ALÌ, Luciano
Fu tra i maggiori architetti del secondo Settecento siracusano. La sua attività è documentata dal 1755al 1799: non pare, infatti, che a lui possa riferirsi la sottoscrizione (datata 1706) dei capitoli dell'Associazione corporativa dei muratori.
L'attività dell'A., che fu capomaestro delle RR. Fabbriche, si svolse principalmente a Siracusa e fu quanto mai varia: talvolta egli pose la sua opera alla dipendenza di altri capimaestri, altra volta si elevò a ruoli direttivi, con progetti originali. Quale esecutore di progetti altrui il maestro compare nel 1762 (basilica di S. Sebastiano a Melilli e antico Palazzo Beneventano a Siracusa, su disegno di L. A. Dumontier, dove è associato al fratello Saverio), nel 1768-69 (chiesa di S. Leonardo, su disegno del capomaestro Carmelo Bonaiuto, dove lavora pure Saverio, insieme con un Gaspare Alì, il fratello di questo Gaetano e numerosi altri capimaestri) e nel 1770-71 (chiesa di S. Francesco di Paola o dell'Immacolata e cattedrale); quale tecnico di fiducia, in perizie del 1769, del 1779 (per l'approvazione di lavori eseguiti dal maestro Paolo Minniti) e, infine, del 1782.
Con maggiore indipendenza l'A.si muove invece in lavori del 1755 (chiesa del Carmine), del 1758 e 1797 (chiesa dello Spirito Santo, prima col fratello Antonino, quindi col figlio Giuseppe), del 1770 (chiesa di S. Benedetto e Casa degli Esercizi). Ma il suo nome è legato soprattutto all'esecuzione dell'oratorio di S. Filippo Neri (prima del 1779; oggi liceo T. Gargallo), e specialmente del nuovo Palazzo Beneventano (1779), di grandioso effetto scenografico specie nel primo cortile, e che dà al progettista un posto di rilievo nella storia dell'architettura barocca di Siracusa.
Fra i numerosi maestri di nome Alì, documentati nelle fabbriche siracusane nel sec. XVIII, appartennero sicuramente alla famiglia di Luciano, più volte operosi insieme con lui (v. sopra), i fratelli Antonino e Saverio e il figlio Giuseppe. Inoltre Antonino lavorava dal 1742 al 1745 nel Palazzo arcivescovile insieme col maestro Salvatore Carrubba; Saverio nel 1763 nella chiesa di S. Giovanni alle Catacombe, sotto la direzione di Nicolò Sapia.
Bibl.: G. Agnello, Note e documenti inediti su artisti ignorati del sec. XVIII in Sicilia,in Archivi,III (1936), pp. 286-299; Id., I monumenti dei Cavalieri di Malta a Siracusa,in Arch. stor. d. Malta,VIII (1936-37), pp. 317-344; Id., Pompeo Picherali architetto siracusano del sec. XVIII alla luce di nuovi documenti,in Arch. stor. per la Sicilia,II-III (1936-37), pp. 271-347; S. L. Agnello, La rinascita edilizia a Siracusa dopo il terremoto del 1693,in Arch. stor. siciliano,3 s., IV (1950-51), pp. 449-475; V (1952-53), pp. 109-138; Id., Architetti ignorati del Settecento a Siracusa,in Arch. stor. per la Sicilia Orientale,4s., IV (1951), pp. 168-181; Id., Architetti, capimaestri e scalpellini a Siracusa nei secoli XVII e XVIII,in Archivi,XIX (1952), pp. 102-120; S. Bottari, La cultura figurativa in Sicilia,Messina-Firenze 1954, p. 77; S. L. Agnello, Un ignorato architetto del sec. XVIII: L. A.,in Atti dell'ottavo convegno naz. di storia dell'architettura [1953], Roma 1956, pp. 213-220.