LUCA da Leida (Lucas van Leyden)
Pittore e incisore, nato a Leida nel 1494, morto ivi nel 1533. Figlio del pittore Huygen Jacobs (Ugo di Giacomo), era già artista maturo in età assai giovanile; a 14 anni (1508) eseguiva la nota incisione col Sogno di Maometto, e il quadro con i Giuocatori a scacchi del museo di Berlino, composizione un po' densa, ma già molto notevole. I quadri autentici giunti a noi sono 22 soltanto, le incisioni in rame 175, le silografie 28. Caratteristico è il perfetto equilibrio tra le forme, anche se in parte tradizionali, e lo spirito del realismo nascente; vi si vede un compiuto rinnovamento.
Dallo studio paterno L. passò in quello di Cornelis Engebrechtsz. Nel 1521 lavorava ad Anversa dove ebbe ospite Alberto Dürer, che gli fece poi un ritratto. Il Vasari ricorda quell'incontro dicendo che Dürer trovò in L. un emulo, di molto più giovane di lui, "che già aveva cominciato a fare di molti intagli sottilissimi a sua concorrenza". L. subì l'influsso di Dürer e anche quello dei maestri di Anversa. Certo nuovi elementi s'infiltrano per qualche tempo nella sua arte e l'arricchiscono. Nel 1527 s'incontrò a Middelburg con Jan Mabuse, e lo accompagnò a Gand, Malines e Anversa. Preso allora da consunzione, si spense non ancora quarantenne.
Nell'arte di L. da Leida a stento si avverte uno sviluppo. Paragonando i Giuocatori alle carte, del 1520 circa (Wilton House), col quadro citato del 1508, la composizione risulta più aperta e sciolta, ma sono identiche le forze d'espressione: salde ed efficaci. La Tentazione di S. Antonio, del 1511 (museo di Bruxelles), è senza dubbio superiore al S. Girolamo (museo di Berlino) del 1513. Capolavori sono considerati il trittico col Giudizio universale nel museo di Leida, ordinato nel 1526, e l'altro con la Miracolosa guarigione del cieco nell'Ermitage di Leningrado, del 1531, tutt'e due di grandi dimensioni. Oltre alcune Madonne (Berlino, Colonia, Oslo, Parigi), e altri quadri di soggetto biblico, si conoscono del maestro ritratti virili fra cui primeggia l'autoritratto (nel museo di Brunswick).
Tra le incisioni ricordiamo le due col Riposo nella fuga in Egitto (lavori giovanili), Sansone e Dalila, la Tentazione di S. Antonio (1509), la Conversione di S. Paolo, il Ritorno del figliol prodigo, la Storia di Giuseppe in 5 fogli (1512), la Danza di Maria Maddalena (1519), la Passione in 16 fogli (1521), Virgilio sospeso nel cesto (1525; lodato specialmente dal Vasari), le Sette virtù cristiane (1530; nudi interessanti per l'influsso di Marcantonio Raimondi). Anche altri tra i numerosi fogli sono celebri. Come silografo L. illustrò anche libri. Il Van Mander dice che L. dipinse anche su vetro e certo gli si possono attribuire i disegni per varî piccoli vetri figurati, come a suo tempo si fabbricavano in Olanda. Pare inoltre che egli abbia dato i cartoni per alcune delle celeberrime vetrate della chiesa di S. Giovanni a Gouda.
Bibl.: G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, V, Firenze 1880, pp. 406-407; F. Dülberg, L. v. L., Lipsia 1894; N. Beets, L. de L., Bruxelles-Parigi 1913; R. Kahn, Die Graphik des L. v. L., Strasburgo 1918; L. Baldass, Die Gemälde des L. v. L., Augusta-Vienna 1923; M. J. Friedländer, L. v. L. (Meister der Graphik), XIII, Lipsia 1924; P. Wescher, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.); M. J. Friedlände, Altniederländ. Malerei, X: L. v. L. und andere Holländische Meister seiner Zeit, Berlino 1932.