CANTARELLI, Luca
Scarse sono le notizie biografiche sul C., che è noto specialmente per aver collezionato numerosi codici e perché a lui si attribuisce la fondazione della biblioteca della cattedrale di Reggio Emilia. Figlio di Francesco e fratello, forse maggiore, di Pietro (che si addottorò a Padova in diritto canonico nell'agosto del 1401), nacque a Reggio Emilia probabilmente intorno al 1380. La prima notizia sicura su di lui risale al 1395 quando egli, studente di diritto canonico a Bologna e scolaro del Collegio reggiano di quella università, mosse causa con altri due studenti a un affittuario di una tenuta di proprietà del collegio stesso. Lasciata, poi, Bologna, si trasferì a Padova, ove si addottorò in diritto canonico nel marzo 1399, avendo come promotori Francesco Zabardella ed Enrico Alano (Gloria). L'anno successivoè attestato come vicario del vescovo di Reggio, Teobaldo Sessi. Nel 1403 è ricordato a Ferrara, testimone, nel luglio, a esame di laurea tenuto nello Studio cittadino. Vicario dell'arcivescovo di Genova nel 1408, lo fu anche del vescovo bolognese Nicolò Albergati nel 1420-21. Durante il periodo trascorso a Bologna il C. ebbe anche la funzione di vicario dell'arcidiacono, e al suo posto compare in alcuni documenti dello Studio. Nel 1427 fu a Roma per preparare la visita del neovescovo di Torcello Filippo Paruta. Nel 1431 operò nell'università di Ferrara come vicecancelliere.
Dopo questa data mancano notizie sicure sul C.: si sa, comunque che egli fu, in data a noi ignota, vicario del vescovo di Parma, Delfino della Pergola (che tenne quel vescovato dal 1425 al 1463), mentre è probabilmente da identificare con lui quel "Lucas de Cantarelis" che nel 1432 è testimoniato come canonico diacono residente a Ferrara.
A detta del Mercati - cui si deve il più approfondito studio sul C. - non è giunta a noi alcuna sua opera: una sua Tabula in Lactantii libros è ricordata in un catalogo di manoscritti rari compilato da Carlo Morbio nel secolo scorso, ma non è rintracciabile il codice relativo. Più agevole è stato, invece, per il Mercati delineare l'attività del C. come collezionista di manoscritti. Codici a lui appartenuti, e da lui poi donati a monasteri o confraternite, si ritrovano alla Biblioteca nazionale di Parigi, al British Museum, nella Biblioteca Bodleiana di Oxfordnella Classense di Ravenna, nella Biblioteca di S.te Geneviève a Parigi e nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
La Nazionale di Parigi conserva un codice contenente il De Somnio Scipionis di Macrobio e un brano di Livio sui pianeti scritto da mano trecentesca (fondo Sorbonne, n. 16680). II ms. n. 25105 del British Museum riporta il testo della cronaca di Martin Polono e notizie sulla storia di Giovanni XXIII che il Mercati tende ad attribuire allo stesso Cantarelli. Nella Classense, poi, si conserva un codice del C. con l'esposizione di fra' Giovanni Ginesio Quaglia sul Pater noster. Inoltre quattro codici del C. sono nella Bodieiana di Oxford: un ms. del secolo XIV, ove si rinviene una lettera dello pseudo Cirillo a s. Agostino sulla morte di s. Girolamo, la così detta Regula monacharum di s. Girolamo, il Soliloquium de arrha animae di Ugo di San Vittore, il Liber de mystica teologia attribuito a s. Bonaventura ed Exempla quaedam notabilia; un codice trecentesco del De vita contemplativa di Prospero; un codice ducentesco in cui si ritrovano lettere di s. Paolo; e un codice di sermoni. Un manoscritto del secolo XII o XIII, contenente la Tebaide di Stazio e i Tristia di Ovidio, si conserva poi nella Biblioteca di S.te Geneviève di Parigi; e, infine, risulta esser stato di proprietà del C., che poi lo donò a un monastero della diocesi di Lucca, il cod. Borgiano lat. 411 della Vaticana, ove si trova lo Stratagematicon di Frontino e il De disciplina militari di Vegezio.
Si tratta, come si vede, di codici contenenti opere di genere vario che testimoniano l'ampiezza degli interessi culturali del Cantarelli.
Fonti e Bibl.: Cronaca bolognese di Pietro di Mattiolo, a cura di C. Ricci, in Scelta di curiosità letterarie, CCII, Bologna 1885; G. Tiraboschi, Bibl. modenese, I, Modena 1781, p. 385; A. Gloria, Monumenti della univers. di Padova (1318-1405), I, Padova 1888, n. 668 p. 342; G. Secco Suardo, Lo Studio di Ferrara a tutto il sec. XV, in Atti d. R. Deput. ferrarese di storia patria, VI (1894), pp. 150 s.; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, Lucca 1900, p. 11; Id., Lo Studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, Ferrara 1903, p. 203; A. Mercati, Per la storia letter. di Reggio Emilia, in Atti e mem. d. Dep. di st. patria per le prov. modenesi, s. 5, XII (1919), pp. 65-70 (poi in A. Mercati, Saggi di storia e letter., I, Roma 1951, pp. 66-71; cfr. anche pp. 112 ss.); P. de Töth, Il b. Nicolò Albergati e i suoi tempi 1375-1444, I, Acquapendente 1934, pp. 194 n. 3, 274 n. 1; C. Piana, Supplem. ad "Bullar. Franciscanum", in Franciscan Studies, XV (1955), p. 138; Id., Nuove ricerche sulle Università di Bologna e di Parma, Quaracchi 1966, pp. 118 s., 122 s., 440, 467; Catalogi codicum manuscriptorum Bibliothecae Bodleianae, III, a cura di N. O. Coxes, Oxonii 1854, n. 45 coll. 314 s., n. 100 coll. 348 s., n. 146 col. 376; L. Delisle, Inventaire des manuscrits de la Sorbonne, in Bibliothèque de l'Ecole des chartes, XXXI (1870), p. 158; Id., Le cabinet de manuscrits de la Bibliothèque Nationale, II, Paris 1874, p. 347; Catal. of Additions to the manuscripts in the British Museum in the years 1854-1875, London 1877, p. 155; C. Kohler, Catalogue des mss. de la Bibliothèque de S.te Geneviève, II, Paris 1896, n. 2408 pp. 339 s.; F. Madan, A Summary Catalogue of Western Manuscripts in the Bodleian Library at Oxford, IV, Oxford 1897, n. 19031 p. 327, n. 19086 p. 328, n. 19132 p. 329, n. 19472 p. 397; A.Mazzatinti, Inventari delle Bibl. d'Italia, IV, n. 176 p. 187.