LUBLINO (polacco Lublin; A. T., 51-52)
Città della Polonia centrale, capoluogo di voivodato e di circondario, situata a 167 m. s. m., presso il margine settentrionale dell'altipiano omonimo, sul fiume Bystrzyca, affluente del Wieprz; ha clima continentale, con 7°,3 di temperatura media annua (−4°, 2 nel gennaio, 18°,7 nel luglio) e piogge prevalentemente estive. Contava solo 20.000 ab. nel 1860, saliti a 32.000 nel 1880, a 57.000 nel 1900, a 94.000 nel 1921, a 112.500 nel 1931, in prevalenza Polacchi; numerosi gli Ebrei e i Tedeschi. È importante centro industriale (fabbriche di tessuti, manifattura di tabacchi, mulini, fabbriche di birra, di candele e di saponi) e commerciale, sulla ferrovia Varsavia-Leopoli.
Monumenti. - La chiesa gotica della S. Trinità (sec. XIV) è ornata di affreschi bizantini (1418) dei pittori russi della corte del re Ladislao Jagellone, importanti non solo per la storia dell'arte ma anche per l'iconografia. La chiesa di Santa Brigida, gotica anch'essa, fondata nel 1426, conserva frammenti di affreschi dello stesso tempo. Il palazzo municipale fondato nel 1389 fu ricostruito nel 1787 dall'architetto italiano Domenico Merlini.
Storia. - La città era anticamente sede del Tribunale della Corona; e vi si tennero diverse diete, fra le quali quella del 1569, convocata per trasformare l'unione personale, esistente sino allora, in una vera unione del regno di Polonia col principato di Lituania, diminuito nello stesso tempo dei territorî della Polessia, della Volinia e di Kiev. L'Unione di Lublino del 1 luglio 1569, che in realtà sanzionò la sottomissione della Lituania alla Polonia, dichiara in 19 articoli che la Polonia e la Lituania costituiscono un solo stato sotto un solo re, eleggibile in una località polacca, che dovrà essere incoronato in Cracovia e non deve essere proclamato granduca di Lituania. Nello stesso tempo in questa dieta la Prussia Occidentale venne trattata - nel senso della dichiarazione reale del 14 marzo 1569 - come una provincia polacca e non più, come sino allora, quale parte autonoma dell'Impero; e in questo senso, l'unione di Lublino fu estesa anche alla Prussia. Assegnata all'Austria nella terza partizione polacca (1795), Lublino fece parte nel 1809 del granducato di Varsavia e nel 1815 fu data alla Russia. Durante la guerra mondiale fu occupata una prima volta dalle Potenze Centrali nell'agosto 1914 e più tardi un'altra volta nel luglio 1915.
Il voivovado di Lublino. - Confina con quelli di Varsavia, di Białystok, della Polessia, della Volinia, di Leopoli e di Kielce, ed è uno dei più vasti della Polonia (31.160 kmq.). Comprende un territorio in gran parte ondulato ed elevato meno di 200 m. (solo nella parte meridionale si superano i 300 m. nel rilievo del Roztocze), limitato a oriente dal Bug e a occidente dalla Vistola; lo attraversa un affluente di questa, il Wieprz.
La popolazione (2.468.400 ab. nel 1931; nel 1921, 2.085.700) non è densa (79 ab. per kmq.); per quasi l'86% è formata da Polacchi; numerosi sono gli Ebrei (11%) e i Ruteni (3%). Dopo Lublino, i centri più popolosi sono Siedlce (32.000 ab.), Chełm (24.000) e Zamość (20.000). L'agricoltura è l'occupazione prevalente (73 degli abitanti; nelle industrie è impiegato solo l'11%); più della metà del territorio (55%) è coperto da seminativi, con predominio delle colture della segala, dell'avena e delle patate. Le foreste occupano il 21% della superficie e i prati e i pascoli il 17%; il resto è improduttivo. Dà buoni risultati l'allevamento del bestiame, specie bovino (658.000 capi); i cavalli sono 326.000, i suini 444.000 e gli ovini 119.000. Il voivodato si divide in 19 circondarî.
Bibl.: Zivier, Neuere Geschichte Polens, I: 1506-1572, Gotha 1915 (Europäische Staatengesch., XXXIX; E. Hanisch, Die Geschichte Polens, Bonn 1923. - Per i monumenti v.: Słownik Geograficzny Królestwa Polskiego (Dizionario geografico di Polonia), V, Varsavia 1884; M. A. R., Illustrowany Przewodnik po Lublinie (Guida illustrata di Lublino), Varsavia 1901; F. Kopera, Dzieje malarstwa w Polsce (Storia della pittura in Polonia), I, Cracovia 1925, pp. 107-108, 133-136; M. Walicki, Malowidła ścienne kościola św. Trójcy na Zamku w Lublinie. Studja do dziejów sztuki w Polsce (Gli affreschi della chiesa della Santa Trinità nel castello di Lublino. Studî per la storia dell'arte in Polonia), III, Varsavia 1930, pp. 1-91.