SOLDI, Luca Antonio.
– Nacque a Pisa nel 1558 circa da Pietro e da Diamante (la data si ricava dall’età dichiarata negli stati d’anime del 1622 e 1624). Il padre potrebbe essere il liutaio Pietro Sordo (Soldo), morto il 25 ottobre 1582; la madre morì il 26 febbraio 1623, più che centenaria.
Prima che stampatore, Soldi fu musicista. Cantore, lo si può forse identificare con il «Luca di Altemps», musico del duca Giovanni Angelo Altemps nel 1607. Nel 1611 cantava nella cappella della Madonna dei Monti a Roma, dove furono maestri di cappella Stefano Bernardi e Giovan Francesco Anerio; nel 1612 fu presente in S. Pietro come soprano nelle musiche straordinarie per le feste del santo titolare e della Dedicazione della basilica.
Fu allievo di Antonio Cifra, com’egli stesso dichiarò nel 1609, nel dedicare alla nobildonna Flaminia Soderini, sua madrina di battesimo, il libro III di mottetti del maestro, da lui curato per i tipi di Giovanni Battista Robletti (la vignetta con il battesimo di Cristo posta al frontespizio sembra alludere al proprio battesimo e alla dedicatoria; quanto al testo latino della dedicatoria, con ampie lodi della musica, mostra un’evidente ambizione culturale). Nel 1611 Soldi raccolse i madrigali a tre voci di Bernardi e li pubblicò presso la tipografia di Bartolomeo Zannetti, per il quale probabilmente curava le edizioni musicali. Nel 1618 si mise in proprio, ottenendo dall’Ordine di S. Spirito una sede nell’omonimo ospedale e il permesso d’impiantarvi una tipografia. Ebbero così inizio le sue edizioni musicali, che Soldi tenne a distinguere da quelle di Robletti, sia per scelte testuali e grafiche, sia con fregi e cornici di nuovo disegno (l’indicazione di un’edizione del libro IV dei mottetti di Cifra stampata da Soldi in una propria tipografia nel 1609 è errata: vero anno di edizione è il 1619; Franchi, 2006-2012, I, 1, pp. 78-80).
Oltre varie opere di Cifra e raccolte di autori cui Soldi era legato, come Anerio, Gregorio Allegri e Giovanni Battista Boschetti, allora maestro in S. Spirito (Sacrae cantiones op. V, 1620), spicca nel 1619 una fortunata raccolta di messe a quattro voci, tre di Giovanni da Palestrina (Iste confessor, Sine nomine, Papae Marcelli) più la messa «della Battaglia» di Anerio; la Papae Marcelli compariva ridotta a quattro voci dallo stesso Anerio; a tutte le messe Soldi aggiunse di proprio pugno il basso continuo. L’edizione è dedicata a Gregorio Donati, socio del Maestro del Sacro Palazzo, l’autorità che gli aveva dato la ‘patente’ per l’attività di stampatore. Con questa e altre notevoli raccolte palestriniane (le riedizioni del libro I di mottetti nel 1622 e degli inni nel 1625) Soldi concorse all’incipiente culto per il «padre della musica», a pochi decenni dalla sua morte, culto che lo stampatore estese alla stessa veste grafica, che nell’edizione del 1622 ricalca nel dettaglio precedenti edizioni cinquecentesche di quei mottetti (Franchi, 2006-2012, I, 1, pp. 447 s.). Gli inni del Palestrina sono presentati, nella dedicatoria del 1625, quale compendio rivelatore della musica cosmica «distinctis ex arte cantibus».
L’intensa attività di Soldi, 35 edizioni negli anni 1619-21, toccò risultati editoriali di prestigio, in particolare con i primi due libri di messe di Cifra (1619 e 1621), pubblicati in volumi d’imponente formato, eccellenti per qualità di carta e stampa e per bellezza della notazione musicale (con iniziali figurate in cui compaiono i ritratti dell’autore e di Paolo V), e con la monumentale edizione della Passio D. N. Jesu Christi di Francesco Soriano, uscita nel 1619 in veste magnifica e splendido frontespizio inciso da Philippe Thomassin. Oltre queste, considerate fra le più belle edizioni musicali del secolo, uscirono dai torchi di Soldi anche fascicoli d’aspetto trasandato e destinati a basso smercio; il logorio dei caratteri portò in pochi anni a edizioni decisamente brutte. Nel 1622 lo stampatore fu incarcerato dal governatore di Borgo; dai documenti sembra di capire che l’arresto fosse avvenuto su istanza di Vincenzo Ugolini, con cui Soldi era indebitato, e che condizione del rilascio fosse il recupero del credito da parte del compositore, del quale Soldi aveva appena stampato il libro II di Motecta et missae. Grazie alla mediazione di un canonico di S. Pietro e del cantore Girolamo Bisterzi, tutto si risolse per il meglio; però in quell’anno la stamperia di Soldi produsse due sole edizioni. Dal 1623 si tornò a una discreta produzione. Del resto Soldi era impegnato anche come cantore in S. Spirito in Sassia, dove inoltre era maestro dei pueri cantus nella «scola de putti cantorini» annessa al complesso ospedaliero, dove nel 1624 gli fu assegnata una sede più ampia per la stamperia.
La qualità delle edizioni continuò a calare: nel 1625 quasi tutte presentano refusi e scorrettezze, fino a quella, scadente, dei Concerti spirituali di Giovanni Tomaso Suna. Si deve presumere che Soldi fosse malato; nel 1626 cedette l’azienda a Paolo Masotti, già allievo di Soldi quando questi abitava in piazza della Rotonda e promotore di una sua edizione nel 1621 (i Varii scherzi op. V di Gregorio Veneri), figurando ormai solo come curatore nella ristampa dell’antologia di messe del Palestrina e di Anerio con cui Masotti inaugurò la propria attività nell’autunno di quell’anno.
Morì il 13 gennaio 1627 dopo essere stato ricoverato nel reparto migliore dell’ospedale di S. Spirito («alli Nobili»). Fu sepolto nell’omonima chiesa.
Nella produzione di Soldi prevale la musica da chiesa, con venti edizioni di mottetti, otto di messe e sei di salmi e di altri generi liturgici. Ma non sono poche le raccolte di musica profana (18) – tra di esse anche la partitura di una «favola in musica», L’Aretusa di Filippo Vitali (1620) –, alcune su versi «spirituali». Non mancano infine edizioni di musica strumentale (7), comprensive di ricercari destinati alla didattica. La sua attività, durata meno di otto anni, fu intensa: alle 51 edizioni pervenute ne vanno aggiunte una decina, oggi perdute ma documentate con sufficiente certezza, nonché quelle da lui curate in officine altrui prima che si mettesse in proprio. Al di fuori dell’ambito musicale è nota una sola sua edizione, un’orazione di Francesco Maria Torrigio, canonico di S. Pietro, per la festa della Madonna della Neve (5 agosto 1621). La marca usata da Soldi (e poi ripresa da Masotti) raffigura una mano che regge un melograno, cioè un globo araldico, simbolo di sovranità, con il motto HINC NOSCE IMPERIVM.
Gli autori pubblicati furono una trentina: spicca il maestro di Soldi, Cifra (ben sedici edizioni tra originali e ristampe), e ricorrono i nomi di Allegri, Vincenzo de Grandis, Vitali; una buona collaborazione ci fu con Anerio (che del resto pubblicò anche presso Robletti), mentre il tiorbista Giovanni Girolamo Kapsperger agevolò a Soldi il rapporto con i Barberini, che lo protessero. Più saltuari i contatti con altri autori: Paolo Agostini (Salmi, 1619), Annibale Orgas (Sacrarum cantionum liber I, 1619), Pietro Pace (libri VIII e X dei mottetti, 1619 e 1621), Raffaello Rontani (Le varie musiche op. VII, 1619), Paolo Tarditi (Psalmi, libro II, 1620), Jacopo Trinciavelli (Musiche spirituali, 1620), Romano Micheli (Madrigale in canone, 1621), Domenico Campisi (Lilia campi, 1623), Giuseppe Giamberti (Poesie, 1623), Angelo Bonetti (due libri di mottetti, 1624), Alessandro Capocci (Fasciculus myrrhae, 1624), Giuseppe Olivieri (La pastorella Armilla, 1624), Agostino Agazzari (Eucharisticum melos op. XX, 1625), Tullio Cima (libro II di mottetti, 1625). In bella veste tipografica apparvero nel 1624 i Capricci di Girolamo Frescobaldi e i Poematia et carmina di Kapsperger (su versi latini di Maffeo Barberini).
Soldi curò non poche ristampe e riedizioni, che all’epoca si pubblicavano in veste dimessa a puri scopi commerciali; egli le diede in versioni corrette e in veste decorosa, con dedicatorie in cui si nota una cultura non comune tra gli stampatori: è il caso delle messe, dei mottetti e inni del Palestrina, di alcune ristampe di Cifra (Psalmi op. VII e Motecta op. XVI nel 1619, Motecta op. XI nel 1620, Scherzi et arie nel 1623), per i ricercari di Bernardino Lupacchino e di Pietro Paolo da Cavi nel 1620 (dedicati a due membri della famiglia Crescenzi, suoi patroni quando abitava al Pantheon), per il libro IV di mottetti di Agazzari dedicato nel 1620 al dotto fiammingo Levinus Hielius. L’unica collettanea pubblicata da Soldi (Sacri affetti, 1625) non fu curata da lui stesso, bensì dal ricco musicista Francesco Sammaruco, nato a Roma nel 1596 da famiglia lombarda (di Caronno Ghiringhello, l’odierna Caronno Varesino), allievo di Filippo Nicoletti, maestro in S. Carlo al Corso, noto a Soldi perché abitante alla Lungara, in parrocchia di S. Spirito. La collettanea, non priva d’ambizione, raccoglie componimenti di autori sia romani sia dell’Italia settentrionale, con nomi illustri come Claudio Monteverdi, Alessandro Grandi, Paolo Agostini (un mottetto con violino e liuto), i due Mazzocchi (Domenico e Virgilio), Frescobaldi, Valerio Guami; né mancano il maestro (Cesare Zoilo) e l’organista (Angelo Maria Piccinini) di S. Spirito. Anche la dedicatoria al cardinale Carlo Madruzzo, protettore di Sammaruco, non è convenzionale e sottolinea il gusto delle dissonanze («nel canto stesso le durezze servono a meraviglia per lusingar maggiormente l’orecchie»).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Trenta notai capitolini, Ufficio 30, prot. 102, atto 2.11.1622, cc. 578-579 (notaio Lucatelli); Roma, Archivio storico del Vicariato, Parrocchie: S. Lorenzo in Damaso, Morti, 25 ottobre 1582; S. Maria ad Martyres, Stato delle anime 1617, Morti, 26.2.1623; S. Spirito in Saxia, Stato delle anime 1626, Morti, 13.1.1627; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, I-II, Firenze 1952-1968, ad ind.; Id., Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze 1958, pp. 146 s.; J.P. Couchman, Musica nella cappella di palazzo Altemps a Roma, in Musica e musicisti nel Lazio, a cura di R. Lefevre - A. Morelli, Roma 1985, p. 177; P. Barbieri, Musica, tipografi e librai a Roma: tecnologie di stampa e integrazioni biografiche (1583-1833), in Recercare, VII (1995), p. 79; S. Boorman, S., L., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXIII, London-New York 2001, p. 632; G. Rostirolla, Musiche e apparati nella Basilica Vaticana per le feste dei santi Pietro e Paolo e della Dedicazione dalla fine del XVI al primo quarto del XVII secolo, in Musik in Rom im 17. und 18. Jahrhundert: Kirche und Fest, a cura di M. Engelhardt - C. Flamm, Laaber 2004, p. 453; S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, I, 1-2, Roma 2006-2012, ad ind.; G. Rostirolla, La Cappella Giulia 1513-2013. Cinque secoli di musica sacra in San Pietro, I, Kassel 2017, p. 384