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ZUKOFSKY, Louis

di Cristina Giorcelli - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
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ZUKOFSKY, Louis

Cristina Giorcelli

Poeta, critico e prosatore statunitense, nato a New York il 23 gennaio 1904, morto ivi il 12 maggio 1978. Proveniente da una famiglia di ebrei russi di recente immigrazione, fu ammiratore e seguace di E. Pound, amico di W.C. Williams e iniziatore (1931) del movimento poetico che fu chiamato ''oggettivismo'' a cui parteciparono artisti quali G. Oppen, C. Rakosi, C. Reznikoff. Il movimento predicava, oltre che un'attenzione alla realtà come ''oggetto'', una pratica poetica ''obiettiva'' (scientifica, dettagliata, puntigliosa) e una percezione della poesia come ''oggetto'' (sequenza di eventi) rigorosamente formalizzato. Dotato di grande cultura filosofica, letteraria, e musicale (sue ''guide'' furono Spinoza, Shakespeare e Bach), consapevole delle radicali innovazioni operate dall'avanguardia poetica europea (Apollinaire), e assertore della necessità di una sempre maggiore integrazione tra parola, pittura e musica nel corpo della poesia, Z. si dedicò con passione irriducibile − a tratti quasi ossessiva − all'esplorazione delle valenze semantiche, fonetiche, ritmiche, simboliche e figurative della lingua.

Quest'attenzione linguistica si esercita perfino sugli articoli (un suo felice componimento si chiama Poem beginning "The", 1926). Una raccolta di poesie che s'intitola giocosamente I's (pronounced eyes), 1963, crea un doppio senso tra ortografia e fonetica, quasi a estrarre, già da ''unità'' minime, il processo dell'essere, che nella lingua trova espressione. L'opera più importante di Z. è il poema A, in 24 ''movimenti'', scritto lungo l'arco della vita (dal 1927 al 1974). A costituisce il suo poema epico (una realizzazione che lo accomuna al Pound dei Cantos e al Williams di Paterson), in quanto in esso Z. registra gli eventi del 20° secolo, che ritiene personalmente, politicamente, culturalmente più importanti, tenta di dare loro struttura musicale (Bach e Händel sono i riferimenti ineludibili) e li ''oggettivizza'' in una forma che, attraverso lo scavo linguistico, intende far emergere il significato arcano, financo sapienzale, del reale. Poeta difficile, in gran parte ancora da scoprire, Z. è stato una presenza importante nella poesia modernista di lingua inglese (da C. Olson a R. Creeley, da D. Levertov a B. Bunting, al movimento del Black Mountain). È stato anche poeta lirico di profonda sensibilità (delicati e teneri sono i poemi che, in gran numero, dedicò alla moglie e al figlio − entrambi musicisti −, ai quali fu legato da un sentimento e da una dedizione assoluti): Autobiography (1969); All: the collected shorter poems, 1923-1964 (1971); 80 flowers (1978), 80 testi di otto versi e di quaranta parole ciascuno, senza punteggiatura. Nella sua produzione si citano inoltre: per la saggistica, i volumi Le style Apollinaire (tradotto in francese da R. Taupin, 1934), Bottom: on Shakespeare (1963) e la raccolta Prepositions (1967); per la narrativa e il teatro, la raccolta di racconti It was (1961), il romanzo Little (1969) e il dramma espressionista in 2 atti Arise, arise (1973). Come traduttore, insieme alla moglie Celia, Z. diede una singolare versione dell'opera lirica catulliana in Catullus (1969), composto nel gergo newyorkese, con cui viene riprodotto, attraverso una resa sillabica, innanzitutto il suono, ma, in prospettiva semantica complessiva, anche il senso della parola dell'originale. Realizzò anche, sulla falsariga della poundiana ABC of reading (1934), un'antologia, con rare note e spesso senza indicazione dei nomi degli autori prescelti: A test of poetry (1948). In traduzione italiana si possono leggere una selezione di liriche da All, a cura di R. Sanesi (1969), e la silloge Da A, di G. Galtieri (1970).

Bibl.: H. Kenner, A homemade world, New York 1975; Paideuma, 7 (1978), 3; L. Zukofsky: man and poet, a cura di C.F. Terrell, Orono (Maine) 1979; B. Ahearn, Zukofsky's ''A''. An introduction, Berkeley 1983; M. Bacigalupo, L. Zukofsky, in Contemporanei della Letteratura Americana, 2, Roma 1983; C. Giorcelli, Parole in musica, musica di parole: sull'''Autobiography'' di L. Zukofsky, in Letterature d'America, v, 22, 1984; la rivista statunitense Sagetrieb (University of Maine) dal 1982 pubblica saggi e note su Pound, Williams, H. Doolittle, Zukofsky, oltre che sui poeti più recenti, che continuano la tradizione di questi maestri.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia romanzo, quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono. letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ...
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