AMPELIO, Lucio (Lucius Ampelius)
È autore di un breve scritto (Liber memorialis) dedicato a un tal Macrino, che qualcuno, poggiando sul fragile argomento della somiglianza del nome, volle identificare con l'imperatore Opilio Macrino (217-218 d. C.). Invece il Salmasio, che per primo pubblicò l'opuscolo, pensava a una età più tarda, identificandone l'autore con quell'Ampelio che Sidonio Apollinare (Carm., IX, 303) cita tra Paolino e Simmaco. Il magro e forse mutilo compendio consta di 50 capitoli, che vorrebbero essere un repertorio enciclopedico, in cui si espone quid sit mundus, quid elementa (cosmologia; capp.1-5), quid orbis terrarum ferat (geografia; capp. 6-9) quid genus humanum peregerit (storia e istituzioni; capp. 10-50). Evidentemente, per l'autore la parte più interessante era la terza; per il lettore moderno la più curiosa è la seconda e precisamente i capitoli 8, Miracula mundi e 9, Quot fuere Ioves vel alii in loco dii deaeque, dai quali anche risulta indubbiamente che A. fu pagano. La materia fu desunta naturalmente da altri: da fonti che non sembrano ben fuse (come dimostra, p. es., il capitolo 39 che dovrebbe esser tutt'uno col 28), e che si arrestavano per la storia a Traiano. La materia storica è raggruppata, secondo il metodo di Floro, capitulatim.
Andato perduto il manoscritto dal quale il Salmasio trasse A., la tradizione di questo risale alla copia che egli ne fece (ora nella biblioteca di Monaco di Baviera) e all'edizione che l'erudito francese ne pubblicò unitamente a quella di Floro (Leida 1638). Da allora in poi A. fu pubblicato generalmente insieme con questo, e con questo esso appare unito nell'edizione, che è ritenuta la migliore, di E. Wöllflin (Lipsia 1854, ristampata nel 1879) unita al Floro di C. Halm. Buona edizione italiana è quella di P. Canal, con traduzione e note, apparsa nella collezione Antonelli di Venezia (1841).
Bibl.: L'indagine delle fonti è stato il tema preferito dagli studiosi di Ampelio. Per la parte cosmologica e geografica sembra si debba sostanzialmente risalire a Nigidio Figulo (cfr. A. Swoboda, Nigidiis Figuli reliquiae, Vienna 1889, p. 39), naturalmente contaminato con altre letture, tra le quali Ovidio. Per la parte storica non romana si è pensato a Cornelio Nepote ed a Trogo (cfr. A. v. Gustchmid, Kleine Schriften, V, Lipsia 1894, p. 171) il quale potrà essere sostituito con Giustino, se si ammette pel nostro una data più tarda: per la parte romana si è pensato ad Igino (cfr. E. Wöllflin, De L. Ampelii libro memoriali, Gottinga 1854, p. 35). Contatti vi sono con l'autore del De viris illustribus urbis Romae (per i quali cfr. la prefazione di F. Pichlmayr all'edizione di Lipsia 1911, p. ix) da spiegarsi variamente sempre secondo la data che vuol darsi ad Ampelio. Su i confronti con Floro insiste forse troppo M. Galdi, in L'epitome nella letteratura latina, Napoli 1922, p. 80 segg.