Scrittore e giornalista francese (Vannes 1894 - Puteaux 1980); collaboratore del Figaro dal 1922. Membro dell'Institut de France (Académie des sciences morales et politiques) dal 1964. Ha scritto i romanzi Correspondances apocryphes (1923), La fissure (1923), Patrice ou l'indifférent (1924), L'épervier (1925), L'amant des honnêtes femmes (1927), Mémoires de Philippin: Mon pére n'est pas mort (1950); un libro di saggi: Jeux de l'âme (1927); uno studio su Chateaubriand ou l'obsession de la pureté (1943). Ha tradotto da Aristofane e da Dante. Cattolico, simpatizzò per la repubblica durante la guerra civile di Spagna; membro attivo della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, fu deportato a Bergen-Belsen. In L'homme et la bête (1947, ricordi della deportazione) si è schierato contro i regimi totalitarî e ha riaffermato nei suoi ultimi saggi la sua fede nella libertà: L'écrivain et la liberté (1959) e L'examen des consciences: Algérie an VII (1961).