luce
Elemento simbolico fondamentale di differenti dottrine filosofiche e religiose. È soprattutto il neoplatonismo che ha assunto in sede filosofica la tematica della l. (già presente nella tradizione filosofica greca e accentuata in età ellenistica per influenze orientali): la l. si presenta come strumento idoneo a definire, sia pure nell’ambito dell’uso metafisico, il rapporto di derivazione dell’Uno dal molteplice, inteso appunto come «irraggiamento» (περίλαμψις), ritrovando nella l. il simbolo e il principio che costituisce e rende intelligibile la realtà fisica. La tematica della l. in rapporto alla diffusione del neoplatonismo si trova ampiamente svolta nella riflessione teologica cristiana (la quale peraltro trovava precise suggestioni nello stesso senso nel Vecchio e nel Nuovo Testamento e nell’ambiente religioso ellenistico; e ancora si ricorderà l’ampio sviluppo della simbologia della l. nello gnosticismo), come pure più tardi nella cultura musulmana: anche qui la l. svolge un ruolo di simbolo e di reale mediazione nell’ordine scalare delle intelligenze fino al mondo sensibile (inserendosi spesso anche in contesti aristotelici). Nel Medioevo cristiano la simbologia della l. è mediata soprattutto da Agostino (dove il lumen svolge anche una funzione «fisiologica» quale veicolo di sensibilità) e dallo pseudo-Dionigi (ove si connette con tutta la simbologia della mistica speculativa): resta sempre la fondamentale ambiguità per cui la l. ora è accolta come principio fisico-metafisico, ora come simbolo di realtà e di processi intelligibili (per es., l’intelletto agente come l., secondo un accostamento che è già di Aristotele, ma interpretato in senso platonico-agostiniano). Va però sottolineato che attraverso la simbologia della l. si avvia anche un tentativo di geometrizzazione della fisica: esempio tipico è offerto da Roberto Grossatesta, secondo il quale la l., assunta come principio formale della realtà fisica, permette di spiegare la formazione del mondo fisico per analogia col diffondersi dei raggi da un centro luminoso, e quindi di ridurla a schemi tratti dall’ottica geometrica. E ancora altri aspetti potrebbero ricordarsi, legati alla simbologia e alla metafisica della l. nella cosmologia (dalla concezione del cielo empireo come cielo di pura l. che cinge l’ultima sfera celeste, alla processione delle forme e influenze astrali nel mondo sublunare), alla fisiologia (la l. come veicolo di sensibilità nel sistema nervoso), con implicazioni che abbracciano sia l’astrologia sia la medicina. Questa metafisica della l. avrà grande sviluppo nel Rinascimento in rapporto alla più piena ripresa di motivi neoplatonici e della simbologia solare, fino a trovare il risultato più organico in Patrizi.