FORTUNATI, Luca Antonio
Di origine fiorentina, le notizie sulla sua vita sono esclusivamente legate all'attività che egli svolse come editore nell'ambito della tipografia romana durante il pontificato di Sisto IV. Il suo nome compare nelle lettere prefatorie di due incunaboli stampati a Roma negli anni 1477-1478.
Il primo è il De studiis et litteris di Leonardo Bruni, dedicato a Battista Malatesta da Rimini: esso è attribuito alla tipografia romana di Johann Schurener ed è databile come successivo al 4 apr. 1477 (Hain - Copinger, n. 1527 = n. 1573; Indice generale degli incunaboli… [IGI] I, n. 2208 e VI, p. 106). Questa è infatti la data che compare nella lettera prefatoria del F., in latino, composta a Roma e indirizzata al giovane Andrea Ricasolano (f. 1v). Alla stessa edizione appartengono anche, di seguito al testo del Bruni, le lettere dello pseudo Cicerone al figlio, la risposta di questo e l'epistola ad Curionem di Cicerone (Ad familiares, II, 4). L'incunabolo, in quarto e in caratteri romani, comprende in tutto 16 fogli.
Il secondo è l'editioprinceps dell'Ameto di Giovanni Boccaccio, un in quarto in caratteri romani di 132 fogli, datato Roma 1478 (prima del 10 agosto, perché terminato entro il settimo anno di pontificato di Sisto IV) e attribuito alla tipografia dello stesso Schurener (Hain, n. 3285 = Hain - Copinger - Reichling, n. 3286, IGI, I, n. 1763).
In una panorama estremamente povero di testi di interesse umanistico in volgare come è quello di Roma, questo incunabolo rappresenta un evento culturale di notevole rilievo. La commedia del Boccaccio (nota anche, nella tradizione manoscritta, come Comedia delle ninfe fiorentine) non ebbe infatti alcuna edizione a Firenze nel XV secolo e fu ristampata una sola volta a Treviso nel 1479. Altrettanto interessante risulta il nome del dedicatario, Giovanni Della Rovere, duca di Sora e prefetto di Roma, nipote di Sisto IV e fratello del futuro Giulio II: un personaggio strettamente legato alla cultura elitaria e aristocratica della corte papale, al quale è indirizzata un'epistola in volgare redatta dal Fortunati.
Nonostante non si abbia alcuna notizia di edizioni dell'Ameto precedenti a questa romana del 1478, un'espressione usata dal F. nella prefazione al Della Rovere ("ho facto nuovamente inprimere") indica tuttavia la possibilità di una precedente edizione dell'opera del Boccaccio, curata dallo stesso F., della quale siano andati perduti tutti gli esemplari.
La scomparsa del F. dal panorama editoriale e culturale romano si potrebbe ascrivere alle conseguenze, che pesarono sulla comunità dei fiorentini residenti a Roma, della congiura dei Pazzi del 1478, la quale vide lo stesso Della Rovere in prima linea contro Firenze nella campagna di Toscana.
Fonti e Bibl.: G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 383; L. De Gregori, La stampa a Roma nel sec. XV, Roma 1933, p. 64; C. Dionisotti, Gli umanisti e il volgare fra Quattro e Cinquecento, Firenze 1968, p. 28; L. Hain, Repertorium bibliographicum, I-IV, ad Indices; W.A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, I-II, ad Indices; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium bibliographicum, I-VI, ad Indices; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, IV, p. 59; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I-X, 1, ad Indices; Indice gener. degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, I, nn. 1763, 2208; VI, p. 106; Indice delle ediz. romane a stampa (1467-1500), in Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Aspetti e problemi. Atti del Seminario… 1979, Città del Vaticano 1980, ad Indices.