LUCIFERO
Il termine italiano "apportatore di luce", deriva dal latino lucĭfer che a sua volta è traduzione etimologica del greco ϕωσϕόρος: con questo termine i Greci designavano il pianeta Venere per il suo brillante splendore che lo distingue specialmente sul declinare della notte (donde anche il termine di ἑωσϕόρος, "apportatore d'aurora").
Nel passo di Isaia, XIV, 12, il profeta, schernendo il re di Babilonia decaduto dalla sua potenza, gli domanda sarcasticamente come sia precipitato dal cielo, lui che era hēlel ben shaḥar. Questa espressione ebraica, che designa certamente un astro, è stata tradotta dal greco dei Settanta "Eosforo, sorgente al mattino", e dietro loro dalla Vulgata "Lucifer, qui mane oriebaris" (mentre dai moderni si preferisce più comunemente vedere nel vocabolo hēlel una designazione della luna calante). Il passo di Isaia, nella traduzione dei Settanta per i Padri greci, e in quella della Vulgata per i Padri latini, fu spesso applicato al principe degli angeli che si ribellarono a Dio in cielo, e perciò ne furono scacciati e precipitati all'infemo. Onde Lucifero divenne in seguito un nome proprio, e designò il capo dei demonî, o il demonio in genere. V. inoltre angelo; demonî e spiriti; diavolo; satana.