BERTELLI, Luca
Incisore, tipografo, editore calcografico e mercante di stampe, operante a Venezia nella seconda metà del sec. XVI (fra il 1560 circa e il 1582 come incisore ed editore calcografico, nel 1566 come tipografo) e, secondo Le Blanc, anche a Roma, è identificabile quasi sicuramente con il "bibliopola" attivo a Padova fra il 1564 e il 1594 (Saraceni Fantini, poi Ascarelli). Le sue stampe, con l'indicazione "Venetiis" (una copia dell'incisione di Cornelis Cort, l'Annunciazione,ha la sottoscrizione "Venetiis in aede Salvatoris") e talora "Romae" (testimonianza di un inserimento sul mercato più che di un soggiorno), di soggetto per lo più religioso, mitologico, storico, sia incise da lui sia che ne rechino solo l'excudit o la dichiarazione di proprietà dei rami, sono considerate rare. Difficile, spesso, stabilire quale parte il B. vi ebbe; sono di interesse più iconografico che artistico. Il B. pubblicò, qualche volta incise, da invenzione di Michelangelo (Ebrei fra i serpenti e Cristo fra i ladroni), Tiziano (Adorazione dei pastori, Fuga in Egitto, Riposo in Egitto, Flagellazione, Annunciazione, S. Pietro Martire, S. Margherita da Cortona, Madonna col Bimbo e Vecchia al focolare), G. Olgiati (S. Girolamo, 1573), G. B. Fontana (Monte Sinai e Giudizio universale, 1569), D. Campagnola (Tributo e Parabola di Lazzaro), P. Farinati, Giulio Clovio (Crocifissione), Gir. Muziano (Pianto sul Cristo morto, 1567), Fed. Zuccari (Annunciazione con i profeti, in coedizione con Lorenzo della Vaccheria), Taddeo Zuccari (Vergine al tempio), Perugino e Raffaello (Apparizione di Cristo a s. Pietro, 1568).Pubblicò inoltre il Ritratto del Petrarca e una carta di Algeri (1564) e fu editore di una stampa del Beatricetto (Ritratto di Ippolita Gonzaga), di alcune incisioni di Martin Rota, di una tiratura della Lotta dei Lapiti e dei Centauri di Enea Vico e di varie stampe di Agostino Carracci (Gesù Cristo fra i ladroni, 1580); del 1582 sono la Tentazione di S. Antonio, il Martirio di s. Giustina e la Confraternita del Nome di Dio, la cui indicazione "L. B. et socius" fa presupporre una partecipazione di Orazio Bertelli, la Madonna di Loreto e la Fama di Giovanni Franco. Fu editore di numerose stampe sia di genere popolare, fra cui una serie di Moralités, sia di genere polemico-dottrinario come il Typus veri religiosi (1574), il Typus ecclesiae catholicae (1574), l'Albero della fede, la Morte del peccatore e l'Allegoria del Rosario. Ci sono note tre opere, di Gabriele Falloppio, edite a Padova dal B., il De morbo gallico (1564) "apud Lucam Bertellium et socios", gli Opuscula (1566) commessi a Cristoforo Griffa (Gryphius) e il testo del commento a Ippocrate, In Hippocratis librum de vulneribus capitis expositio (1566).
Probabilmente suo fratello fu Orazio Bertelli: editore calcografico, meno sicuramente incisore, fu attivo a Venezia nel secondo Cinquecento, e secondo Le Blanc, anche a Roma. Poche le notizie della sua vita. Nel 1582 sollecitò Agostino Carracci a recarsi a Venezia e ne stampò le incisioni eseguite durante il soggiorno: Enea e Anchise (1582, da invenzione dello stesso Carracci), la Madonna col Bambino (1582, da invenzione di Federico Barocci), la Trasfigurazione (1588, da invenzione di Domenico Tibaldi); alcune incisioni da invenzioni di Paolo Veronese (Crocifissione, Madonna con due frati, Deposizione, 1582) sono descritte dal Bartsch; mentre il Le Blanc cita un'Ascensione e una S. Giustina con l'excudit di Domenico Bertelli; inoltre è riferita da P. Kristeller nel Thieme-Becker una serie di tredici tavole con Cristoe Apostoli, sempre da invenzione del Veronese.
Bibl.: Per Luca, oltre a U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III ,pp. 487 s., cfr. G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori, I, Siena 1808, p. 86; L. De Angelis, Notizie degli intagliatori… aggiunte a Gori Gandellini, VI, ibid. 1809, p. 257; A. Bartsch; Le Peintre graveur, XV, Vienne 1813 (sub voce E. Vico), p. 297 n. 30 b.; XVI, ibid. 1818, pp. 250 ss. nn. 1, 6, 7, 25, 27; XVIII, ibid. 1818 (sub v. Ag. Carrache), pp. 41 ss. nn. 10, 22, 63, 108; P. Zani, Enc. met. delle belle arti, I, 4, Parma 1820, pp. 6, 261, n. 126; G. A. Moschini, Dell'incis. in Venezia, Venezia 1926 (ma scritto prima del 1830), p. 38; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, pp. 309 s.; L. Passerini, Bibliogr. di Michelangelo e incisori delle sue opere, Firenze 1875, p. 169; E. Pastorello, Tipografi, editori, librai a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, p. 9; Bibliothèque Nationale, Département des estampes, Inventaire du fonds français. Graveurs du XVI siècle, I, Paris 1932, p. 84; C. Pasero, Giacomo Franco, in La bibliofilia, XXXVII(1935), pp. 343 s.; A. De Witt, Collezione delle stampe (Galleria degli Uffizi), Roma 1938, p. 159; F. Mauroner, Incisioni da Tiziano, Venezia 1941, pp. 24, 43; J. C. J. Bierens de Haan, L'oeuvre gravée de Cornelis Cort, La Haye 1948, nn. 21, 23, 26, 87, 109, 135, 145, 219, 223; B. Saraceni Fantini, Prime indagini sulla stampa padovana del Cinquecento, in Miscell. di scritti di bibl. e di erudizione in mem. di L. Ferrari, Firenze 1952, pp. 415-485; F. Ascarelli, Tipografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, pp. 209, 220; A. Omodeo, Mostra di stampe popolari venete del'500 (Gab. disegni e stampe degli Uffizi), Firenze 1965, ad Indicem. Per Orazio, oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 488, cfr. P. Zani, Enciclopedia metodica… delle belle arti, I, 4, Parma 1820, p. 6; A. Bartsch, Le peintre graveur, XVIII, Vienne 1818 (sub voce Ag. Carrache), pp. 50, 57, 93, 95, 100, nn. 21, 32, 102, 105;C. C. Malvasia, Felsina Pittrice, Bologna 1841, I, p. 270; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 310. Cfr. inoltre la collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze.