulo e di Porcia, figlia di Catone Uticense. Raccomandato dal padre per l'augurato nel 50 a. C. e appoggiato dal patrigno M. Bruto per il pontificato nel 44, non ebbe successo nessuna delle due volte. Scoppiata la guerra civile fra Cesare e Pompeo, Cesare gli permise, pur essendo egli figlio del suo accanito avversario, di rimanere a Roma. Nella successiva guerra civile condotta da Ottaviano e Antonio contro gli uccisori di Cesare, Bibulo, che nel 45 si era recato ad Atene a completarvi la sua educazione, si schierò dalla parte di Bruto e fu posto dai triumviri sulle liste di proscrizione. Guidò, insieme col principe tracio Rhascuporis, l'avanguardia di Bruto nel difficile cammino verso Filippi e partecipò alla battaglia di questo nome (42 a.C.). Si arrese poi nell'isola di Taso ad Antonio. Questi lo graziò e lo prese a ben volere: lo nominò comandante di una sua flotta, lo fece designare come pretore e se ne servì parecchie volte quale mediatore nelle contese con Ottaviano. Bibulo fu infine inviato come legato del triumviro nella Siria e quivi morì verso il 32 a. C. Orazio lo ricorda come uno dei suoi dotti amici. Fu anche scrittore: abbiamo notizie di una sua piccola opera contenente sentenze di M. Bruto.
Fonti: Le principali notizie si ricavano da Appiano; altri particolari sono offerti da Cicerone nelle sue lettere e da Plutarco nella vita di Bruto. Per il libretto su Bruto cfr. Peter, Hist. Rom. fragm., Lipsia 1883, p. 242.
Bibl.: Drumann-Groebe, Geschichte Roms, II, pp. 87-88; C. Cichorius, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1367 seg.