Moralista e scrittore francese (Aix-en-Provence 1715 - Parigi 1747). Si formò sullo studio dei classici, soprattutto Seneca e Plutarco, e proseguì le sue meditazioni morali mentre s'era avviato alla carriera militare; compì varie campagne in Italia (1735-36) e in Boemia (1741); poi combatté a Dettingen (1743). Ritornato agli studî, pubblicò anonima l'Introduction à la connaissance de l'esprit humain, suivie de Réflexions et de Maximes (fra cui Meditations sur la foi, Conseils à un jeune homme e Réflexions critiques sur quelques poèts; 1746), opera che si diffuse lentamente e fu riconosciuta nel suo valore solo nel sec. 19º. V., che della sua vita breve e faticosa non ebbe un'esperienza che possa dirsi lieta, combatte il pessimismo e celebra la dignità dell'uomo. Muove piuttosto dal sentimento che dalla ragione; combatte contro la ragione astratta, la ragione che, estranea alla vita, "illumina senza scaldare"; e la passione che egli difende è impeto e forza illuminati dalla ragione. Pertanto, contro l'indolenza e la disperazione, considerate le colpe più gravi, V. propugna un "vigor dell'anima", una virtù attiva, capace di vincere il male e di conquistare la gloria.