LUCERA (Luceria Apula; Λουκερια o Λουκαρία o Νουκερία ᾿Απουλῶν)
Piccola città in provincia di Foggia, situata nella parte occidentale del Tavoliere pugliese. Anticamente città àpula, la cui fondazione si faceva leggendariamente risalire a Diomede che vi avrebbe depositato il Palladio nel tempio principale; in realtà sembra di origine osca o dauna. Nella storia si incontra per la prima volta nel 326 a. C. a fianco di Roma durante la seconda guerra sannitica: tra l'altro ospita e rifornisce i Romani spogliati alle forche caudine. Un ruolo di primo piano continua a mantenere durante le guerre sannitiche, due volte cade in potere dei Sanniti, ma è subito ripresa dai Romani, che alla fine nel 314 a. C. vi mandano una colonia. Durante la seconda guerra punica i Romani vi stabilirono a più riprese i loro quartieri invernali. Ebbe un ruolo anche nella guerra civile tra Cesare e Pompeo. Appartenne alla tribù Claudia. È considerata la più importante città dell'Apulia da molti autori (Pol., iii, 88, 100; Caes., Beh. civil., i, 24; Cic., Pro Cluentio, 69; Liv., ix, 2; Diod.,; xix, 72; Vell., i, 14; Strab., vi, 264, 284; Lib. Col., 210). Augusto vi fondò una colonia, secondo una tradizione letteraria di per sé incerta, ma confermata dal ritrovamento di una epigrafe.
Monumento notevole e totalmente liberato è l'anfiteatro (m 131,20 × 99,20) dedicato da Matilio Vecilio Campo ad Augusto vivente; si conservano gli elementi architettonici delle due entrate principali, con due colonne in avancorpo che sostenevano un epistilio con l'iscrizione ed un timpano triangolare. Sono stati anche rintracciati dei blocchi con rilievi di gladiatori, che ne ornavano il podio.
Ad alcune centinaia di metri dall'anfiteatro augusteo, verso levante, restano ruderi di antiche mura che quasi a semicerchio, spostandosi a ponente verso l'antica arx (poi fortezza svevo-angioina) comprendono una zona ricca di trovamenti. L'iscrizione di un architrave ci testimonia l'esistenza di un tempio ad Apollo (C. I. L., ix, 823). Il museo, formatosi nel 1905 col concorso di privati, comprende frammenti di statuaria ellenistico-romana, l'importante stipe votiva detta di S. Salvatore, mosaici provenienti da un edificio termale, ceramica àpula ed altro materiale epigrafico e preistorico. Il ritrovamento di una ricca stipe votiva fa supporre l'esistenza di un tempio di Persefone e Hades; le terrecotte degli ex voto dimostrano come la superstite arte greca delle colonie della Magna Grecia si sia fusa con gli elementi locali e con quelli romani. Sono scomparsi interamente i resti del circo e del teatro, ricordati fino a qualche secolo addietro.
Bibl.: E. H. Bunbury, in Smith, Dict. of Geogr., 1868; Not. Scavi, 1881, p. 122, 145; A. Sogliano, in Not. Scavi, 1899, p. 275; R. Bartoccini, Anfiteatro e gladiatori in Lucera, in Japigia, VII, 1936, pp. 11-53; G. B. Gifuni, Lucera, 1937, con la bibl. prec.; id., Lucera Augustea, Urbino 1939; R. Bartoccini, Arte e religione nella stipe votiva di Lucera, in Japigia, 1940, pp. 185-214; 241-298; L. De Troja, Il Museo civico di Lucera, Napoli 1925; F. Schettini, L'anfiteatro augusteo di Lucera, in Japigia, XIV, 1945, p. 3-33; id., in Palladio, n. s. V, 1955, pp. 158-163; M. Pallottino, in Arch. Class., VII, 1955, p. 169 ss.; id., in Arch. Class., IX, 1957, pp. 116-118; C. I. L., IX, p. 74; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 47.