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Albizzi, Lucantonio degli

di Arnaldo D'Addario - Enciclopedia machiavelliana (2015)
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Albizzi, Lucantonio degli

Arnaldo D'Addario

Figlio di Antonio di Luca e di Maria di Luca Pitti, nacque a Firenze il 16 maggio 1459; filomediceo, ma non amico di Piero di Lorenzo il Magnifico, che lo tenne lontano dalle cariche principali. Dopo la fuga di Piero, A. fu inviato dalla Repubblica a Borgo San Sepolcro (1494) e a Cortona (1495) come commissario di guerra. A Cortona sventò una congiura intesa a dare la città ai Medici e a Poppi (1496) si adoperò per conservare la fedeltà del Casentino. Qui mostrò una non comune abilità diplomatica; viene infatti additato come «uomo e prudente e pratico in simile spedizione» (LCSG, 1° t. , p. 71). Fece parte della magistratura dei Dieci di Balìa (1498) e andò come commissario al campo (1499), prima sotto Arezzo, poi a Pisa. Qui fece arrestare Paolo Vitelli sospettato di infedeltà e resisté all’ammutinamento dei mercenari svizzeri e guasconi, mal pagati dalla Repubblica. La commissaria dell’Albizzi sul fronte pisano nella primavera-estate del 1500 vide il deteriorarsi dei rapporti franco-fiorentini e il fallimento militare delle condotte mercenarie.

Ai primi di luglio M. fu inviato come segretario per coadiuvare l’azione dei commissari (Giovanni Battista Ridolfi e A.). Le richieste finanziarie e di vettovaglie dell’A. caddero nel vuoto, finché il medesimo commissario venne fatto prigioniero dagli svizzeri ammutinati (M. ne dà notizia a Firenze per ottenere il pagamento del riscatto: LCSG, 1° t., p. 251). Fu inviato Pietro Vespucci per trattarne la liberazione: l’A. venne poi sottoposto a giudizio, ma riconosciuto innocente. Nella seconda metà del 1501 si recò insieme a Francesco Soderini presso Luigi XII, per trattare il prezzo per Firenze della protezione francese e la restituzione delle città toscane che si erano date a Vitellozzo Vitelli. Rientrato nel luglio 1502, morì a Castiglion Fiorentino il 15 settembre mentre riceveva la resa delle città ribelli per il tramite dei commissari francesi.

Bibliografia: P. Litta, Famiglie celebri italiane, Milano 1819-1853, Albizzi di Firenze, tav. XIX; V. Spreti, Enciclopedia storiconobiliare italiana, 1° vol., Milano 1928, p. 346; G.S. Schnitzer, Savonarola, 2° vol., Milano 1931, pp. 23, 83, 85 e segg.

Vedi anche
Rinaldo Àlbizzi Uomo politico (Firenze 1370 - Ancona 1442), figlio di Maso, della potente famiglia fiorentina, condivise l'indirizzo antivisconteo del padre. Dopo un'intensa attività come ambasciatore, alla morte di Maso (1417) assunse una posizione di primo piano nella vita politica fiorentina. Nel 1423 iniziò la guerra ... Mèdici, Cosimo de', detto il Vecchio Uomo politico fiorentino (Firenze 1389 - Careggi 1464), figlio di Giovanni di Bicci. In gioventù, pur dedicandosi alla mercatura, ricoprì anche cariche politiche ed ebbe incarichi diplomatici. Ma, considerato il capo dell'opposizione all'oligarchia dominante, fu poi arrestato (1433) e confinato per dieci ... Guadagni Nobile famiglia, le cui origini risalgono alla fine del sec. 11º. Trasferitisi a Firenze verso la fine del sec. 12º, i Guadagni aderirono alla parte guelfa e combatterono a Montaperti; sconfitti, rimasero in esilio fino al 1281, data in cui rientrarono in città per effetto della pace del card. Malebranca. ... Dino Compagni Uomo politico e scrittore (Firenze 1246-47 circa - ivi 1324). Guelfo bianco, partecipò attivamente all'amministrazione del Comune: fu tra l'altro due volte priore, nel 1289, quando si ebbe la vittoria di Campaldino, e nel 1301, al momento dell'ingresso in Firenze, come paciere, di Carlo di Valois, del ...
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