Scrittore francese (Parigi 1740 - ivi 1814); di idee novatrici, fantastico e insieme curioso della realtà immediata, fu autore di un'opera assai originale (L'an 2440, rêve s'il en fut jamais, 1771; 1a ed. anonima, 1770), in cui prefigurava un'armoniosa città futura riscattata dalle ingiustizie e dal disordine che caratterizzavano la Parigi del suo tempo. A Parigi dedicò ancora Tableau de Paris (2 voll., 1781) e Le nouveau Paris (6 voll., 1798). Per il teatro scrisse drammi borghesi (La brouette du vinagrier, 1775; Molière, 1776; Le campagnard, 1779; Le vieillard et ses trois filles, 1792; ecc.): seguace in questo di Diderot, di cui riprese e sviluppò le idee sul dramma nel Traité du théâtre (1773), pieno di spunti interessanti. Fu all'avanguardia anche nel campo linguistico, con l'opera Néologie ou Vocabulaire des mots nouveaux ou à renouveler (1801).