LUBRIFICANTI (fr. lubrificants; sp. lubrificantes; ted. Schmiermittel; ingl. lubricants)
Lubrificanti sono quelle sostanze che introdotte fra le parti di macchine in movimento, fra loro confricantisi, ne diminuiscono l'attrito. Le proprietà essenziali di un lubrificante sono la viscosità e l'untuosità. In generale un buon lubrificante deve avere l'attrito interno (coesione) più piccolo possibile e una sufficiente attitudine ad aderire alle superficie e a formare su di esse una pellicola d'olio continua e stabile (untuosità). Inoltre deve essere stabile all'azione dell'aria, della pressione e della temperatura; non deve cioè addensarsi, resinificarsi e formare depositi e croste. Il punto d'infiammabilità deve essere sufficientemente alto per non dare vapori infiammabili alla temperatura di lavoro; esente da acidi minerali (acido solforico proveniente dalla raffinazione), perché questi anche in piccolissima quantità attaccherebbero le superficie metalliche (una debole acidità organica, inevitabile negli olî e grassi vegetali e animali, non è dannosa); possedere un alto punto di ebollizione e un basso punto di congelazione.
I lubrificanti, basandosi sulla loro origine e composizione, possono essere divisi in: olî lubrificanti derivati dal petrolio; lubrificanti da torbe, ligniti, carboni bituminosi, scisti, rocce asfaltiche e carboni fossili; olî e grassi lubrificanti di origine animale e vegetale; olî composti, olî soffiati (olî addensati); olî voltolizzati; grassi consistenti; grassi ad alto punto di fusione; olî e grassi emulsionabili; lubrificanti solidi.
Lubrificanti derivati dal petrolio. - La materia prima per la fabbricazione di questi lubrificanti è costituita dai residui che si ottengono dal petrolio greggio per distillazione delle frazioni che bollono a temperatura inferiore ai 300° (benzine, olî da illuminazione, olî da gas). Questi residui (mazut in russo, păcură in romeno), sono costituiti di mescolanze in varia proporzione d'idrocarburi della serie satura, non satura e naftenica (ciclici saturi) e in minor quantità di composti aromatici, solforati, ossigenati. Non tutti i residui sono ugualmente adatti a dare lubrificanti. I residui da greggi asfaltici, p. es., sono meno convenienti per il loro scarso rendimento nella distillazione e nella raffinazione. I più adatti sono i residui del petrolio moderatamente asfaltici, i naftenici e i paraffinici. Nella distillazione a pressione ordinaria essi si decompongono, dando luogo alla formazione di prodotti a più basso punto di ebollizione. Per evitare questa decomposizione bisogna abbassare quanto più è possibile la temperatura di distillazione. Ciò si ottiene ricorrendo o alla distillazione con vapore d'acqua o alla distillazione a pressione ridotta o ai due processi combinati. Negl'impianti più recenti s'impiega un vuoto molto spinto (5 mm. di mercurio). La distillazione è praticata generalmente in modo continuo con apparecchi e metodi analoghi a quelli per la distillazione del petrolio greggio. Qualunque sia la specie dell'apparecchio, si hanno frazioni diverse che, ordinate secondo le temperature di distillazione, i pesi specifici e le viscosità, dànno i cosiddetti distillati, che sono messi in commercio tal quali o mandati alla raffinazione. Il residuo della distillazione costituisce il cosiddetto bitume di petrolio.
I distillati ottenuti contengono, oltre agl'idrocarburi, di cui sono essenzialmente costituiti, sostanze asfaltiche resinose, composti contenenti ossigeno e zolfo, acidi naftenici liberi, in maggiore o minore quantità, a seconda dell'origine del petrolio e del modo col quale è stata condotta la distillazione. Questi componenti, anche se in piccola percentuale, costituiscono delle impurezze dannose nella maggior parte degli usi. Per eliminarle si ricorre alla raffinazione.
La raffinazione consta generalmente di un trattamento con acido solforico e di uno successivo con alcali. L'azione chimica dell'acido solforico, data la varietà e molteplicità dei componenti, è molto complessa e non sempre facile da interpretare. I diversi componenti si comportano in modo differente rispetto a questo reattivo: gl'idrocarburi saturi, i naftenici e gli aromatici sono difficilmente e lentamente attaccati, gl'idrocarburi non saturi, i composti asialtici e resinosi, quelli solforati e azotati lo sono invece molto più facilmente. Il grado di raffinazione è influenzato dalla concentrazione dell'acido solforico, dalla quantità impiegata, dal modo di aggiunta, dalla temperatura, dall'agitazione e dalla durata del contatto. Condizioni tutte che variano col variare dei prodotti da raffinare e del grado di raffinazione che si vuol raggiungere. Il precipitato formatosi nel trattamento con acido solforico viene separato o per decantazione o per centrifugazione. L'olio, dopo la separazione dei fanghi solforici, oltre a essere acido per acido solforico, contiene ancora impurezze costituite da acidi naftenici, fenoli e acidi solfonici formatisi nel trattamento acido. Queste vengono eliminate mediante il trattamento alcalino. L'alcali, in genere soda caustica, trasforma i composti acidi in sali che vengono asportati in parte con la decantazione della liscivia alcalina, in parte col successivo lavaggio con acqua. Questa fase è resa piuttosto difficile dalla formazione di emulsione e dall'idrolisi dei saponi. Separata la liscivia alcalina, si fa seguire il lavaggio con acqua fino a eliminazione completa dell'acidità minerale, quindi l'essiccamento con aria a caldo. Questi trattamenti vengono eseguiti in grandi recipienti di ferro cilindrici a fondo conico. Per il trattamento acido i recipienti sono rivestiti internamente di piombo. L'agitazione è ottenuta o per mezzo di agitatori meccanici o con aria compressa. Le perdite nella raffinazione dipendono dal grado di questa, dalla composizione dei distillati da raffinare e dalla viscosità dei prodotti e oscillano fra il 10 e il 25%.
Altro modo di raffinazione largamente usato è quello di assorbimento impiegando nero animale, terre decoloranti (terre della Florida o altre simili naturali e artificiali) o il gelo di silice (acido silicico ottenuto per precipitazione del vetro solubile). Il trattamento dei diversi olî minerali con questi diversi corpi assorbenti è fatto o mescolando all'olio una certa quantità dell'assorbente, lasciandovelo a contatto per vario tempo, agitando ed eventualmente scaldando, oppure facendo filtrare l'olio lentamente attraverso uno strato più o meno alto di assorbente.
Altri processi di raffinazione meno usati sono quelli per frazionamento per solubilità e per precipitazione, i quali sono basati sulla diversa solubilità dei varî costituenti degli olî minerali in solventi diversi a temperature diverse. Appartiene a questa categoria il processo di Edeleanu, il più originale e diffuso, nel quale come solvente degl'idrocarburi non saturi e aromatici è usata l'anidride solforosa liquida. Nel trattamento con eccesso di anidride solforosa liquida si formano due strati: in basso una soluzione d'idrocarburi aromatici e non saturi nell'anidride liquida, in alto una soluzione di anidride, nella rimanente parte dell'olio minerale contenente idrocarburi naftenici e saturi. Separando i due strati l'uno dall'altro, distillando da ciascuno dei due l'anidride solforosa, che ritorna in ciclo, si ottengono separatamente le due parti contenenti l'una gl'idrocarburi aromatici e non saturi, l'altra i saturi e i naftenici.
Nella raffinazione dei distillati paraffinici, per aumentare il loro valore come lubrificanti e per migliorare il loro punto di congelamento, si procede alla deparaffinazione. Questa può essere compiuta per due vie diverse: o per raffreddamento e filtrazione o per centrifugazione. Nel primo procedimento l'olio viene raffreddato e mantenuto freddo a temperatura conveniente in appositi cristallizzatori, in modo che la paraffina cristallizzi: la paraffina solida viene quindi separata per filtrazione al filtro-pressa. Nel secondo procedimento, quello per centrifugazione, i residui o distillati vengono mescolati con benzina (processo Sharples) o con tricloroetilene (Alfa-Laval) o altro solvente appropriato, e quindi raffreddati a temperatura conveniente. La separazione della frazione paraffina-solvente dall'altra olio-solvente viene operata per mezzo di separatori centrifughi appositamente costruiti. Dalle due frazioni per distillazione del solvente si ottengono rispettivamente olio e paraffina.
Con la raffinazione, qualunque sia il procedimento impiegato, i distillati diventano più chiari e più limpidi. Diminuisce generalmente il loro peso specifico, la viscosità, l'acidità e il contenuto in asfalto e catrame. L'infiammabilità o resta invariata o aumenta di qualche grado per l'eliminazione di composti non saturi di decomposizione. Le proprietà delle diverse frazioni ottenute dalla distillazione e raffinazione, dipendono naturalmente dall'origine del greggio dal quale derivano. Così p. es. gli olî di natura paraffinica hanno peso specifico più basso, punto d'infiammabilità più alto, punto di congelamento inferiore di un olio di corrispondente viscosità di origine asfaltica e naftenica. La curva viscosità-temperatura dell'olio d'origine paraffinica è migliore che quella di un olio d'origine asfaltica; così si dica della stabilità chimica; l'untuosità invece è migliore negli olî asfaltici che in quelli paraffinici. La tendenza a dare depositi carboniosi nei cilindri di motori a scoppio è più alta nei derivati paraffinici che in quelli asfaltici. Le diverse frazioni, sia nei distillati sia nei raffinati, opportunamente mescolate e in casi speciali sottoposte a ulteriori distillazioni e depurazioni dànno tutti i tipi d'olî lubrificanti minerali che la tecnica richiede per i diversi macchinarî dal più semplice al più complesso: dagli olî più fluidi per fusi ai più viscosi per cilindri, dagli olî correnti ai più raffinati per motore a scoppio, per turbine a vapore, per trasformatori, per i quali si richiede una grande stabilità chimica e facilità a separarsi dall'acqua.
I principali prodotti della distillazione e della raffinazione sono:
Olî neri per cilindri costituiti di residui della distillazione di petrolî non asfaltici di colore bruno o verde cupo, di viscosità 2,5-6 Engler a 100°, usati soprattutto nella lubrificazione dei cilindri delle macchine a vapore. Per filtrazione su terre decoloranti dànno gli olî filtrati per cilindri di color rosso rubino per trasparenza, molto viscosi (Engler 2,5-5 a 100°).
Olî rosso rubino di alta e media viscosità (Engler 8-18 a 50°) che congelano fra −5° e 0° se di origine paraffinica, fra −15° e −5° se di origine asfaltica. Sono utilizzati nella lubrificazione di motori, trasmissioni e macchine in genere. Mescolati con olî filtrati per cilindri dànno lubrificanti più viscosi per macchine e movimenti. Non sono raccomandabili per la lubrificazione delle turbine a vapore perché dànno con acqua emulsioni difficilmente separabili. Quelli di origine paraffinica sono poco adatti per la preparazione di olî per motori a scoppio perché dànno luogo a formazione abbondante di depositi carboniosi duri. Si comportano meglio quelli di origine asfaltica che dànno depositi meno abbondanti e di natura più molle.
Olî chiari di viscosità bassa e media (Engler 1,4-6 a 50°) con congelazione fra −10° e −4° per i paraffinici, fra −10° e −18° per gli asfaltici. Sono usati nella lubrificazione di meccanismi veloci, trasmissioni leggiere, piccoli motori elettrici, nella lubrificazione interna di piccoli e medî motori a combustione interna, per la preparazione di grassi consistenti, ecc.
Olî neutri depurati per filtrazione attraverso terre assorbenti, di viscosità bassa e media. Sono applicati negli stessi casi che i chiari; soli oppure mescolati con olî filtrati per cilindri per ottenere olî a maggiore viscosità. Per ulteriore distillazione dànno olî neutri viscosi (Engler a 50°, 2,6-6) e olî neutri fluidi (Engler a 50°, 1,4-2,6).
Olî fluidi a basso punto di congelazione ottenuti naturalmente da olî non paraffinici asfaltici o naftenici (russi) oppure per deparaffinazione di olî paraffìnici. Viscosità Engler 1,4-4 a 50°; congelazione da −40° a −18°. Usati per la lubrificazione di compressori frigoriferi, e come materia prima (specialmente i naftenici) per la preparazione degli olî isolanti per trasformatori e interruttori e degli olî di vaselina bianchi per uso industriale e medicinale, per mezzo di ulteriore raffinazione con acido solforico, alcali e terre assorbenti. Gli olî isolanti devono possedere una debole viscosità per permettere un efficace raffreddamento degli avvolgimenti per mezzo di una rapida circolazione, resistenza al freddo, buona rigidità dielettrica e soprattutto una grande resistenza alle alterazioni.
Olî lubrificanti bruni, residui della distillazione dei petrolî greggi o della distillazione secondaria di lubrificanti, non utilizzabili come olî per cilindri, a viscosità piuttosto alta (Engler 2-3 a 100°), usati soli o in miscela con olî lubrificanti fluidi per la lubrificazione di meccanismi grossolani o nella preparazione di grassi neri.
Lubrificanti da torbe, ligniti, carboni bituminosi, scisti, rocce asfaltiche e carboni fossili. - Questi lubrificanti si ottengono per distillazioni frazionate dei catrami e degli olî provenienti dalla distillazione delle torbe, ligniti, carboni bituminosi, scisti, rocce asfaltiche, carboni fossili. La distillazione è compiuta col vapore d'acqua o a pressione ridotta o coi due modi associati. I distillati possono venire raffinati per trattamento con acido solforico e alcali o per via secca con terre assorbenti. In alcuni casi, dove se ne presenta la necessità, si procede alla deparaffinazione. Tali olî contengono generalmente alte percentuali di composti non saturi, hanno un alto peso specifico e viscosità piuttosto bassa.
Lubrificanti di origine animale e vegetale. - Questi olî sono costituiti di mescolanze di gliceridi degli acidi grassi superiori saturi e non saturi, e principalmente di gliceridi degli acidi oleico, stearico, palmitico, linolico e linoleico. Sono di fluidità diversa, a seconda del prevalere degli eteri di acidi grassi liquidi o solidi. Per la loro estrazione e raffinazione sono adoperati gli stessi metodi che si usano nella preparazione e raffinazione degli olî in generale. Gli olî animali si ottengono per fusione dai tessuti grassi animali; gli olî vegetali da semi o frutti di piante o per pressione o per estrazione con solventi. Dai greggi, eliminando con mezzi chimici e meccanici le sostanze albuminoidee, i corpi che con la loro presenza facilitano la resinificazione e gli acidi liberi, si hanno gli olî raffinati neutri, comunemente usati nella lubrificazione. I raffinati si distinguono dai greggi per la loro limpidezza, per il colore più chiaro, per la loro solubilità completa in benzolo.
Gli olî animali sono d'ordinario incolori o gialli, i vegetali o incolori o gialli o leggermente verdi. Il loro peso specifico varia da 0,880 a o,970. La loro viscosità va da quella dell'olio di balena (Engler 1,8, a 50°), che è uno dei più fluidi, a quella dell'olio di ricino (16 Engler a 50°) che è il più viscoso. Rispetto agli olî minerali hanno un miglior comportamento per quanto riguarda la curva viscosità-temperatura e l'untuosità, hanno invece minore stabilità chimica per la maggiore tendenza a decomporsi per azione dell'umidità e del calore e a ossidarsi con l'aria. Su questa maggiore o minore tendenza all'ossidazione è basata la loro divisione ín siccativi, semisiccativi e non siccativi. Come lubrificanti vengono usati quelli delle due ultime categorie. Gli olî più usati come lubrificanti sono tra i vegetali quelli di ricino, di oliva, di colza, di cotone, di arachide, di senape, di cocco, di palma; tra gli animali quelli di sego, di lardo, di piede di bue, di balena, di delfino. A eccezione dell'olio di ricino, molto adoperato nei motori per aviazione, gli altri olî e grassi animali e vegetali sono usati per lo più in miscela con olî minerali.
Olî composti. - Gli olî composti si ottengono per mescolanze di olî lubrificanti minerali con olî e grassi animali e vegetali. Lo scopo che si vuol raggiungere è quello di accrescere il loro valore come lubrificanti, utilizzando la maggiore untuosità degli olî e grassi animali e vegetali. Questi olî servono per la lubrificazione di meccanismi nei quali l'attrito è forte e nella lavorazione dei metalli.
Olî soffiati. - Gli olî soffiati sono olî addensati facendo gorgogliare per più ore aria attraverso olio scaldato a 110-140°. L'addensamento è dovuto all'ossidazione e polimerizzazione di parte dei componenti dell'olio per azione dell'ossigeno dell'aria e del calore. Con l'addensarsi dell'olio aumentano la viscosità, il contenuto in acidi liberi e il peso specifico, mentre diminuisce il numero di iodio. Gli olî più comunemente soffiati sono quelli di colza e di cotone. Gli olî soffiati sono usati nella preparazione di grassi, per aumentare la viscosità e l'untuosità degli olî minerali e per rendere questi ultimi facilmente emulsionabili con acqua. Questa caratteristica è richiesta specialmente negli olî per la lubrificazione esterna delle macchine marine. L'emulsione che si ottiene ha un duplice scopo: serve da indicatore termoscopico, perché quando la lubrificazione è regolare e il riscaldamento è normale, l'emulsione appare come massa biancastra, ma se la lubrificazione diviene insufficiente e si eleva la temperatura, il colore dell'emulsione diviene prima grigiastro, poi bruno rossastro; produce una lubrificazione più viscosa, così da impedire all'olio di essere espulso troppo facilmente dai cuscinetti e all'acqua di raffreddamento di scolar via troppo rapidamente. Per elevare la viscosità e l'untuosità degli olî minerali si adopera anche l'olio di ricino polimerizzato e gli olî voltolizzati. L'olio di ricino polimerizzato si ottiene dall'olio di ricino quando se ne distillino il 5-100% circa a 300°. Contrariamente alle sue proprietà primitive, quest'olio diventa insolubile in alcool e acido acetico, solubile in etere di petrolio e negli olî minerali.
Olî voltolizzati. - Sono ottenuti per azione continuata delle scariche oscure su olî animali, vegetali e minerali. Con questo processo, in seguito a polimerizzazione, la viscosità dei prodotti di partenza viene fortemente innalzata. Si possono ottenere prodotti con viscosità superiore ai 100 Engler a 100°. Hanno un alto potere lubrificante, sia per la loro ottima curva di viscosità-temperatura, sia per il loro alto potere aderente sulle superficie metalliche.
Grassi consistenti. - Sono costituiti generalmente di soluzioni colloidali di sapone di calcio o magnesia o di mescolanze di questi con saponi alcalini in olî minerali, in presenza di piccola quantità di acqua (0,5-7%, normalmente 1-4%). Come componenti del sapone vengono impiegati olî e grassi animali e vegetali. Gli olî minerali usati sono più o meno fluidi e generalmente chiari. Per la loro preparazione si saponifica il grasso, sciolto in poco olio minerale, con calce spenta e soda caustica a circa 110° in una caldaia di cottura munita di agitatore. Terminata la saponificazione, si aggiunge il restante olio minerale, quindi si raffredda a temperatura conveniente in un refrigerante omogeneizzatore mescolando accuratamente. Si ottengono grassi di consistenza varia e con punto di fusione diverso a seconda del tenore e della qualità del sapone e della viscosità dell'olio minerale impiegato. Il loro punto di sgocciolamento oscilla tra 70° e 95°. Per determinati usi si mescolano con sostanze solide in polvere impalpabile, come grafite, talco, ecc. Ai grassi consistenti appartengono i grassi per macchine (grassi per stauffer) chiari e scuri, i grassi per ingranaggi, per assi di vagoni e locomotive, per cuscinetti a sfere e a rulli, i grassi per corde metalliche e di canapa, ecc.
Grassi ad alto punto di fusione. - Sono miscele di saponi sodici con proporzioni varie di olî lubrificanti di diversa viscosità e qualità. L'aspetto dei grassi ottenuti varia col variare del grasso neutro o dell'acido grasso, con la qualità e viscosità dell'olio minerale, con il modo della cottura e del raffreddamento del grasso finito. Si hanno così grassi più o meno fibrosi e di consistenza diversa, e con punto di fusione vario (da 120° a 200° e più). I grassi in generale, come lubrificanti, hanno un valore sempre minore degli olî, soprattutto per il loro attrito notevolmente superiore, perciò non devono mai essere impiegati in sostituzione di questi se non quando vi si è obbligati da condizioni speciali di ambiente e di lavoro. Quelli ad alto punto di sgocciolamento servono generalmente nei supporti che lavorano a temperature elevate come quelli dei tamburi essiccanti delle cartiere, dei forni rotativi per cementi, dei laminatoi nelle ferriere, ecc. Il potere lubrificante dei grassi è dato dall'olio minerale contenuto. La consistenza del grasso e il suo punto di fusione devono essere scelti tenendo presenti il modo di applicazione e la temperatura di lavoro.
Olî e grassi emulsionabili. - Sono soluzioni di saponi alcalini in olî minerali più o meno fluidi in presenza di acqua e spesso alcool o altri solventi. Come emulsionanti, oltre i saponi comuni, sono impiegati quelli di olî solfonati, di acidi solfonaftenici (dai cascami del trattamento alcalino degli olî minerali), resinati, ecc. Essi si emulsionano con acqua per semplice mescolamento dell'olio con l'acqua a freddo. La loro funzione è quella di raffreddare e lubrificare gli utensili e proteggere dalla ruggine gli utensili stessi e i pezzi finiti nelle diverse lavorazioni dei metalli. Gli stessi olî trovano applicazione per usi tessili nella filatura e nella tessitura e come olî per conceria. Essi devono dare emulsioni stabili per qualsiasi concentrazione e non attaccare i metalli.
Lubrificanti solidi. - Sono impiegati solo nelle macchine pesanti e a piccola velocità e funzionano ugualizzando le superficie sulle quali si esercita l'attrito depositandovisi in sottilissimo strato. Fra i principali sono la grafite, la mica, il talco, lo zolfo, la biacca, ecc. La grafite, che è il migliore dei lubrificanti solidi, viene anche impiegata allo stato colloidale in sospensione oleosa e acquosa.
Produzione e consumo. - La produzione degli olî lubrificanti è naturalmente legata a quella del petrolio greggio: più grande nei paesi petroliferi come gli Stati Uniti, l'U. R. S. S. e la Romania, minore o inesistente nei paesi privi o scarsamente dotati di petrolio. La produzione mondiale di lubrificanti è stata nel 1930-1932 di tonnellate 5.500.000 circa all'anno. La percentuale di lubrificanti prodotta negli Stati Uniti rispetto al petrolio lavorato è stata nel 1931 di circa 3%, percentuale ridotta in confronto d'una volta (5,2% circa nel 1921) in seguito allo sviluppo del cracking. La produzione e raffinazione italiane di lubrificanti è limitata; sono due sole le raffinerie che distillano e raffinano greggi o residui con produzione di olî lubrificanti, e precisamente quelle di Fiume e di Trieste. La loro produzione è stata di tonn. 16.271 nel 1930, di tonn. 17.781 nel 1931, di tonn. 23.000 nel 1932, ottenuta lavorando olio minerale greggio importato. A queste cifre si devono aggiungere quella relativa alla produzione di olio dello stabilimento di Roma della Soc. An. Asfalti, Bitumi, Catrami e Derivati (553 tonn. nel 1930), ottenuta raffinando i distillati delle rocce asfaltiche di Ragusa (Sicilia). Altri quantitativi di poco conto da considerare sono gli olî leggieri delle piccole raffinerie emiliane, che lavorano petrolio di estrazione naturale. L'importazione è stata nel 1930 di 85.000 tonnellate (per un valore di L. 131.000.000), di cui tonn. 65.400 dagli Stati Uniti, 9100 dall'U. R. S. S. e 6900 dalla Romania, nel 1931 di 73.000 tonn. (52.600 dagli S. U., 7900 dall'U. R. S. S., 6900 dalla Romania), nel 1932 di 66.000 tonn. (48.900 dagli Stati Uniti, 8200 dall'U. R. S. S. e 6700 dalla Romania). Il consumo è aumentato rispetto agli anni anteguerra: nel 1913 l'importazione era di sole 58.000 tonn. e la produzione nazionale trascurabile. Oltre le due raffinerie esistono in Italia parecchie ditte che producono olî e grassi lubrificanti rispondenti agli usi più varî, sottoponendo i prodotti importati a ulteriori parziali raffinazioni, preparando miscele, grassi e olî emulsionabili.
Le applicazioni di ogni tipo di lubrificante sono determinate dalle sue caratteristiche; in base a queste viene scelto il lubrificante adatto per ogni macchina. In Italia sono state dettate dalla Commissione tecnica governativa degli olî minerali norme generali nelle quali i lubrificanti sono classificati dal punto di vista della loro applicazione e di ciascuno sono date le caratteristiche.
Bibl.: D. Holde, Kohlenwasserstofföle und Fette, 6ª ediz., Berlino 1924; C. Walter, Schmiermittel, Dresda 1930; J. Swoboda, Technologie der technischer Öle und Fette, Stoccarda 1931; Norme italiane per il controllo degli olî minerali e derivati, Milano 1928.