PIGNI MACCIA, Lucia
PIGNI MACCIA, Lucia. – Nacque a Milano il 4 aprile 1925 da Gian Emilio e da Chiara Corradi, prima di quattro figli (Teresa, Giovanni, Girolamo) di una famiglia borghese per censo e tradizione. Sfollata a Varese negli anni della seconda guerra mondiale, conseguì il diploma di maturità classica presso il locale Regio liceo ginnasio Ernesto Cairoli nell’anno scolastico 1942-43. Iscritta alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università cattolica del Sacro Cuore, si laureò in lettere il 13 novembre 1948 presentando una dissertazione scritta su Michelino da Besozzo, pittore e miniatore italiano, esponente lombardo del gotico internazionale, intitolata Michelino da Besozzo nella pittura lombarda del primo Quattrocento. Il lavoro, premiato con il massimo dei voti, fu l’unica produzione monografica di Lucia Pigni Maccia, che espresse successivamente, soprattutto nel corso degli anni Sessanta, il suo amore per l’arte nella traduzione dall’inglese e dal francese di opere dedicate a pittori, tra le quali R. Goldwater, Paul Gauguin, Milano 1958; M. Fox, Pierre Auguste Renoir (1841-1919), Milano 1960; W. Koehler, Rembrandt (1606-1669), Milano 1963; S. Lane Faison jr, Manet (1832-1883), Milano 1963.
Grazie alla comune frequentazione dell’Università cattolica, aveva conosciuto i Servi di Maria David Maria Turoldo e Camillo De Piaz, con i quali partecipò alla Resistenza e a iniziative religiose, culturali e sociali sorte intorno al convento di S. Carlo al Corso di Milano. Educata a un cattolicesimo tradizionale e conformista nei cui confronti nutriva forte esigenza di affrancamento, trovò negli incontri di lettura biblica e nella Messa della carità, avviata dal 1948 per alleviare la povertà assai diffusa nella Milano del dopoguerra, occasione di maturazione ed emancipazione. Nel clima di rinnovamento ideale proprio del tempo, tali iniziative – come pure il sostegno offerto dal convento di S. Carlo alla comunità di Nomadelfia creata da don Zeno Saltini per l’accoglienza di ragazzi senza famiglia – non si configuravano come azioni di elemosina o filantropia, ma assumevano connotazioni religiose e sociali, finalizzate al recupero della sostanza della fede evangelica e all’instaurazione di una società esemplata sui valori dell’attenzione ai più poveri e della giustizia.
Nel 1952 Pigni diede vita – insieme a Desiderio Gatti, Giuseppe Merzagora, Giuseppe Ricca, Anna Ronchetti, Domenico Sella, Turoldo e De Piaz – alla Corsia dei Servi, aggregazione di laici e religiosi che collaboravano con pari dignità nella promozione di attività formative, culturali, editoriali e nella creazione di una ‘corsia del libro cattolico’ per la vendita in proprio di testi accuratamente scelti. Mentre l’attività editoriale veniva gestita soprattutto dai padri Turoldo e De Piaz, che coinvolsero nell’impresa le più vive intelligenze del cattolicesimo del tempo, tra le quali Giuseppe Lazzati, Ernesto Balducci, Divo Barsotti, Mario Gozzini, la gestione della libreria, insieme a Giuseppe Ricca, fu affidata dal 1954 a Lucia Pigni.
La libreria divenne ben presto il luogo nel quale reperire fonti bibliche e patristiche o contributi teologici e pastorali firmati da voci massimamente significative: Yves Congar, Marie-Dominique Chenu, Jean Daniélou, Emmanuel Suhard, René Voillaume, Romano Guardini. Tuttavia, gli orizzonti di Pigni non si limitavano all’ambito religioso, ma si aprivano ad altri generi, in primo luogo la narrativa contemporanea e la letteratura per l’infanzia, per cui divenne figura competente nella selezione dei libri da acquistare e sicuro riferimento per la clientela della libreria. Determinante per l’attività libraria si rivelò, negli anni, il confronto con interlocutori e collaboratori dall’indiscusso fiuto editoriale come Roberto Cerati, che le offriva i testi della casa editrice Einaudi della quale sarebbe poi divenuto presidente, e Gianandrea Piccioli, in seguito dirigente editoriale di importanti case editrici milanesi, che affiancò Lucia Pigni dal 1967 al 1972.
Accanto alla gestione della libreria, Pigni fu organizzatrice instancabile delle conferenze e dei dibattiti promossi dalla Corsia, che si distinse presto come uno dei centri culturali più vivaci della Milano del dopoguerra, capace di intercettare i temi poi al cuore del Concilio Vaticano II: l’apertura del dialogo tra Chiesa e mondo, l’attenzione alle Chiese cristiane e alle altre religioni, la povertà della Chiesa. Temi ancora scomodi negli anni del declinante pontificato di Pio XII, forieri di non pochi contrasti con le gerarchie dell’ordine dei Servi di Maria nei cui locali si svolgevano le varie attività, contrasti che nel corso degli anni Cinquanta condussero all’allontanamento da Milano dei padri Turoldo (esiliato fin dal 1953 per il suo impegno per Nomadelfia) e De Piaz, oltre a vari tentativi di limitare l’autonomia di iniziativa del gruppo promotore della Corsia. L’approvazione dello Statuto definitivo della Corsia dei Servi nel 1960 portò a un chiarimento di rapporti che determinarono la formale assunzione di Pigni e Giuseppe Ricca da parte della provincia veneta dei Servi di Maria, anche se non rimosse i motivi di un confronto che sfociò successivamente in un aperto scontro.
Dal 1955 al 1963 Pigni collaborò alla redazione del Bollettino Corsia dei Servi, strumento di collegamento e di informazione sulle iniziative promosse e sulle novità giunte in libreria, arricchito da contributi di carattere teologico, pastorale, sociale. Sua attività prediletta si confermò inoltre il lavoro di traduzione, che la vide cimentarsi negli anni Sessanta e Settanta con testi di rilevante impegno culturale come le opere di Mohandas K. Gandhi, Antiche come le montagne (Milano1963); di John M. Todd, Martin Lutero (Milano 1966); di Henri de Lubac, La preghiera di padre Tehilard de Chardin (Brescia 1968); di Harvey Cox, La festa dei folli (Milano 1969); di Louis Dollot, Cultura individuale e cultura di massa (Milano 1977).
Gli anni del postconcilio, coincidenti con le lotte studentesche e operaie del Sessantotto, furono anche per Pigni e per il gruppo storico della Corsia dei Servi un tempo di grandi speranze di rinnovamento ecclesiale e sociale. Si moltiplicarono le amicizie con i personaggi del «dissenso» religioso e politico e si diede spazio alle voci più critiche del cattolicesimo del tempo, ospitando per esempio la prima presentazione della Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani (Firenze 1967) o rivendicando la libertà di voto in occasione del referendum abrogativo della legge sul divorzio (1974).
Tali opzioni suscitarono la disapprovazione delle gerarchie ecclesiastiche milanesi e l’opposizione sempre più irriducibile dei frati di S. Carlo, che portarono nel 1974 allo sfratto della libreria e delle attività culturali dai locali del convento e al licenziamento di Pigni e di Mario Cuminetti, prete e teologo attivo nel cattolicesimo critico, suo collaboratore dal 1972. Essi, con l’appoggio di vecchi e nuovi amici e con la collaborazione determinante della CISL milanese, si impegnarono nell’allestimento di una nuova libreria, con sede a Milano in via Tadino 18, e nella continuazione delle attività culturali con il nome di Nuova corsia. A queste iniziative, che per oltre venti anni alimentarono confronti di vasto raggio, dal rapporto tra fede e secolarizzazione, alla teologia della liberazione, alla riflessione critica sui processi di modernizzazione sociale, Pigni affiancò – insieme, tra gli altri, a Cuminetti, Turoldo, De Piaz – un impegno settimanale nel carcere di San Vittore che, a partire dal 1985, li vide avvicinare i detenuti politici, scommettendo sulla riapertura di un dialogo umano e sociale con una generazione che lo aveva interrotto con la scelta della lotta armata.
Andata in pensione nel 1990, continuò con la passione e la carica ideale che l’avevano sempre distinta a dedicarsi ai libri e all’attività con i carcerati, finché una lunga e dolorosa malattia la condusse alla morte l’11 luglio 1991.
Fonti e Bibl.: L’Università Cattolica del Sacro Cuore conserva in biblioteca la tesi di laurea di Lucia Pigni Maccia e nell’Archivio del Servizio didattica il fascicolo personale della stessa. Milano, Archivio del convento di S. Carlo al Corso, Corsia dei Servi; Archivio Storico della Diocesi, Carte Montini. Archivio dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Cuminetti; Vicenza, Archivio Storico della Provincia veneta dell’Ordine dei Servi di Maria, Corsia dei Servi.
Una brochure dal titolo Per Lucia, è stata stampata in occasione delle esequie con testimonianze, tra gli altri, di Adolfo Asnaghi, Mario Cuminetti, Camillo De Piaz, Arturo Paoli, Susanna Ronconi, David M. Turoldo. D.M. Montagna, Per il primo decennio della «Corsia dei Servi» di Milano, in Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria, XIII (1963), 22, pp. 327 s.; G. Gozzini, Sulla frontiera. Camillo De Piaz, la Resistenza, il Concilio e oltre, Milano 2006, pp. 87-91; D. Saresella, David M. Turoldo, Camillo De Piaz e la Corsia dei Servi di Milano (1943-1963), Brescia 2008, passim.