Bourgeois, Louise
Scultrice francese naturalizzata statunitense, nata a Parigi il 25 dicembre 1911. Dopo aver sposato nel 1938 lo storico d'arte statunitense R. Goldwater, si è stabilita a New York, dove ha insegnato scultura presso il Pratt Institute, il Brooklyn College, il Cooper Union Institute e la School of Visual Art. Il suo lavoro, che ha avuto ampi riconoscimenti negli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta e in Europa solo dagli anni Ottanta, è stato presentato attraverso importanti rassegne, dalla retrospettiva presso il Museum of Modern Art di New York, nel 1982, alle diverse edizioni della Biennale di Venezia (1993, 1995), alla retrospettiva presso il Musée d'art moderne de la ville de Paris nel 1995. Nel 1991, a Parigi, ha ottenuto il Gran prix national de sculpture.
Dopo gli studi in matematica e in geometria alla Sorbonne (1932-35), la B. si è dedicata alla pittura frequentando scuole diverse, dall'École du Louvre (1936-37) all'Académie des beaux-arts (1936-38), all'Académie de la Grande Chaumière (1937-38), risentendo in particolare dell'influenza di A. Lothe e di F. Léger; successivamente, a New York, ha seguito i corsi dell'Art Students League e approfondito lo studio dell'incisione presso l'atelier di S.W. Hayter. Legata da profonda amicizia ad artisti quali J. Miró, A. Masson e M. Duchamp, in quegli stessi anni la scultrice ha elaborato dipinti, incisioni e disegni di matrice surrealista e di intensa carica simbolica (esposti nel 1947 in una mostra personale presso la Norlyst Gallery di New York), spesso segnati da scoperti riferimenti all'erotismo e alla sessualità, e incentrati su temi quali la solitudine e il conflitto, la frustrazione o la vulnerabilità (Femme-maison, 1946-47, New York, S.R. Guggenheim Museum).
A contatto con l'avanguardia newyorkese e, in particolare, con gli esponenti dell'American abstract group, dalla fine degli anni Quaranta l'artista ha cominciato a sperimentare soluzioni tridimensionali, trovando presto nella scultura il linguaggio a lei più congeniale: dalle prime sottili strutture in legno ispirate a elementi biomorfi (Quarantania, 1947-53, New York, Museum of Modern Art; One and others, 1955, New York, Whitney Museum of American Art) alla serie di opere che combinano superfici polite a masse appena sbozzate di materiali eterogenei (cartapesta, gesso, lattice, marmo, bronzo ecc.), o a parti anatomiche di accentuato realismo (Torso/Self-portrait, 1963-64, New York, Museum of Modern Art; Cumul I, 1969, Parigi, Musée national d'art moderne; Nature study, 1984, New York, Whitney Museum of American Art). Perseguendo con coerenza una ricerca personale, di profonda ispirazione autobiografica, a partire dagli anni Settanta la B. ha realizzato inquietanti installazioni che tornano a esprimere le più profonde sofferenze e passioni dell'inconscio (Articulated lair, 1986, New York, Museum of Modern Art; Cell II, 1991, Pittsburgh, Carnegie Museum of Art; Red room (Parents), 1994, New York, coll. privata). Vedi tav. f.t.
bibliografia
J. Gorovoy, Louise Bourgeois and the nature of abstraction, New York 1986.
R. Storr, Louise Bourgeois drawings, New York-Paris 1988.
D. Wye, C. Smith, The prints of Louise Bourgeois, New York 1994 (pubbl. in occasione della retrospettiva presso il Museum of Modern Art di New York).
M.-L. Bernadac, Louise Bourgeois, Paris-New York 1996.
Cataloghi di mostre
The iconography of Louise Bourgeois, con testo di J. Gorovoy, Hutchinson Gallery, New York 1980.
D. Wye, Louise Bourgeois, Museum of Modern Art, New York 1982.
Louise Bourgeois. The locus of memory 1982-1993, ed. Ch. Kotik, Brooklyn Museum, New York 1994.