GRACE BARTOLINI, Louisa
Poetessa, nata a Bristol nel 1818 da nobile famiglia irlandese d'antica origine italiana, morta a Pistoia il 3 maggio 1865. Essendo di salute cagionevole, fu mandata a studiare in un collegio di Provenza, e quindi in Toscana, dove si stabilì e dove, nel 1860, sposò l'ingegner Francesco Bartolini. Scrisse versi e prose in italiano. Collaborò a giornali e riviste con articoli su argomenti di belle arti (essa era anche buona pittrice), con novelle per giovinette e con traduzioni.
Nelle poesie originali canta i proprî affetti, sempre velati di mestizia per un oscuro presentimento della morte precoce, e le vicende e le sventure d'Italia, da lei amata come una seconda patria; ma le sue cose migliori sono le traduzioni, specialmente dall'inglese. Da questa lingua recò in italiano i Canti di Roma antica di Thomas Macaulay, le Poesie sulla schiavitù, frammenti della Evangelina e il Canto di Hiawata di E.W. Longfellow. Il Carducci, che le fu amico, scrisse per lei viva un'ode (Levia Gravia, VIII) e un saggio premesso alla raccolta postuma degli scritti di lei. Questi furono in gran parte raccolti in due volumi: uno contenente le citate traduzioni da Macaulay e da Longfellow, con un Avvertimento al lettore di I. Del Lungo, Firenze 1869;]'altro di Rime e prose originali e tradotte, Firenze 1870.
Bibl.: Prose e rime a ricordo di L. G. B., Firenze 1866.