ANTONIO, Lucio (L. Antonius)
Era il più giovane dei fratelli di M. Antonio il triumviro ed ebbe, assieme agli altri, una posizione di primo piano nelle lotte condotte dal partito democratico negli ultimi anni della repubblica. Fu questore, propretore in Asia nel 49 a. C. e console nel 41 a. C. Sappiamo (Cic., Phil., vi, 5 e vii, 6) che a Roma esistevano statue di lui, anche equestri, innalzategli dal favore popolare, che egli si era conciliato, tra l'altro, con proposte di leggi agrarie. Anche gli abitanti della provincia da lui governata gli eressero statue.
Il suo ritratto ci è stato tramandato da monete coniate al tempo del suo consolato, portanti sull'altro lato il ritratto di M. Antonio. Egli appare come un uomo non troppo giovane, ed anzi apparentemente più anziano del fratello maggiore, con fronte calva, occhi grandi e sporgenti, naso aquilino leggermente all'ingiù, mento assai sporgente e collo grasso e rugoso. È stata notata in questo ritratto la tendenza, propria dell'iconografia romana della seconda metà del I sec. a. C., di evitare notazioni crudamente realistiche, trascurando ogni caratterizzazione accentuata e di idealizzare leggermente i personaggi effigiati. Il ritratto ha perciò un che di nobile e di dignitoso; il tipo nel suo insieme è di fattura elegante (si vedano ad esempio le lettere dell'iscrizione poste in modo da rafforzare la parte posteriore della testa e di dare spazio al profilo).
Nessuna statua-ritratto è identificabile con certezza. Così la diversità delle monete esclude un busto del Braccio Nuovo del Vaticano (n. 88), la cui supposta identificazione era nata in base ad una presunta rassomiglianza con quello cosiddetto di M. Antonio che si trova nello stesso luogo (n. 96). Una statua togata di Holkham Hall (Michaelis, n. 36) è pure da scartare perché raffigura un vecchio settantenne, mentre è da escludere che L. A., ammesso che sia sopravvissuto di molto alla sua fine politica (fu sconfitto da Ottaviano nella guerra di Perugia nell'anno del suo consolato), abbia ricevuto l'onore di altri monumenti pubblici. E facile anzi supporre che, dopo la vittoria di Ottaviano, siano stati distrutti tutti quelli esistenti a lui dedicati.
Bibl: E. Q. Visconti, Iconografia Romana, Milano 1818, p. 244; J J. Bernoulli, Röm. Ikon., I, Stoccarda 1882, p. 218; A. Michaelis, Ancient Marbles in Great Britain, Cambridge 1882, p. 313, n. 6; R. West, Röm. Porträt-Plastik, I, Monaco 1933, p. 83, tav. LVIII, n. 47; O. Vessberg, Studien zur Kunstgechichte der röm. Republik, Lund-Lipsia 1941, p. 78; B. Schweitzer, Die Bildniskunst der röm. Republik, Lipsia-Weimar 1948, p. 110.