BATI, Luca
Nato probabilmente a Firenze verso il 1550, fu uno dei musicisti più rappresentativi della Firenze medicea, sullo scorcio., del sec. XVI e nei primi anni del XVIL Allievo di Francesco Corteccia - che era stato canonico e maestro di cappella a S. Lorenzo fino alla morte (1571) - il B. doveva essere già ritenuto un compositore provetto nel 1589, se in occasione delle feste celebrative delle nozze di Ferdinando I de" Medici con Cristina d', Lorena, venne affidato a lui l'incarico di musicare gli intermedi di una sacra rappresentazione, l'Esaltazione della Croce, opera del letterato fiorentino Giovanmaria Cecchi, morto due anni prima. La musica del B. èandata interamente perduta, ma, testimonianza preziosa dell'interesse che essa seppe suscitare, rimane la Descrizione dell'Apparato, e de gl'Intermedi fatti per la storia dell'Esaltazione della Croce. Rappresentata in Firenze da' giovani della Compagnia di San Giovanni Vangelista, con l'occasione delle Nozze delle Altezze Sereniss. di Toscana, l'Anno 1589 (Firenze 1592), un resoconto abbastanza dettagliato fornito dal figlio di Giovanmaria Cecchi, Baccio.
Da tale descrizione possiamo arguire con una certa verosimiglianza che nell'opera del B., per molti aspetti sicuramente legata alla tradizione polifonica cinquecentesca, si veniva attuando, però, anche quella trasformazione del linguaggio musicale che doveva portare poco dopo, nella stessa Firenze, alla formulazione del nuovo stile del "recitar cantando".
Sussistono ancora le grandi composizioni polifoniche, ma le voci, spesso "raddoppiate" da strumenti, dovevano raggiungere una più intensa efficacia espressiva. Ma il canto - che peraltro non poteva essere ancora il "recitar cantando" del Peri e del Caccini - viene di frequente affidato alla voce solista, "sostenuto" talora da un insieme di strumenti. E gli strumenti sostituiscono di frequente le voci, perché più chiaro, più espressivo ne risulti il canto "a solor" del madrigale, così come, per es., è fatto rilevare il canto di Mosè nel secondo intermedio e quello del re David nel quinto.
Sicuramente il B. a contatto con l'ambiente della "Camerata" aveva dovuto risentire, nella composizione delle musiche per gli intermedi dell'Esaltazione della Croce, l'influsso di quelle discussioni che fervevano dapprima in casa Bardi e poi in casa Corsi, influsso soprattutto palese nella ricerca di espressione degli "affetti" contenuti nelle parole.
Rilevante dovette essere anche la funzione dell'orchestra che, nella sua complessità e varietà, sembrerebbe preludere a quella monteverdiana: strumenti che sostituiscono le voci, le rinforzano, ma anche, come, all'inizio del primo intermedio, si uniscono insieme per creare - "traverse, violone, violino, liuti grossi e organo" - "una dolcissima armonia" (quinto intermedio, Descrizione..., p. 9).
Nel 1594 il B. pubblicò il Primo Libro di Madrigali a cinque voci (Venezia, A. Gardano), dedicato a Iacopo Corsi, segno evidente anche questo della dimestichezza che egli doveva avere con l'ambiente della Camerata. Questo libro di madrigali, pervenutoci fortunatamente completo di tutte le sue parti, rivela anch'esso, accanto al valente maestro di contrappunto, un musicista attento al significato espressivo del testo: si tratta - come bene notò l'Einstein - di "musica moderna", per quanto potesse esserlo allora una musica a più voci, rispetto alle "nuove musiche", rispetto cioè alla monodia accompagnata.
Il 26 febbr. 1596 venne fatta a Firenze la "mascherata" delle Fiamme d'amore di Gino Ginori: la musica - oggi perduta - era del Bati.
Nel 1598 egli venne nominato maestro di cappella della cattedrale fiorentina e della cappella, granducale, succedendo in queste mansioni a C. Malvezzi, morto da poco: di quest'anno è il suo Secondo libro di Madrigali a cinque voci (Venezia, A. Gardano). Nell'Archivio capitolare di S Maria del Fiore a Firenze si conservano poi composizioni inedite di "Luca Bati maestro di cappella" nei mss. n. 16 e 25, che portano rispettivamente la data del 13 febbr. 1598 e del 1603. Si tratta di salmi, Magnificat, motetti e di una messa a sei voci, composti in un severo stile contrappuntistico, che inseriscono il B. nella grande tradizione della musica polifonica fiorentina, che aveva avuto come rappresentanti illustri il suo maestro Francesco Corteccia e il suo predecessore, nelle funzioni di maestro di cappella, C. Malvezzi.
Il 6 maggio 1600, al posto del canoRico Gualfreducci Onofrio da Pistoia, il B. fu nominato canonico di, S. Lorenzo, ottenendo la "prebenda IIIa canonicale sotto il titolo dei SS. Vitale e Agricola", e mantenne questo incarico fino alla morte, come testimonia il Cianfogni, nelle sue Memorie istoriche della basilica di S. Lorenzo.
Il 9 ott. 1600, nel periodo dei festeggiamenti per le nozze di Maria de' Medici con Enrico IV di Francia, venne rappresentato a Firenze Il Rapimento di Cefalo su testo di G. Chiabrera e musica di Giulio Cacciai. Sappiamo però dalla Descrizione delle felicissime nozze della cristianissima Maestà di Madama Maria Medici Regina di Francia e di Navarra di Michelangelo Buonarroti il Giovane (Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1600) che la composizione dei cori del Rapimento di Cefalo venne affidata ad altri musicisti. Così riferisce infatti il Buonarroti: "Giulio Cacciai ebbe il carico di tutta la musica, et funne il comporútore, se non che dei Cori, il primo da Stefan Venturi del Nibbio, insieme con una gran musica delli Dei simile a coro, et il terzo, e 'l quarto da Messer Luca Bati maestro della Cattedral Cappella composti furono. Il secondo, per maggiormente onorarsi musica e scena reale, di fare compiacquesi il Signor Pietro Strozzi..." (Descrizione... carte non num. A †).
Il B. fu maestro di Marco da Gagliano: nel 1602 propose al Capitolo di S. Lorenzo di affidare al suo allievo l'insc, gnamento della musica ai chierici, incarico che il da Gagliano mantenne da allora fino alla mortedel B., quando gli successe nelle funzioni di maestro di, cappella. In quegli anni Marco da Gagliano inserì nelle sue stampe di Madrigali anche alcune composizioni del suo, maestro. Nel Primo libro di Madrigali a cinque voci... (Venezia 1602) si trova il madrigale Luce soave del B., nel secondo del 1604 Se de tormenti, nel terzo (1605) Odiome stesso e Mentre con mille (a 10 voci), nel quarto (1606) Neve tu mi rassembri.
Nel 1607 il B. entrò a far parte dell'Accademia musicale degli Elevati assieme al Peri, al Cacciai e a Marco da Gagliano. Morì a Firenze il 17 ott. 1608.
Bibl.: D. Moreni, Memorie istoriche dell'Ambrosiana R. Basilica di S. Lorenzo di Firenze. Opera postuma del canonico Pier Nolasco Cianfogni..., Firenze 1804, p. 242; Id., Continuazione delle memorie istoriche dell'Ambrosiana Imperial Basilica di S. Lorenzo..., II, Firenze 1817, pp. 163, 325; P. Canal, Osservazioni ed aggiunte alla "Biographie universelle des musiciens etc. par F. J. Fétis, Paris 1864-66", in Atti del R. Ist. di scienze, lettere ed arti, s. 3, XIII, I (1867-68), pp. 206 s.; E. Vogel, Marco da Gagliano. Zur Geschichte des fiorentiner Musiklebens von 1570 bis 1650, in Vierteljahrschrift für Musikwissenschaft (1889), passim; A. Solerti, Gli albori del melodramma, Palermo 1904, I, pp. 42, 43; II, p. 56; Id., Musica, Ballo e Drammatica alla Corte medicea..., Firenze 1905, p. 16; A. Einstein, Firenze prima della monodia, in Rass. musicale, VII (1934), pp. 271-273; F. Ghisi, Feste musicali della Firenze medicea (1480-1581), Firenze 1939, P. XII; A. Einstein, The Italian Madrigal, Princeton 1949, II, pp. 669, 729, 732 s., 734, 738; F. Ghisi, L. B. maestro della Cappella granducale di Firenze, in Revue belge de musicologie, VIII (1954), pp. 106-108; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 501; Encicl. d. spettacolo, II, Col. 46; Diz. Ricordi della Musica e dei Musicisti, Milano 1959, p. 15; Enciclopedia Ricordi della musica, I, Milano 1963, p. 204.